
VIVA L’INGHILTERRA! BEATLES, BBC, OXFORD, SHAKESPEARE E PREMIER LEAGUE: IL “SOFT POWER” INGLESE CONQUISTA IL MONDO - L'ITALIA, CON IL MAGGIOR PATRIMONIO D'ARTE DEL MONDO, NON SA VENDERSI: SOLO DODICESIMA - ALL’ULTIMO POSTO LA CINA
Enrico Franceschini per “la Repubblica”
Se fosse un’equazione si leggerebbe più o meno così: Beatles più Bbc più Oxford più Shakespeare più Premier League più James Bond uguale prima superpotenza mondiale. Un titolo solitamente assegnato in base al Pil, ovvero alla ricchezza economica di una nazione, o talvolta al numero di missili nucleari: in base a quest’ultimo dato, America e Russia lo avevano lungamente condiviso durante la guerra fredda.
Ma mentre fabbriche e armi riflettono l’“hard power”, come misura dell’influenza di un paese esiste anche il “soft power”, il potere della cultura, dello show-business, del patrimonio artistico, del valore accademico e scientifico. E in questo campo sembra che oggi la potenza numero uno della terra sia la Gran Bretagna, non più un grande impero come nell’Ottocento, ora uno stato relativamente piccolo, ma estremamente rilevante dal punto di vista dell’intrattenimento, delle idee, dell’istruzione, dell’identità culturale.
Come osserva l’ Economist di questa settimana, non ci sono tante classifiche del potere mondiale che attualmente mettono il Regno Unito al primo posto, e questa è una prima sorpresa del ranking dei 30 paesi più importanti come “soft power” compilato dalla Portland, società di pubbliche relazioni londinese, in collaborazione con Facebook.
Ma la graduatoria contiene un secondo risultato sorprendente: all’ultimo posto c’è la Cina, superpotenza economica planetaria, la nazione che sembra in procinto di conquistare il mondo sotto ogni punto di vista, dal prodotto interno lordo allo sport, dalla tecnologia agli investimenti, dai grattacieli ai record di ogni genere.
Quattro volte più ricca della Gran Bretagna, venti volte più popolosa, quaranta volte più estesa geograficamente, la Cina conta tuttavia ancora assai poco sul piano della forza di persuasione culturale, su quello che si potrebbe definire il potere occulto di sedurre con la morbida vitalità di mode, icone e trend. E non è solo l’Inghilterra a battere i cinesi sul piano del “soft power”: la superano anche tutti gli altri paesi dell’indagine, compresi per esempio Israele, la repubblica Ceca, la Turchia e il Messico. Deve ancora farne di strada, Pechino, per dominare il pianeta in questo ambito.
La Gran Bretagna vince perché ha un’industria discografica senza eguali, la migliore radiotelevisione pubblica del mondo, le migliori scuole (private) e le migliori università (dopo gli Usa), perché parla la lingua globale, è all’avanguardia nella ricerca e nello sviluppo, ha il campionato di calcio più ricco e più seguito, vanta modelli culturali intramontabili, che si tratti di musei, minigonna, drammi shakespeariani, avventure di Sherlock Holmes o film dI 007. Perciò ha tanti fans a ogni angolo della terra, che sognano di venire a Londra.
Dietro il Regno Unito, la classifica mette in fila altre nazioni-guida sul piano di cultura, spettacolo e costumi, dalla Germania vera capitale d’Europa agli intramontabili Stati Uniti di jeans, hamburger e Hollywood, alla sempre dolce e affascinante Francia.
Può meravigliare, semmai, che un paese carico di storia, arte, bellezze architettoniche e naturali come l’Italia figuri solo al dodicesimo posto, dietro a nazioni più piccole e apparentemente meno dotate di potere culturale, come la Svizzera, che in 500 anni, mentre noi fra un intrigo e l’altro producevamo il Rinascimento, ha prodotto — secondo la battuta di un vecchio film — “solo l’orologio a cucù”. Demerito dell’Italia, che forse non sa far brillare abbastanza i propri gioielli; sebbene anche le banche elvetiche, come soft power, non siano da sottovalutare.