VI STANNO SULLE PALLE LE SARDINE? ALLORA CUCINATELE! - SONO RICCHE DI VITAMINE E SALI MINERALI, CONTENGONO OMEGA 3 E AIUTANO A PREVENIRE ALCUNE MALATTIE - INSIEME AD ALICI, SGOMBRO E ARINGA, SONO PESCI A CICLO VITALE BREVE IL CUI CONSUMO È SUGGERITO DAGLI ESPERTI SIA PER UN DISCORSO DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE, SIA DI SALUTE - IL RISCHIO DI CONTAMINANTI NELLE SARDINE È PRATICAMENTE INESISTENTE…
Giulia Masoero Regis per “Salute - la Repubblica”
Se pensate che siano soltanto un movimento di protesta sbagliate. Perché le sardine, seppure tanto bistrattate, sono buone, economiche, versatili. Considerate pesce povero, sono sempre disponibili a buon prezzo in pescheria o sui banchi del mercato. Le sarde o sardine sono un ingrediente tipico della cucina mediterranea, perché è proprio nel Mediterraneo che si concentrano di più e vengono pescate a tonnellate ogni anno: talvolta anche troppo, soprattutto nell' Adriatico, dove sono state spesso oggetto di sovrapesca.
Rientrano tra le specie più catturate al mondo (non esistono allevamenti) e nel 2016 in Europa, secondo i dati dell' Osservatorio europeo del mercato ittico (Eumofa), gli sbarchi sono aumentati del 17% raggiungendo il picco più alto dei precedenti cinque anni.
«Noi italiani non siamo tra i maggiori consumatori, ma l' acquisto di sardine in Europa è buono: dagli ultimi dati Eumofa sul 2016 emerge che se ne mangiano in media 0,69 chili pro- capite, sia fresche che congelate e trasformate.
Sono al decimo posto dei pesci più portati in tavola, capitanati dal tonno a pinne gialle», spiega Valentina Tepedino, responsabile della Società Scientifica di medicina Veterinaria preventiva per i prodotti ittici. «Quelle che troviamo in commercio sono pescate soprattutto nel nostro Mar Adriatico, ma possono arrivare anche dalla Croazia, poi ci sono quelle dell'Atlantico settentrionale, che arrivano da Spagna e Paesi Bassi».
Anche se nel 2018 in Italia si è registrato un calo degli acquisti di prodotti ittici, davanti al banco del pesce il consumatore è sempre più attento all'origine, spesso alla ricerca di quello "locale". « Sull'etichetta è obbligatorio riportarla attraverso le zone Fao e apposite mappe - continua Tepedino - o, modalità per me più chiara e trasparente, indicarla per iscritto, ad esempio " Mar Mediterraneo Centrale- Mar Adriatico".
In più, se chi vende ha la certezza dell' origine italiana, la può precisare. A prescindere dall' origine, è importante che la sardina sia a filiera corta, più fresca possibile e venduta nel ghiaccio » . Insieme ad alici, sgombro, aringa e altre specie, la sardina è un pesce azzurro, varietà piccole e a ciclo vitale breve il cui consumo è suggerito dagli esperti sia per un discorso di sostenibilità ambientale, sia di salute. «Con una vita media di 5 anni e un' alimentazione a base di fito e zoo plancton, il rischio di contaminanti nella carne di sardine è praticamente inesistente.
Inoltre non hanno una stagionalità precisa perché si riproducono tutto l'anno, con un picco in inverno, quindi la rinnovabilità della specie è garantita», dice Silvestro Greco, biologo marino e presidente del comitato scientifico di Slow Fish. Come tutto il pesce azzurro, le sardine sono importanti da un punto di vista nutrizionale, perché ricche di vitamine e sali minerali. «Sono un' ottima fonte di proteine e di acidi di grassi insaturi omega 3, i cosiddetti amici del cuore», dice Gabriele Riccardi, già direttore di Diabetologia dell' ospedale Federico II di Napoli. «Portare a tavola pesce azzurro almeno tre volte a settimana aiuta a ridurre il rischio di eventi cardiovascolari e a prevenire altre patologie, come l' osteoporosi».