controlli green pass alla stazione di milano garibaldi 5

TUTTO 'STO CASINO IN CHAT PER POI FARE LA FIGURA DEGLI SCAPPATI DI CASA - I NO VAX E I NO GREEN PASS CHE RECITAVANO DA LEONI ONLINE PROMETTENDO DI BLOCCARE I TRENI NON SI SONO PRESENTATI IN MASSA ALLE STAZIONI, DOVE C'ERANO PIÙ GIORNALISTI CHE MANIFESTANTI - LAMORGESE VUOLE RAFFORZARE I CONTROLLI SUGLI ATTACCHI IN RETE, INTANTO NEL GRUPPO TELEGRAM "BASTA DITTATURA" GIRANO GLI INDIRIZZI E I NUMERI DI TELEFONO DI BASSETTI E PREGLIASCO E PIOVONO MINACCE DI MORTE A SPERANZA...

controlli green pass alla stazione di milano garibaldi 7

1 - Lamorgese, rafforzare tutela attacchi mossi sulla Rete

(ANSA) "Individuare specifiche misure finalizzate a rafforzare la tutela dagli attacchi mossi sulla rete non solo nei confronti dei giornalisti ma di tutte le categorie più esposte a episodi di odio in questa delicata fase storica caratterizzata dalla pandemia".

 

controlli green pass alla stazione di milano garibaldi 6

Lo ha detto il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, che ha presieduto al Viminale la riunione del "Centro di coordinamento dell'attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti" convocato dopo l'intensificarsi degli attacchi sulla rete e i gravi atti di violenza.

 

controlli green pass alla stazione di milano garibaldi 5

Nel corso della riunione convocata dopo le aggressioni subite da alcuni cronisti nel corso di manifestazioni di protesta contro i provvedimenti del Governo per contenere la diffusione del Covid - alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il capo della polizia Lamberto Giannini, il vice capo della polizia Vittorio Rizzi, il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti Carlo Verna e il segretario generale della Federazione nazionale della stampa Raffaele Lorusso - sono state esaminate le dinamiche che hanno caratterizzato gli ultimi episodi di intolleranza e violenza.

 

controlli green pass alla stazione di milano garibaldi 4

Tra il Viminale e i rappresentanti dei giornalisti è stato condiviso - anche alla luce di un incremento del 19% degli episodi censiti al 31 luglio 2021 rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente - l'esigenza di definire nuovi strumenti operativi per rendere più efficace la prevenzione di un fenomeno che desta grande preoccupazione anche per le dimensioni che sta assumendo sulla rete (nel 2021 più di una intimidazione su due è avvenuta sul Web).

 

controlli green pass alla stazione di milano garibaldi 3

"L'obiettivo comune - ha ribadito il ministro dell'Interno - è anche quello di individuare specifiche misure finalizzate a rafforzare la tutela dagli attacchi mossi sulla rete non solo nei confronti dei giornalisti ma di tutte le categorie più esposte a episodi di odio in questa delicata fase storica caratterizzata dalla pandemia".

 

2 - LE CHAT DELLA VERGOGNA

Massimiliano Peggio e Niccolò Zancan per “La Stampa

 

insulti e minacce sul canale telegram basta dittatura 1

Mario Draghi con i baffi di Hitler. Il numero di cellulare del «criminale Bassetti». Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, «da impiccare sulla pubblica piazza». Ed ecco il governatore Vincenzo De Luca, «il folle dittatore nazista della Kampanistan». Poi, ovvio, giornalisti in quantità e sempre «venduti», sempre «leccaculo» e «infami». «Inondateli!» scrive uno degli amministratori della chat. Di cosa? Di insulti, minacce e maledizioni.

 

insulti e minacce sul canale telegram basta dittatura 2

Non si parla d'altro sul canale di Telegram che si chiama «Basta dittatura!», 42.229 iscritti alle sette di ieri sera. Si discute di come insultare e minacciare tutti quelli che hanno preso pubblicamente posizione a favore del vaccino e del Green Pass. Loro, no: non vogliono vaccinarsi. Non vogliono dover esibire certificati e documenti, e oggi promettono di bloccare tutte le stazioni ferroviarie d'Italia.

 

insulti e minacce sul canale telegram basta dittatura 3

Ma nel frattempo, ecco altre mail di ministri, ecco i nomi dei venduti di quel giornale, ecco altri numeri di telefono. «Inondateli!». «Segnalateli su tutti i social». «Servono gli indirizzi di casa» «Che ne dite di far cagare sotto un po' anche il governo?». Ci sono posti più allegri nei quali intrattenersi. Ora un signore spiega il suo punto di vista: «Se i vaccini fossero una questione prioritaria, lo farebbero per prima i potenti.

 

Non romperebbero i coglioni alle masse. Non bisogna essere geniali per capire questa cosa qua! Non fanno le case popolari in collina, le fanno in periferia dove si sta di merda». Qualcuno ha scritto il suo slogan: «Quando lo Stato diventa criminale è dovere di ogni persona difendere la libertà».

 

controlli green pass alla stazione di milano garibaldi 2

È una chat violenta, dove la realtà è capovolta e sembra non esistere il minimo spazio di mediazione. Si alternano elenchi di nomi a fotografie di persone da «inondare». La pratica invocata è quella della «shit storm», nella migliore delle ipotesi.

