IL VERO DRAMMA DELL’ITALIA? UN BIMBO SU DUE NON LEGGE, NON VISITA UN MUSEO E NON FA SPORT - L’INADEGUATEZZA DELLE SCUOLE TRA CONNESSIONI INTERNET CARENTI E MANCANZA DEI CERTIFICATI DI AGIBILITÀ
Fla.Ama. per “la Stampa”
Il dramma dell’Italia è tutto racchiuso in queste cifre: quasi un minore su due (48,4%), tra i 6 e i 17 anni, non ha letto neanche un libro l’anno scorso, più della metà non ha visitato né un sito archeologico (69,4%) né un museo (55,2%); il 45,5% non ha svolto alcuna attività sportiva.
Sono numeri tratti dal rapporto di Save The Children «Illuminiamo il futuro 2030 - Obiettivi per liberare i bambini dalla Povertà Educativa» elaborati da una serie di fonti ufficiali (Istat, Ocse e altri). Raccontano una realtà che, se guardata in prospettiva, propone scenari inquietanti su quello che sarà l’Italia fra venti-trent’anni.
Quasi un quindicenne su quattro è sotto la soglia minima di competenze in matematica e quasi uno su cinque in lettura. La situazione è anche più grave se ci si concentra sulle realtà più difficili: tra gli adolescenti che vivono in famiglie con redditi bassi il 36% non ha competenze minime di matematica e il 29% nella lettura. E sono il 44,2 e il 42% per le famiglia del Sud. In Calabria si sfiora la metà dei quindicenni: 46% e 37%.
Le cause di questa povertà educativa sono molte ma non bisogna dimenticare che solo il 14% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare al nido, il 68% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il 64% dei minori non partecipa (spesso perché non ha la possibilità di farlo) a una serie di attività ricreative, sportive, formative e culturali. Il record negativo spetta a Campania (84%), Sicilia (79%) e Calabria (78%).
voto riforma della scuola in senato 1
«Queste enormi diseguaglianze vanno superate attivando subito un piano di contrasto alla povertà minorile e potenziando l’offerta di servizi educativi di qualità», sottolinea Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa Save the Children.
«C’è da lavorare» perché «nessuno rimanga indietro» ha commentato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti. E il lavoro da fare non sarà di poco conto. Sempre fra i quindicenni il 60% frequenta scuole non adeguate a garantire la qualità dell’apprendimento.
Il 45% dei ragazzi in condizioni socio-economiche svantaggiate che hanno aule con connessioni internet carenti, non raggiunge le competenze minime in matematica e il 41% in lettura, percentuale che scende a 43% e 28% se le scuole sono ben connesse. Per il recupero dei minori più svantaggiati aiuterebbero dunque anche le attività extracurriculari, ma il 70% dei 15enni frequenta istituiti che non le prevedono.
Inoltre, il 45% delle scuole è priva di un certificato di agibilità e/o abitabilità, il 54% non è in regola con la normativa anti-incendio e il 32% non rispetta le norme anti sismiche ma il 40% degli edifici si trova in zone a rischio sismico (la metà dei quali al Sud) e il 10% in aree a rischio idrogeologico.
Sono cifre che destano allarme ma è anche vero - come sottolinea Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di Missione per l’edilizia scolastica di Palazzo Chigi, che non tengono conto del lavoro realizzato dal Governo in questi ultimi mesi, dalla pubblicazione dei dati dell’Anagrafe sull’Edilizia Scolastica ai cantieri aperti. «Sono 1643 i cantieri aperti la scorsa estate chiuderanno nelle prossime settimane, oltre 454 interventi sono stati attivati per le scuole fino ai tredici anni e altri 501 per le scuole superiori, con un investimento totale di 344 milioni.
C’è poi l’operazione dei mutui Bei: 905 milioni per le scuole, a cui l’anno prossimo se ne potranno aggiungere altri 230 già previsti nella Legge della Buona Scuola e altri 90 dedicati ai conservatori e alle accademie. Questi dati dimostrano che in poco più di un anno l’edilizia scolastica in Italia da emergenza si è trasformata in priorità».
[FLA. AMA.]