circoncisione

AB-USI E COSTUMI - A TORINO UNA COPPIA DI GHANESI DECIDE DI CIRCONCIDERE A CASA IL NEONATO DI UN MESE MA IL PICCOLO SI SENTE MALE E MUORE IN OSPEDALE - L’OSPEDALE HA SPORTO DENUNCIA DOPO AVER CONSTATATO LE GRAVI LESIONI SULLE PARTI INTIME

Elisa Sola per www.corriere.it

 

Un neonato di un mese è morto a Torino dopo aver riportato gravi lesioni all’apparato genitale. L’ipotesi al vaglio è che possa essere stato circonciso in casa e che abbia subito una grave infezione.

 

LA FEBBRE DOPO LA CIRCONCISIONE

OSPEDALE DI TORINOOSPEDALE DI TORINO

La vittima è un bambino torinese di origine ghanese. L’allarme al 118 è arrivato in mattinata. I sanitari , arrivati in corso Cirié, hanno trovato il piccolo in condizioni gravissime. Secondo quanto sarebbe stato riferito a inquirenti e sanitari, al neonato sarebbe stata somministrata, dopo la circoncisione, una quantità elevata di paracetamolo, in più dosi, come rimedio alla febbre alta insorta dopo la mutilazione genitale. Il 118 ha trasportato il bimbo all’ospedale Maria Vittoria, insieme alla madre. Qui tutte le manovre di rianimazione praticate sul piccolo sono state inutili. Il bambino è stato dichiarato morto nella struttura sanitaria.

 

L’INTERROGATORIO DELLA MADRE

circoncisionecirconcisione

L’ospedale ha immediatamente sporto denuncia all’autorità giudiziaria, dopo aver constatato le gravi lesioni sulle parti intime del piccolo. L’inchiesta è svolta dagli uomini della squadra mobile di Torino, coordinati dalla procura del capoluogo piemontese. I poliziotti con l’aiuto di un’interprete sentiranno la madre della vittima per verificare se effettivamente il bambino sia stato circonciso, quando e in che circostanze. L’autopsia del medico legale, che sarà ordinata nelle prossime ore, potrà dare ulteriori conferme.

 

FENOMENO NASCOSTO

Secondo una prima ricostruzione in fase di accertamento dalla polizia, il neonato sarebbe stato circonciso domenica 29 maggio. La madre del piccolo, sotto shock, è assistita da una psicologa e un mediatore culturale all’ospedale Maria Vittoria. «Sappiamo che il fenomeno delle mutilazioni genitali maschili è molto diffuso nelle comunità musulmane - spiega Maria Rosa Giolito, coordinatrice dei consultori piemontesi - il problema è che non possiamo quantificarlo perché è un fenomeno nascosto.

 

CIRCONCISIONE jpegCIRCONCISIONE jpeg

Sappiamo dalle voci che ci arrivano che la circoncisione è molto diffusa, ma ce ne accorgiamo soltanto quando ci sono, purtroppo, delle gravi conseguenze». «Il problema va affrontato - sottolinea la dottoressa -. Nella comunità ebraica, per esempio, la circoncisione è regolamentata e avviene alla presenza di medici e di personale esperto. Ma nella altre comunità tutto è lasciato alla sbaraglio.

NO ALLA CIRCONCISIONE NO ALLA CIRCONCISIONE

 

Sono realtà complesse, culturalmente difficili da affrontare. Troppo facile dire che è una barbarie. Ma se si lavora sulla prevenzione - conclude l’esperta - coinvolgendo le donne e sensibilizzandole prima che il bambino nasca e affiancandole in un percorso lungo, si possono ottenere risultati. Come Regione Piemonte stiamo affrontando da anni il problema delle mutilazioni genitali femminili assistendo le donne già dai primi mesi di gravidanza e lavorando nei consultori con le mediatrici culturali».

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