IL VIRUS RITORNA DALL’OVEST? – I CONTAGI CALANO IN EUROPA E IN ASIA MA AUMENTANO A DISMISURA IN USA E SUD AMERICA – GLI ESPERTI SONO PREOCCUPATI, E NON POCO, DALL’EPIDEMIA “NON SINCRONICA”: “I RISCHI DI IMPORTARE, NUOVAMENTE, CASI DA ALTRE NAZIONI IN CUI L' EPIDEMIA STA CORRENDO SONO EVIDENTI. E NON BASTERÀ CERTO MISURARE LA TEMPERATURA ALL' ARRIVO NEGLI AEROPORTI” –L’UNICO MODO PER FERMARE DAVVERO IL COVID È IL VACCINO
Mauro Evangelisti per “il Messaggero”
montefiore medical center wakefield campus al bronx
A gennaio abbiamo pensato e sperato che il Covid potesse essere un problema circoscritto a una provincia cinese, Hubei, di cui molti di noi non avevano neppure sentito parlare. Sono stati sufficienti pochi mesi per comprendere che, in un mondo sempre più collegato, era una illusione. Oggi rischiamo di commettere lo stesso errore in modo inverso: l' Italia è riuscita a limitare drasticamente il numero dei contagi giornalieri e vede all' orizzonte una riduzione importante della circolazione del virus.
Ma potrebbe essere una vittoria non decisiva, perché la pandemia non è in sincrono nel mondo. Dicono gli esperti: guardate cosa sta succedendo in Brasile, in Messico, in Russia, in Perù. La crescita è esponenziale, anche quando l' Italia sarà vicina all' azzeramento dei nuovi casi, sarà sotto assedio, perché in altri paesi del mondo ci saranno milioni di persone ancora positive.
FENOMENO GLOBALE
INDIGENI PIANGONO UNA VITTIMA DI CORONAVIRUS A MANAU, IN BRASILE
Spiega il professor Stefano Vella, medico infettivologo, professore dell' Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma: «Mi colpisce che siamo tornati a ragionare su questa epidemia come se fosse locale e non globale. Quando New York ha il quintuplo dei casi di Wuhan, come possiamo pensare che possa fermarsi lì? Il lavoro che stanno facendo l' Italia o la Spagna, per fare due esempi, è importante, ma non sarà sufficienti. In quanto epidemia globale l' unica soluzione definitiva sarà il vaccino. I rischi di importare, nuovamente, casi da altre nazioni in cui l' epidemia sta correndo sono evidenti. E non basterà certo misurare la temperatura all' arrivo negli aeroporti».
All' inizio la grande malata era la Cina, poi c' è stato il picco in Corea del Sud, infine l' Italia è divenuta la nazione con più casi e morti. Rapidamente siamo stati superati, come totale degli infetti dalla Spagna e dal Regno Unito, in proporzione al numero di abitanti anche dal Belgio. Ma anche questa è una fotografia del passato: grazie al lockdown, il numero di nuovi casi in Italia si è assestato a 600-700 giornalieri, in Brasile (dove la politica negazionista di Bolsonaro, che ha costretto alle dimissioni due ministri della Salute, ha offerto praterie al virus) ce ne sono invece 20mila in un solo giorno.
Anche tenendo conto che il Brasile ha poco più del triplo di abitanti dell' Italia, sono moltissimi: è nella situazione in cui si trovava il nostro Paese nei giorni del picco. E in Brasile la curva non sembra scendere, anzi; ora nel mondo è la nazione con più casi dietro agli Stati Uniti. Purtroppo, anche altri paesi dell' America del Sud hanno situazioni altrettanto preoccupanti: il Perù (32 milioni di abitanti) ha 112mila casi, il Cile (19 milioni) ne ha 66mila. Non va meglio in America centrale, con il Messico a 62mila positivi. Ovviamente il paese del mondo con più positivi sono gli Stati Uniti con quasi 1,7 milioni di casi.
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Certo, gli Usa sono molto estesi e hanno 330milioni di abitanti, ma comunque l' incidenza in base alla popolazione è tra le più alte al mondo e più alta di quella dell' Italia: 4.999 ogni milione di abitanti, contro i nostri 3.792. In sintesi: ormai è in America che c' è il numero maggiore di positivi al mondo e con una tendenza alla crescita.
IL NUOVO EPICENTRO
In particolare, tornando all' America Latina, l' Organizzazione mondiale della sanità dice: «L' America del Sud è diventata un nuovo epicentro della malattia. C' è preoccupazione per diversi Paesi ma chiaramente il più toccato è il Brasile».
E poi ci sono i due giganti: Russia e India, rispettivamente con 335mila e 131mila casi positivi. La piccola Italia sta, gradualmente, fermando il contagio, ma rischia di essere schiacciata dal resto del mondo dove il virus corre veloce. Come potremo difenderci? Spiega il professor Vella: «Non c' è nessuna prova di un indebolimento del virus. Semmai abbiamo imparato meglio a trattarlo, se abbattiamo la severità dell' infezione è già un risultato. L' unico modo che avremo di conviverci sarà effettuare tamponi e test in modo sempre più assiduo. Un giorno potremo anche decidere di fare i tamponi rapidi ai viaggiatori prima della partenza. Ma la soluzione reale sarà il vaccino».
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