vladimir putin volodymyr zelensky donald trump

TRUMP HA UNA BELLA GATTA DA PELARE: AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA IN UCRAINA IN 24 ORE MA SE ZELENSKY APRE AI NEGOZIATI, PUTIN LI RIFIUTA – COME DARGLI TORTO: IL CREMLINO NON HA BISOGNO DI COMPROMESSI ORA CHE LA SUA OFFENSIVA MILITARE È LENTA MA ININTERROTTA (MA LA CASA BIANCA PUO' USARE LA LEVA DELLE SANZIONI PER AMMORBIDIRE "MAD VLAD") - ZELENSKY SPERA CHE TRUMP CONCEDA A KIEV ALMENO LE GIUSTE GARANZIE DI SICUREZZA MENTRE I SONDAGGI CONFERMANO CHE GLI UCRAINI SONO ORMAI RASSEGNATI A PERDERE I TERRITORI OCCUPATI...

Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “la Stampa”

 

INAUGURAZIONE DI NOTRE DAME - ZELENSKY - MACRON - TRUMP

«Donald Trump è forte e imprevedibile, vorrei che la sua imprevedibilità fosse diretta contro la Federazione Russa». Mentre nelle capitali europee, Kyiv compresa, si sta attendendo con una certa apprensione l'insediamento del nuovo presidente americano, Volodymyr Zelensky continua a mostrare la sua convinzione che l'arrivo di Trump alla Casa Bianca non rappresenti un problema, ma anzi un'opportunità.

 

Trump e Putin

Difficile dire quanto sia convinzione, quanto una lusinga a indirizzo del nuovo leader di Washington […] e quanto sia la perseveranza della disperazione, di fronte alla consapevolezza che la sopravvivenza degli ucraini oggi dipenda in parte considerevole da Washington. Resta il fatto che, mentre il leader ucraino qualche volta si è fatto scappare nelle ultime settimane commenti irritati su alcuni politici europei come Olaf Scholz, continua a insistere in pubblico di «non avere avuto un solo momento negativo» nelle sue comunicazioni con il presidente eletto degli Usa: «Lui può fermare la guerra».

 

volodymyr zelensky emmanuel macron donald trump

Un'insistenza necessaria, ora che il negoziato con i rappresentanti della nuova amministrazione americana sta entrando nella fase decisiva, che potrebbe secondo Zelensky portare a «una rapida conclusione della fase calda della guerra». Nei prossimi giorni a Kyiv dovrebbe arrivare Keith Kellogg, già designato da Trump come suo emissario speciale per l'Ucraina, e autore di una delle proposte di "piano di pace" pubblicata durante la campagna elettorale americana.

 

Trump e Putin

Il risultato di questa visita dovrebbe essere una concretizzazione della proposta che dovrebbe venire fatta agli ucraini, agli europei e ai russi. I nodi da risolvere però restano tanti, e riguardano soprattutto la "fase fredda" dopo l'eventuale cessate-il-fuoco: in primo luogo, le garanzie di sicurezza che l'Ucraina dovrebbe ottenere per «impedire il ritorno di Putin», come le formula Zelensky.

 

Il "congelamento" della guerra lungo la linea del fronte appare quasi scontato, e il presidente ucraino non a caso ribadisce che i territori ora occupati dai russi verranno «restituiti per via diplomatica», in altre parole il giorno che il regime di Putin finirà e al Cremlino, forse, si insedierà qualcuno che vorrà lanciare in Russia un nuovo "disgelo".

 

donald trump emmanuel macron volodymyr zelensky

L'opinione pubblica ucraina sta diventando sempre più incline al sacrificio, e anche se il numero dei contrari a lasciare Donbas e parte del Sud sotto il controllo dei russi resta per ora la maggioranza in tutte le regioni, i sondaggi mostrano come sempre più ucraini si rassegnino alla impossibilità di riconquistare i territori occupati militarmente.

 

vladimir putin donald trump

Quindi paradossalmente le finestre negoziali per Zelensky aumentano, ma non oltre il limite ovvio della sopravvivenza dell'Ucraina. […] E se Kyiv mostra di ampliare i margini del compromesso, da Mosca intanto è arrivata una doccia fredda: l'ambasciatore di Mosca all'Onu Vasily Nebenzya ha dichiarato che «per ora nei segnali mandati dalla nuova amministrazione americana non c'è nulla che ci possa interessare». […] Putin ha ribadito […] che le sue condizioni sull'annessione dei territori ucraini e la trasformazione dell'Ucraina in un satellite di Mosca restano immutabili.

donald trump volodymyr zelensky

 

Anche questo segnale è da interpretare: potrebbe essere un tentativo di alzare la posta per ottenere di più, una manifestazione di inflessibilità indirizzata all'opinione pubblica russa, oppure la convinzione di non aver bisogno di compromessi ora che la sua offensiva è lenta ma ininterrotta. […]

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…