coronavirus medici anziano terapia intensiva

VI SIETE FATTI L’ESTATE? E ADESSO VI CIUCCIATE UN INVERNO DI MERDA – DA AGOSTO I RICOVERI IN TERAPIA INTENSIVA PER COVID SONO PASSATI DA 45 A 387 - A FAR PAURA QUESTA VOLTA È IL SUD DOVE, CON QUESTO RITMO DI CONTAGI, I POSTI IN TERAPIA INTENSIVA SARANNO ESAURITI: CI SONO TRENTA GIORNI PER EVITARE LA CRISI E L’AUMENTO DEI CONTAGI CHE ANDREBBE A INTASARE GLI OSPEDALI IN QUELLE REGIONI DOVE SOLO IL 40% DEI NUOVI POSTI LETTO È REALMENTE DISPONIBILE…

Mauro Evangelisti per “Il Messaggero”

 

coronavirus terapia intensiva

Con questo ritmo di aumento dei pazienti più gravi tra un mese i posti di terapia intensiva, al Sud, non basteranno. Prendiamo il caso della Campania: tra settembre e ottobre ha sestuplicato i posti occupati causa Covid, oggi sono 63, a metà novembre, se non si inverte la tendenza, saranno quasi 400. Il sistema andrà al collasso. Come siamo arrivati a questa situazione?

 

coronavirus terapia intensiva

Era il 9 agosto, spiagge e discoteche si riempivano, il Paese si era illuso che il coronavirus non esistesse in più: negli ospedali di tutta Italia c'erano solo 45 pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid. Un mese dopo, arriviamo al 9 settembre, inizia il risveglio, dalle ferie torna un esercito di nuovi positivi con la seconda illusione secondo cui sono tutti asintomatici: i pazienti dei reparti di terapia intensiva sono triplicati, fino a quota 150.

 

terapia intensiva

Passa un altro mese, gli esempi di Spagna e Francia ci fanno capire che sarà un lungo inverno. E l'incremento dei pazienti gravi, nelle terapie intensive, prosegue: ieri siamo arrivati a 387.

 

Con questo poco confortante ritmo di crescita a dicembre saremo ampiamente sopra quota 1.000. Con un problema in più: l'incremento sta investendo soprattutto il sud, in particolare la Campania, a cui ieri il commissario Domenico Arcuri, ha inviato 150 nuovi ventilatori, mentre il governatore Vincenzo De Luca è pronto a raggiungere un'offerta totale di posti in terapia intensiva pari a 500.

 

domenico arcuri

Annotazione: la Campania aveva solo 2 pazienti in rianimazione per Covid il 9 agosto, oggi ne ha 63; simile la situazione della Sardegna, che è passata in due mesi da 0 a 23, e della Sicilia, da 5 a 35. Anche il Lazio ha visto una crescita significativa, da 8 a 57 in due mesi. Per ora si salva il Nord: la Lombardia da 9 a 44, l'Emilia-Romagna da 4 a 14, il Veneto da 6 a 21.

 

Massimo Antonelli

SCENARI Ci stiamo avviando alla catastrofe che investì il nord a marzo e aprile? No, i numeri non sono paragonabili. Nelle fasi peggiori in Italia ci furono 4.000 pazienti in terapia intensiva, oggi siamo a meno di un decimo. Il professor Massimo Antonelli, direttore dell'Unità operativa complessa di Rianimazione e Terapia Intensiva del Gemelli e membro del Comitato tecnico scientifico: «I pazienti in condizioni serie che arrivano in terapia intensiva sono della stessa gravità che avevamo visto a marzo e aprile, non c'è nessuna attenuazione del virus.

 

de luca

La differenza rispetto a prima è che allora c'erano in terapia intensiva solo i malati di estrema gravità, mentre pazienti con necessità di respirazione assistita erano anche in altri reparti, per penuria di letti. Oggi possiamo ricoverare in terapia intensiva anche quelli un po' meno gravi, quelli che nella prima fase non sarebbero potuti arrivare in questi reparti perché non c'era posto».

 

Sintesi: non sta andando come a marzo e aprile, ma non significa che va tutto bene. L'obiettivo è abbassare la curva dei contagi per evitare che l'incremento dei casi porti a un conseguente aumento anche della parte minoritaria dei più gravi, intasando i reparti di terapia intensiva. Si dirà: ma rispetto a marzo ci saremo preparati, avremo aumentato i posti? Sì e no. In epoca pre Covid in Italia c'erano 5.179 posti di terapia intensiva.

reparto di terapia intensiva brescia 22

 

Quando esplose l'epidemia furono portati, anche in forma provvisoria, a oltre 11mila. Tornata la calma il Ministero della Salute decise di attivarne 3.553 in forma stabile, per arrivare a 8.732. Il problema è che non sono ancora pronti, non tutte le regioni hanno già applicato il piano: dei nuovi posti previsti solo il 40 per cento è realmente disponibile.

reparto di terapia intensiva brescia 20

 

Ultimo elemento: è vero che anche in Campania, con 63 pazienti di terapia intensiva c'è margine rispetto ai 500 posti a disposizione, ma in quei reparti finiscono anche pazienti molto gravi con altre patologie. E si affaccia la necessità di un sistema di sussidiarietà, con le Regioni che hanno più posti liberi che aiutano quelle in difficoltà.

reparto di terapia intensiva brescia 21coronavirus, la terapia intensiva di un ospedale di new york 4reparto di terapia intensiva brescia 23CORONAVIRUS - PAZIENTE IN TERAPIA INTENSIVA CON IL RESPIRATOREcoronavirus terapia intensiva bergamo

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’. UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA) - L'ULTIMA SPERANZA DI CALTARICCONE: ESSENDO MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS, A DECIDERE LA DEROGA DAL ‘’PASSIVITY RULE’’ SARÀ L’ASSEMBLEA: SE IN FORMA ORDINARIA (A MAGGIORANZA), CALTAPERDE; SE STRAORDINARIA (CON I DUE TERZI DEL CAPITALE PRESENTE), CALTAVINCE...

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...