chiuso per crisi

SIAMO TUTTI “MASTERCHEF”, SARA' ANCHE BELLO SPADELLARE MA IN ITALIA I RISTORANTI CHIUDONO - NEL 2018 A FRONTE DI 13.629 RISTORANTI APERTI, BEN 26.073 HANNO CHIUSO, CON UN SALDO NEGATIVO CHE RAPPRESENTA IL PEGGIORE DI SEMPRE: -12.444 ATTIVITÀ, QUASI IL DOPPIO RISPETTO AL SALDO DEL 2008 (CHE SI ERA FERMATO A -6.796) - OGNI GIORNO CHE PASSA CI SONO 34 RISTORANTI IN MENO…

Attilio Barbieri per “Libero quotidiano”

 

ristorante

Siamo tutti Masterchef. Ma i ristoranti chiudono. A sostenere l' ondata di aperture di nuovi locali dediti alla somministrazione di cibo sono numerosi fattori. Da un lato la cuococrazia televisiva dilagante che ha saturato i palinsesti di gare attorno ai fornelli, show cooking, racconti di cucina. E poi l'effetto Expo, almeno su Milano e parte della Lombardia, con un interesse inatteso per la cucina etnica che si è aggiunta a quella tradizionale del Belpaese, con infinite contaminazioni.

 

I numeri di questo vero e proprio boom culinario escono dai numerosi studi che riguardano il settore. Ultimo in ordine di tempo quello anticipato in settimana e parte del "Rapporto Ristoratore Top 2019", che verrà presentato ufficialmente il prossimo 12 marzo in occasione del primo Forum della ristorazione italiana al Palacongressi di Rimini. Lo scorso anno si è registrato il record storico di spesa nei nostri ristoranti: 85 miliardi di euro. Ma c' è stato anche il peggior saldo negativo dell' ultimo decennio tra le attività aperte e quelle cessate.

ristorante coppia

 

Complessivamente la spesa alimentare fuori casa, quella sostenuta nei locali, si tratti di ristoranti, pizzerie, tavole calde, o a base di cibi ordinati con il food delivery, ha raggiunto il 35% sul totale dei consumi alimentari degli italiani. Oltre due italiani su dieci, e questo è un altro record, ha pranzato o cenato fuori casa almeno una volta la settimana. Una tendenza, questa, che riguarda in prevalenza i giovani sotto i 35 anni.

 

SARACINESCHE GIÙ

Fin qui i dati positivi. Ma a preoccupare è la elevata mortalità dei locali. L' anno scorso, infatti, a fronte di 13.629 ristoranti aperti, ben 26.073 hanno chiuso, con un saldo negativo che rappresenta il peggiore di sempre: -12.444 attività, quasi il doppio rispetto al saldo negativo del 2008 che si era fermato a -6.796. Ogni giorno che passa ci sono 34 ristoranti in meno. La differenza fra i 37 che tirano su la saracinesca per la prima volta e i 71 che la abbassano per sempre.

ristorante coppia

 

«L' incrocio di questi due record fa del 2018 un anno buio per la ristorazione italiana - ha spiegato Lorenzo Ferrari, amministratore delegato di "Ristoratore Top" - perché indica quanto la spesa per mangiare fuori casa sia distribuita su un numero sempre minore di locali e quanto molti ristoratori non siano stati in grado di leggere e interpretare i recenti cambiamenti economico-sociali e tecnologici, così come gli stravolgimenti nelle abitudini alimentari, soprattutto dei più giovani».

 

TREND IN AUMENTO

Ma la tendenza di fondo è comunque negativa. Il saldo, negli ultimi 10 anni, è di 100mila locali in meno. E con l' eccezione del 2009, quando i locali chiusi superarono quelli aperti di appena 4mila unità, con una flessione rispetto al saldo di -6.794 del 2008, il trend è sempre stato in aumento.

Una crisi silenziosa, con chiusure molto frammentate, che non fanno rumore, a differenza di quelle che interessano i grandi stabilimenti.

 

ristorante 3

Secondo uno studio presentato dalla Federazione pubblici esercizi (Fipe) su 10 attività che aprono, quasi tre hanno buone probabilità di essere chiuse entro i primi due anni di vita. I motivi sono molteplici. Troppa burocrazia, un carico fiscale eccessivo, una struttura dei costi difficile da tenere sotto controllo, soprattutto se si ha poca esperienza. E proprio la mancanza di pratica sarebbe uno dei fattori che spiegano l' altissimo turnover del settore.

 

Uno studio del professor Luca Pellegrini, docente allo Iulm di Milano e presidente di Tradelab, fornisce una chiave di lettura molto interessante per il fenomeno. «La ristorazione attira i giovani perché è più creativa del commercio ma il turnover è velocissimo», raccontava Pellegrini a Dario Di Vico sul Corsera. Molti fra i giovani neoimprenditori scoprono tardi di essersi infilati in un vicolo cieco fatto di scadenze difficili da onorare, fatture dei fornitori che s' accumulano, tasse e tariffe in quantità.

 

ristorante 1

Una ragnatela di costi imprevisti e largamente imprevedibili per un neofita del business che ruota attorno ai fornelli. Senza dimenticare le spese per il personale, quelle per le attrezzature, gli affitti e le pretese del socio più esoso di tutti gli imprenditori: il Fisco.

Scrivere il business plan per un nuovo ristorante è un' operazione maledettamente complessa. In molti, troppi, se ne accorgono tardi.

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO