epatite c

TUTTI IN INDIA! (A CURARCI) - DECINE DI ITALIANI VOLANO A DELHI PER COMPRARE I FARMACI PER L’EPATITE C - DA NOI CHI NON RIENTRA NEI CRITERI DI AIFA, PERCHÉ NON È ABBASTANZA GRAVE, DEVE ASPETTARE O PAGARE PRIVATAMENTE 80MILA EURO - IN INDIA, INVECE, IL MEDICINALE COSTA 600 EURO

Michele Bocci per la Repubblica

 

EPATITE CEPATITE C

È quasi buio quando il pullman bianco con la scritta tourist supera il cancello del Medanta, 16 piani di ospedale privato affollati come la stazione Termini all’ora di punta. Fuori c’è il traffico di Gurgaon, città satellite di Delhi dove il viavai di macchine, pedoni e motorini ricorda quello di uno stadio nel post partita. Salvo che va avanti per tutto il giorno e va moltiplicato per le centomila strade di una megalopoli da 16 milioni di abitanti, dove le clacsonate continue diventano un’unica grande sirena sempre accesa. In più in giro ci sono mucche, cinghiali, cani, scimmie.

 

È lontanissima in ogni senso la provincia italiana da cui provengono le dodici persone che stanno scendendo dal bus, zaino in spalla e aria spaesata. Sui loro passaporti c’è scritto questura di Livorno, Latina, Cagliari, Bologna, Pisa, Nuoro, Roma, Aosta; le cartelle cliniche che hanno con sé parlano di positività al virus dell’epatite C.

 

EPATITE C EPATITE C

Si fanno largo nella hall del Medanta fino agli ascensori. All’undicesimo piano le attende un epatologo, il dottor Newrai Saraf. Da giorni tutti pensano solo a questo momento, e ora che è arrivato l’emozione fa sudare le mani. «La malattia non è grave ma il farmaco ci vuole, consiglio 12 settimane di trattamento. Ha ottime possibilità di guarire». Lo sguardo del medico passa dal paziente allo schermo del portatile, dove controlla i risultati degli esami arrivati via mail.

 

Non indossa il camice, è rassicurante e sintetico, forse un po’ avaro di sorrisi. Ma che importa, dopo appena dieci minuti si esce dal piccolo ambulatorio con la prescrizione dell’agognato rimedio, in questo caso un generico del prodotto di marca Harvoni di Gilead, che unisce i principi attivi sofosbuvir e ledipasvir. In tre mesi fa sparire il virus. Poco importa ai malati che studi recenti abbiano segnalato alcuni effetti collaterali in casi trattati con i nuovi medicinali.

EPATITE C   EPATITE C

 

«Finalmente. Non potete immaginare quanto ho atteso questo momento». Giovanni Campus, di un paese della costa livornese, è raggiante. «Da ragazzo ho avuto un periodo sesso droga e rock’n’roll e devo essere stato contagiato allora. Sono decenni che convivo con l’intruso e finalmente è il momento di liberarmene».

 

L’epatite si trasmette attraverso il sangue, soprattutto a contatto con aghi e siringhe infetti. Tra i turisti sanitari italiani seduti in sala d’attesa, che i pazienti indiani osservano con una certa curiosità, c’è anche chi chiama il virus «Alien» o «la miccia della bomba». Non tutti hanno voglia di rendere pubblica la loro storia, c’è chi lavora in bar o alimentari («I clienti non capirebbero, si spaventerebbero e perderei il posto») e chi semplicemente non ha detto nulla a nessuno («I miei genitori non sanno nemmeno che sono qui»).

 

Quella che in Italia è una chimera per migliaia di malati, in India è una cura accessibile, soprattutto per chi proviene dai Paesi occidentali. Questione di soldi. Da noi, chi non rientra nei criteri di Aifa perché non è abbastanza grave (cioè l’infezione non ha ancora portato a cirrosi o altri problemi importanti) deve aspettare o pagare privatamente un prezzo proibitivo: circa 80mila euro. Nel secondo Paese più popoloso del mondo, invece, il medici- nale in farmacia ha un prezzo equivalente a 600 euro. Chi viene ad acquistarlo e lo trasporta in Italia non commette alcuna irregolarità, purché abbia la ricetta di un medico locale e ovviamente le dosi per un solo trattamento.

