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CATTIVE INFLUENCER - LA TIKTOKER NAPOLETANA RITA DE CRESCENZO, CHE HA "GUIDATO" L'INVASIONE DI TURISTI CIABATTONI A ROCCARASO, VA A PROCESSO CON LE ACCUSE DI TRAFFICO DI DROGA, SPACCIO E ASSOCIAZIONE A DELINQUERE - LA 45ENNE È STATA ARRESTATA NEL 2017 DURANTE UN BLITZ CHE HA "DECAPITATO" IL CLAN ELIA - DOPO LA RETATA, IL FIGLIO DELLA DE CRESCENZO FU AFFIDATO A UN CASA FAMIGLIA DEL NORD ITALIA - LA VERSIONE DELL'INFLUENCER: "LA DROGA? STORIA PASSATA" - VIDEO
Estratto dell'articolo di Luigi Nicolosi per www.corriere.it
Nelle sue dirette social si professa da tempo innocente. Anzi, sostiene di essere «stata pienamente assolta» e di non avere nulla a che fare con la camorra. La giustizia, lenta ma inesorabile, anche questa volta sembra fare il proprio corso e per Rita De Crescenzo, controversa influencer già protagonista del recentissimo «assalto» a Roccaraso, la resa dei conti inizia a farsi più vicina.
Arrestata nel colossale blitz che a febbraio 2017, con l’esecuzione di oltre quaranta arresti, aveva decapitato il clan Elia del Pallonetto di Santa Lucia, la tiktoker napoletana da questa mattina è imputata, insieme ad altre due persone, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e spaccio «semplice».
A distanza di otto anni dalla retata che aveva messo a soqquadro i vicoli a ridosso di Santa Lucia, dunque, anche per Rita De Crescenzo il processo di primo grado entra finalmente nel vivo. All’epoca l'influencer aveva ottenuto, da parte della Corte di Cassazione, il parziale annullamento di alcuni capi di accusa e riacquistato la libertà. In questi anni la Procura - l’inchiesta fu coordinata dal compianto aggiunto Filippo Beatrice - non ha però mai mollato la presa e per la 45enne è arrivato il rinvio a giudizio. [...]
L’inchiesta culminata nel blitz del 2017 aveva rivelato un inquietante spaccato di criminalità urbana. Il clan Elia, infatti, non soltanto imponeva estorsioni a raffica ai danni di commercianti e ristoratori della zona, soprattutto al Borgo Marinari, ma aveva allestito una rete di spaccio nella quale venivano coinvolti sistematicamente anche alcuni minorenni.
Le indagini condotte dai carabinieri avevano rivelato che nel giro di spaccio c’era persino una bimba di appena otto anni, al quale la mamma pusher aveva affidato il compito di confezionare le dosi da vendere poi al dettaglio. Anche il figlio della stessa Rita De Crescenzo, su disposizione del gip che aveva firmato il maxi-provvedimento cautelare, dopo la retata fu affidato a un casa famiglia del Nord Italia.
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