gucci no pellicce

CINCILLA’ IN FESTA - GUCCI ANNUNCIA A SORPRESA: “DAL 2018 NIENTE PIÙ PELLICCE ANIMALI NELLE NOSTRE COLLEZIONI” - LA CASA DI MODA ADERISCE ALLA “FUR FREE ALLIANCE”, COALIZIONE INTERNAZIONALE CHE SI OCCUPA DI PROTEGGERE 40 SPECIE DI ANIMALI UCCISI PER IL PROPRIO MANTO 

Simone Marchetti per Repubblica.it

 

marco bizzarri

A sorpresa e a margine di un convegno sulla sostenibilità del sistema moda, Gucci si aggiunge alla lista dei marchi di moda che decidono di rinunciare all’utilizzo di pelliccia animale. È Marco Bizzarri, ceo del brand dalla doppia G, ad annunciare da Londra che dalla collezione primavera estate 2018, Gucci non includerà più pellicce animali all’interno delle proprie collezioni aderendo così alla Fur Free Alliance, coalizione internazionale che si occupa di proteggere 40 specie di animali uccisi proprio per il proprio manto peloso.

 

La notizia è molto importante perché il marchio italiano nelle mani del gruppo francese Kering è a oggi una delle maison di moda più importanti del mondo, pari per giro di affari e numero di boutique a colossi come Louis Vuitton, Dior, Chanel ed Hermès.

 

pellicce

Fino a questo momento, per esempio, solo piccole realtà come Stella McCartney avevano messo in atto politiche molto rigide riguardo l’impiego di prodotti animali (la stilista inglese, per l’esattezza, non utilizza né pelli e tantomeno pellicce).

 

La tendenza fur-free negli ultimi anni si sta facendo sempre più largo. Innanzitutto per un ritorno delle eco-pellicce, materiale sparito dalle passerelle di moda per molti anni e poi riapparso improvvisamente anche grazie alle nuove lavorazioni industriali che permettono rese e lavorazioni mai ottenute prima.

 

pellicce pubblicita

In secondo luogo, per un richiesta che arriva dai consumatori stessi: i tanto citati Millennials, per esempio, richiedono prodotti che garantiscano un rispetto dell’ambiente e che siano cruelty-free, ovvero ottenuti senza arrecare crudeltà o dolore sugli animali.

 

Non solo rinuncia alle pellicce animali: nel fashion system si sta delineando sempre di più la richiesta e anche la proposta di prodotti che rispettino l’ambiente. A tutti i livelli. H&M, per esempio, ogni anno si impegna in un’attività di riciclo delle proprie merci (i consumatori vengono chiamati a riconsegnare in boutique gli abiti che non utilizzano più in cambio di buoni sconto).

 

Animalisti contro le pellicce

Nell’ultima settimana della moda di Milano, poi, i “Green carpet fashion awards” hanno chiamato a raccolta tutto il fashion system italiano presso il Teatro alla Scala per premiare chi si è distinto nell’impegno della moda sostenibile e soprattutto per sensibilizzare tutto il sistema su queste tematiche.

 

STELLA MCCARTNEY

E circa la sensibilizzazione, da molti anni è ragguardevole l’impegno di ECO AGE, progetto fondato e diretto da Livia Firth per fornire informazione, consulenze e aiuti a chi vuole rendere la propria catena produttiva più ecologica, meno inquinante e rispettosa non solo dell’ambiente ma anche del lavoro delle persone coinvolte.

 

Ultimamente, anche Miroslava Duma, imprenditrice russa molto nota nel mondo della moda, si è dedicata a queste tematiche con il lancio di Fashion Tech Lab, progetto che si occupa di innovazione per garantire più sostenibilità ai prodotti di moda.

livia firth green carpet fashion awarddakota johnson alessandro michele e marco bizzarri green carpet fashion award

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