MELANIA RIZZOLI: ARRIVERANNO A DICEMBRE LE PRIME DOSI DEL SIERO ITALO-INGLESE ANTICOVID NATO DALLA PARTNERSHIP DEI LABORATORI DI POMEZIA DELLA IRBM DI PIERO DI LORENZO CON LO JENNER INSTITUTE DELLA OXFORD UNIVERSITY – IL VACCINO È STATO SOMMINISTRATO A 320 VOLONTARI SANI, NEI QUALI È RISULTATO ‘SICURO E BEN TOLLERATO’, PER CUI È INIZIATA UNA PRIMA SPERIMENTAZIONE IN 5 CENTRI IN INGHILTERRA
Melania Rizzoli per Libero Quotidiano
La vera sfida geopolitica tra i giganti della ricerca è solo una, considerata la corsa all' oro contemporaneo: il vaccino contro il coronavirus, l' oggetto del desiderio più ambito a livello globale, la molecola sulla quale si concentra la maggior parte delle risorse economiche investite a palate, il principio attivo piu ricercato contro ogni evidenza scientifica, perché la posta in gioco è molto alta, ed è chiaro che chi arriva primo vince su tutti.
Da due mesi il fervore tra i ricercatori è evidente, la riservatezza quasi assoluta, ma tra le tante bocche cucite del mondo scientifico trapela la notizia che le prime dosi sperimentali potrebbero essere italo-britanniche, pronte addirittura a settembre, una data molto attraente perché precede l' autunno, quando si teme una seconda ondata del Covid19.
Sono infatti 115 i gruppi al mondo che da febbraio hanno avviato l' impresa, ma Oxford e Pomezia sembrano avanti rispetto agli altri laboratori, poiché allo Jenner Institute della Oxford University in collaborazione con l' azienda italiana Advent-Irbm di Pomezia partner nello sviluppo, è stato messo a punto un vaccino molto promettente contro il coronavirus, che secondo il New York Times è stato testato su sei scimmie macao nel Montana il mese scorso, e gli animali, dopo essere stati esposti ad alte dosi del virus, sono rimasti in salute per i 28 giorni consecutivi, mentre le scimmie rimaste senza vaccino si sarebbero tutte ammalate.
la sperimentazione Dopo questi risultati incoraggianti il "vaccino Jenner" è stato somministrato a 320 volontari sani, nei quali è risultato «sicuro e ben tollerato», per cui è iniziata una prima sperimentazione in 5 centri in Inghilterra, dove il vaccino verrà testato su ulteriori 500 volontari, (i risultati di questa fase sono attesi entro la fine di maggio), dopodiché i primi test clinici verranno effettuati a giugno su 5mila soggetti, che spianeranno la strada alle prime dosi disponibili per categorie previste nel prossimo mese di dicembre.
Oggi creare un vaccino capace di proteggere contro il Covid19 è un' impresa titanica, primo perché non ne abbiamo mai creato uno contro un coronavirus e secondo perché sappiamo ancora troppo poco riguardo la risposta immunitaria di reazione al contagio, la sua efficacia nel tempo e la possibilità della perdita progressiva di memoria immunologica e quindi di una seconda infezione, tutte variabili che disorientano gli studiosi i quali si interrogano e si chiedono se una molecola costruita in laboratorio sia davvero in grado di garantire l' immunità contro un virus naturale molto aggressivo ed ancora sconosciuto, che a quanto pare non ci rende immuni in modo permanente dopo la sua prima infezione.
L' azienda italiana Irbm di Pomezia ha reso noto di aver raggiunto un accordo, insieme allo Jenner Institute, con la multinazionale AstraZeneca, al fine di imporre un' accelerazione ulteriore del prototipo di vaccino antiCovid, della sua realizzazione, produzione e distribuzione a livello mondiale, aggiungendo che verrà adottato un modello no profit per tutta la durata della pandemia, cioè senza margini di profitto.
Normalmente i tempi medi per arrivare ad immettere un vaccino sul mercato sono di 2-3 anni, ma a fronte della grave emergenza sanitaria del nostro Paese, l' azienda di Pomezia ha deciso di passare direttamente alla fase di sperimentazione clinica sull' uomo, ritenendo sufficientemente testata la non tossicità e l' efficacia del vaccino sulla base dei risultati di laboratorio ottenuti e definiti particolarmente buoni, promettendo uno stock di dosi «ad uso compassionevole» per coloro che sono esposti in prima linea, gli agenti delle forze dell' ordine e il personale sanitario, puntualizzando che sarà necessario molto più tempo per la produzione industriale e perché possa essere disponibile su larga scala per la popolazione.
studi per il vaccino del coronavirus
Se tutti i test di questa promettente sperimentazione daranno gli esiti positivi auspicati, il primo stock di vaccino antiCovid verrà messo a disposizione per iniziare la profilassi di alcune categorie più fragili e di quelle più a rischio, come ha sottolineato il presidente di Irbm Pietro Di Lorenzo, che punta comunque ad ottenere un numero considerevole di dosi in tempi ristretti. Anche se questo italo-britannico non è l' unico prototipo di vaccino in corsa (altri sono in via di sperimentazione negli Usa, in Cina, in India e in Australia) di sicuro è quello che ha mostrato i risultati più positivi in tempi più brevi, confortati dai test pre-clinici certificati e pubblicati.
Jenner Institute della Oxford University
corsa mondiale Nel giorno in cui l' Oms ha ammesso che solo un vaccino specifico potrà interrompere definitivamente la trasmissione del coronavirus a livello globale, tra la nebbia che avvolge l' integrazione tra il nuovo agente virale e il sistema immunitario umano, questione che ancora disorienta i ricercatori, i quali sanno bene che esistono virus contro i quali è impossibile sintetizzare un vaccino, dall' alleanza nata tra Oxford e Pomezia, una gloriosa Università ed un centro di ricerca situato sulla Pontina alle porte di Roma, arriva la speranza di una scoperta scientifica di importanza mondiale, processata in corsa e in piena emergenza, in una sfida ai limiti dell' impossibile, sulla quale sventolerà anche il nostro tricolore in segno di vittoria, la bandiera simbolo di uno dei Paesi più duramente colpiti ed umiliati dal Corona.
Ps: sulla base della mappa interattiva messa a punto dall' Università John Hopkins, il patogeno emerso in Cina ha infettato ad oggi oltre 3,2milioni di persone e ne ha uccise oltre 230mila, 22mila delle quali solo in Italia.
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