 

insulti e minacce sul canale telegram basta dittatura

Quasi tutti i numeri messi in rete sono pubblici. Ma non tutti, ci sono che dati sensibili, indirizzi e cellulari privati. E infatti: «Preparazione degli indirizzi di casa delle merde criminali». Il campionario delle falsità è il solito: i morti «non sono veramente morti», i vaccini non sono vaccini ma «sieri sperimentali».

 

controlli green pass alla stazione di milano garibaldi 1

Ecco la lista delle mail dei parlamentari italiani, ecco lo stralcio di una sentenza del Tribunale di Reggio Emilia che assolve un cittadino di Correggio per aver autocertificato il falso. Ecco un'altra sentenza della Cassazione in cui si dimostrerebbe il nesso di causalità fra una vaccinazione anti epatite A e «danni rilevanti».

 

green pass sui trasporti pubblici 2

Canzoni: «Epic Battle». Lucio Battisti: «Il mio canto libero». Vogliono andare in televisione: «Bisogna avere accesso. Il 3 settembre in tutte le sedi Rai. Loro, della disinformazione, sono il più grande cancro».

 

Ecco il numero di cellulare del virologo Fabrizio Pregliasco. Quasi nessuno partecipa con il proprio nome. Uno che lo fa si presenta così: «Sono un giornalista indipendente senza alcun editore alle spalle, né sponsor a sostegno della mia attività di inchiesta».

 

green pass sui trasporti pubblici 1

Adesso si sa è che il piccolo canale «Infovirus», 150 persone iscritte, dove i toni non sono altrettanto esasperati, ma sempre di propaganda No vax si tratta, è amministrato dal viceprefetto Roberto Dosio, 62 anni.

 

A Torino dirige l'area quarta, cioè quella della tutela dei diritti civili, cittadinanza e immigrazione. «13 mila morti post vaccino. Ecco il rapporto Usa che nessuno vuole farvi vedere».

 

no green pass

Di queste e di altre falsità condivide post: «Viene fuori che il 90% dei ricoverati è vaccinato». Il nome del viceprefetto Dosio nel 2012 era già finito nelle cronache locali dopo aver patteggiato 4 mesi per falso e abuso d'ufficio perché si era cancellato sei multe, in quanto vice prefetto, sostenendo che fosse legittimo farlo.

 

Ecco un messaggio vocale sulla chat «No Green pass - Vinciamo insieme»: «Domani blocco di tutte le stazioni. Non dite minchiate, per favore: che ci sarà la Digos infiltrata, che ci saranno degli attentati. Basta! Chi non ha i coglioni di reagire e si piange addosso, stia a casa. Ma basta minchiate del genere perché condizionate le persone. Tutte le nostre manifestazioni non erano autorizzate. Dobbiamo stare uniti».

 

minacce e insulti su basta dittatura telegram

Un ragazzo steso in poltrona, davanti alla tv di casa, si riprende in video e manda: «L'unica cosa che dobbiamo fare è andare. Questa violenza l'hanno iniziata loro e adesso noi dobbiamo stare al loro passo». Altro canale di Telegram, 22.538 iscritti, si chiama «La mia salute non è in vendita». Molti sono medici e infermieri No vax, Come uno «psicologo olistico», così si definisce, di Merano: «Basta con la paura! Superiamo le limitazioni». E poi si butta sotto una cascata.

 

minacce e insulti su basta dittatura telegram

Dopo quel bagno, compare un video per metà in lingua tedesca girato in una palestra di box. Sono pugni e calci al sacco. Uno dei protagonisti del combattimento dice: «È innanzitutto una questione di dignità». Reclutamenti in atto: «Cerchiamo persone disposte a aiutare il canale per causa comune, per ricerche su internet di informazioni e notizie.

 

Solo persone pragmatiche, rapide e intelligenti. No permalosi e perditempo». Intanto su «Basta dittatura!» prosegue «il dibattito». «I giornalisti leccaculo vanno messi al rogo». «La loro fine è sempre più vicina». Ancora parole per il ministro Di Maio: «Ti veniamo a prendere». Sono piazze italiane. Piazze trasversali. Sono schedature di persone e violenza verbale, nemici indicati pubblicamente. Ci sono anche cuoricini rossi: «Prima o poi Verità e Giustizia potranno finalmente trionfare».

 

basta dittatura canale telegram no green pass e no vax 3basta dittatura canale telegram no green pass e no vaxbasta dittatura canale telegram no green pass e no vax 2basta dittatura canale telegram no green pass e no vax 1basta dittatura canale telegram no green pass e no vax minacce e insulti su basta dittatura telegram. controlli green pass alla stazione di roma 19controlli green pass alla stazione di roma 3controlli green pass alla stazione di roma 23controlli green pass alla stazione di roma 2controlli green pass alla stazione di roma 20controlli green pass alla stazione di roma 1controlli green pass alla stazione di roma 10controlli green pass alla stazione di roma 11controlli green pass alla stazione di roma 12controlli green pass alla stazione di roma 13controlli green pass alla stazione di roma 14controlli green pass alla stazione di roma 15controlli green pass alla stazione di roma 16controlli green pass alla stazione di roma 17controlli green pass alla stazione di roma 18controlli green pass alla stazione di roma 8controlli green pass alla stazione di roma 6controlli green pass alla stazione di roma 7controlli green pass alla stazione di roma 21controlli green pass alla stazione di roma 22controlli green pass alla stazione di roma 4controlli green pass alla stazione di roma 5controlli green pass alla stazione di roma 9

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…