EPATITE C     EPATITE C

 

E così stanno nascendo i “gruppi vacanze epatite C”, come quello che è appena uscito dall’ospedale di Gurgaon e in pullman si dirige verso una piccola farmacia, dove uno alla volta i malati in trasferta sfileranno dai marsupi banconote da 50 e 100 euro. «Non chiamiamolo viaggio della speranza, ma della guarigione», dice una di loro guardando fuori mentre il bus riparte verso l’albergo.

 

A organizzare tutto è l’agenzia italiana Arimedio, che ha già portato in India più di cento persone. Chiede circa 500 euro per il servizio, così per tutto il viaggio, medicinali compresi, si spendono più o meno 2.300 euro a testa. I malati stavolta sono dodici, alcuni con un accompagnatore, il marito o la moglie. È un numero record. L’India non è più una strada per pochi, viaggiatori esperti disposti ad affrontare un viaggio di 6mila chilometri senza temere truffe e imprevisti. Adesso è un’opzione anche per chi non ha mai preso un aereo in vita sua.

 

epatite cepatite c

A rompere l’argine sono stati la pressione dei pazienti, ma anche il via libera dei medici. Molti dei malati-viaggiatori dicono che è stato proprio lo specialista a suggerire loro questa strada. «Al telefono mi ha detto: “Vai vai, ma mi raccomando: io non ti ho consigliato niente”», spiega Pierpaolo Congiu, che vive in un paese in provincia di Nuoro e sospetta di aver preso l’epatite C dal dentista poco tempo fa. «Se i dottori mi seguiranno quando torno in Italia con il medicinale indiano? Mica possono buttarmi giù dalle scale dell’ospedale».

 

Il programma è quasi da tour operator, se non fosse per quella visita al Medanta. Partenza da Roma e arrivo a Delhi il lunedì. Una doccia, il pranzo e poi via a prendere il farmaco. Martedì giro della città: visita alla grande moschea Jama Masjid e alla tomba di Humayun con tanto di guida che parla italiano e porta tutti a comprare souvenir, poi ristorante- trappola per turisti. Mercoledì giornata libera, che qualcuno utilizza per andare ad Agra a vedere il Taj Mahal, giovedì rientro.

 

epatite  cepatite c

Si alloggia in un cinque stelle e ci si sposta con l’autista. «Sembra proprio una vacanza», dice Anita da Ravenna nella moschea. «Ora che in camera ho il farmaco sono più serena, appena torno in Italia vado dall’epatologa e inizio a prenderlo». Quasi tutti, martedì mattina, appena svegli, hanno chiuso le scatole del medicinale in cassaforte. Alberto di Roma invece le ha portate con sé nel tour: «Temevo che in hotel qualcuno me le rubasse». Tutti hanno una storia d’incontro traumatico con la malattia, che nei primi stadi è praticamente asintomatica e può impiegare anni a produrre problemi gravi come anche il tumore.

 

«Ma come possono pensare che siamo disposti ad aspettare di stare peggio per curarci? — dice Pierpaolo — Io ho sempre pagato le tasse, e il mio Paese adesso non mi passa un farmaco che potrebbe farmi guarire. Perché?». In Italia, 65mila persone hanno avuto i costosi medicinali dal sistema sanitario pubblico, ma se ne stimano altre 3-400 mila affette dall’epatite C e ancora da trattare.

epatite   cepatite c

 

«Da noi costa troppo, non abbiamo alternative. Venire in India in fin dei conti è accessibile economicamente e i farmaci sono sicuri». Per nessun altro problema sanitario si è vista una tale tendenza a lasciare l’Italia, o comunque a cercare strade alternative, come l’ordine online, che (teoricamente) è vietato. Man mano che le ore trascorse insieme aumentano, che si parla di malattia ma anche di figli, lavoro e vacanze, si assaggiano curry e si scoprono i sapori di focacce e naan, i legami diventano sempre più forti, fino alla prevedibile conclusione. «Facciamo un gruppo Whatsapp», propone Rosa. «Sì, ma come lo chiamiamo?». «Facile: i ragazzi della C». Detto fatto. «Quando saremo tutti guariti organizzeremo una cena — promette una coppia — Dovete venire tutti da noi in campagna quest’estate». Quando il caos, lo smog e il frastuono di Delhi saranno diventati bellissimi ricordi.

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?