albanese non si ferma all'alt e scatena il panico in piazza san pietro

TUTTI GLI SVALVOLATI ARRIVANO A ROMA – IL 39ENNE ALBANESE CHE IERI HA SCATENATO IL PANICO IN PIAZZA SAN PIETRO, FORZANDO IL POSTO DI BLOCCO DEI CARABINIERI, PENSAVA DI ESSERE SAN MICHELE ARCANGELO – L’EX COMPAGNA: “MI PICCHIAVA E UNA VOLTA MI SPINSE LA TESTA NEL WATER. DICEVA CHE MI AVREBBE TAGLIATO LA TESTA CON LA SPADA COME HA FATTO IL SANTO CON IL DIAVOLO. SONO CINQUE ANNI CHE MI BATTO PERCHÉ VENISSE RICONOSCIUTA LA SUA PERICOLOSITÀ E IL TRIBUNALE GLI TOGLIESSE L’AFFIDO DEI NOSTRI FIGLI, MA…” - IL VIDEO DELL'INSEGUIMENTO 

 

1 - SAN PIETRO, PAURA ALL'ANGELUS INSEGUIMENTO DA FILM E SPARI

Alessia Marani per “il Messaggero”

 

ALBANESE NON SI FERMA ALL'ALT E SCATENA IL PANICO IN PIAZZA SAN PIETRO

Si credeva San Michele Arcangelo e a bordo della sua Bmw ha forzato il posto di controllo dei carabinieri, si è involato verso il colonnato alla destra della basilica di San Pietro passando sulla complanare transitabile di via della Conciliazione, per poco non travolgeva due militari che hanno aperto il fuoco centrando una delle gomme posteriori, poi non contento ha proseguito la sua folle corsa sulla preferenziale di via Gregorio VII e lì non si è fermato nemmeno davanti a un mezzo della polizia che si è messa di traverso per sbarrargli il passaggio.

 

Non domo, si è chiuso dentro l'auto e i poliziotti, dopo essere stati anche speronati, per fermarlo e farlo uscire, alla fine, hanno dovuto usare il Taser.

 

PAURA A SAN PIETRO

Mattinata al cardiopalma, ieri, nel centro di Roma con epilogo il Vaticano. Proprio mentre la folla dei circa ventimila fedeli affluiva nella piazza per la tradizionale messa seguita dall'Angelus di Papa Francesco, Erjol Nako, 39enne albanese, con precedenti per spaccio, maltrattamenti in famiglia e minacce, irrompeva con la sua auto e dietro di lui i carabinieri.

 

Spari e un inseguimento da film, sfiorando clienti seduti ai tavolini dei bar e pedoni, iniziato poco prima tra il Pantheon - quando la Bmw che si aggirava con fare incerto e sospetto era stata segnalata dai vigili urbani - e Corso Vittorio Emanuele, dove una pattuglia dei carabinieri l'aveva intercettata per la prima volta.

 

Nako, anziché accostare, aveva spinto il piede sull'acceleratore dirigendosi sull'altra sponda del Tevere fino a San Pietro. Al suo passaggio, sono state travolte le transenne lato Cavalleggeri e i gendarmi per precauzione hanno chiuso l'ingresso del Sant' Uffizio facendo scattare l'allarme antiterrorismo. Subito rientrato.

LA BMW DI Erjol Nako

 

STATO CONFUSIONALE

Il 39enne, infatti, che avrebbe agito in evidente stato confusionale e forse sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, è stato ammanettato e arrestato per resistenza a pubblico ufficiale aggravata. È stato accompagnato al pronto soccorso del vicino ospedale Santo Spirito dove gli sono stati medicati dei tagli inferti dai vetri del finestrino che gli agenti hanno dovuto spaccare per raggiungerlo, dal momento che si era asserragliato nella Bmw.

 

I sanitari lo hanno sottoposto anche ad alcol e droga test (da cui è emersa una leggerissima presenza di cannabinoidi e alcol), quindi, l'albanese è stato successivamente portato in carcere con le accuse di resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato ai beni dello Stato.

SAN PIETRO 4

 

DELIRIO MISTICO

Durante la fuga aveva lanciato in strada uno Smart Watch e un portafogli (il suo), poi recuperati dalle forze dell'ordine. L'auto è stata ispezionata anche con l'aiuto delle unità cinofile, i cani hanno fiutato tracce di droga nell'abitacolo ma lo stupefacente non è stato rinvenuto. Dopo il rocambolesco inseguimento, anche otto poliziotti sono finiti in ospedale, con prognosi che vanno dai 4 ai 15 giorni per il più grave che ha avuto una spalla lussata. Ai controlli in banca dati, la Bmw non è risultata rubata, ma intestata a un amico dell'uomo da cui l'aveva in uso.

 

La sera prima, Nako aveva postato sui suoi profili immagini e musiche di canti sacri.

La foto del suo profilo lo ritraeva come fosse San Michele Arcangelo che lui, stando a chi lo conosce, si sentiva di essere in una sorta di delirio mistico.

cartoline del papa a piazza san pietro

 

I GUAI CON LA LEGGE

Ma l'arrivo a San Pietro sarebbe stato, almeno alle indagini svolte fino adesso, casuale. L'uomo, padre di due figli, era stato denunciato dall'ex compagna per minacce e maltrattamenti e nel 2017 era stato arrestato per spaccio di droga.

 

La condanna a nove mesi gli era stata ridotta a sei e aveva ottenuto i domiciliari. Da allora era iniziata una battaglia legale presso il tribunale dei minori per l'affidamento dei bambini. Nako aveva lavorato come banconista in un bar di via Flaminia e poi in una pizzeria a taglio di viale Trastevere, ma dopo i guai con la droga sarebbe stato allontanato dal titolare dell'esercizio.

 

2 - LA EX: «ERA CONVINTO DI ESSERE SAN MICHELE»

A. Mar. per “il Messaggero”

 

«Diceva di essere San Michele Arcangelo e che mi avrebbe tagliato la testa con la spada come ha fatto il santo con il diavolo». L'ex compagna di Erjol Nako, l'albanese che ieri mattina è scappato all'alt dei carabinieri seminando il panico a San Pietro, è sconvolta. «Sono cinque anni che mi batto perché venisse riconosciuta la sua pericolosità e il suo squilibrio mentale e il tribunale gli togliesse l'affido dei nostri due bambini - spiega - ma nessuno mi ha dato retta».

PAURA A SAN PIETRO

 

La donna, 38enne, sudamericana, aveva denunciato Nako per maltrattamenti: «Mi picchiava e una volta mi spinse la testa nel water. Ma per la giustizia non c'erano abbastanza prove poiché non avevo filmato o registrato le sue violenze». Da allora la donna ha vissuto nel terrore: «Ho preso un cane per difendermi, vado in giro con lo spray al peperoncino e un allarme nella borsetta. Ma ultimamente alle terribili minacce verbali fatte a me e mia madre, aveva sostituito messaggi e email dal contenuto mistico, delirante, farcito di frasi senza senso».

 

L'anno scorso il tribunale dei Minori ha sottoposto sia la donna che l'albanese a una consulenza tecnica per l'affido dei figli. «Io la passai, lui la fallì e la Ctu non escluse nel suo caso l'esistenza di una psicopatologia. Eppure dopo un anno non è stata presa alcuna decisione, attesa, così hanno detto ai nostri avvocati, per luglio. Ora spero non ci siano più dubbi».

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