biden zelensky

ZELENSKY CHIAMA, BIDEN RISPONDE – L’AMMINISTRAZIONE AMERICANA SI STA PREPARANDO A INVIARE A KIEV ARMI PIÙ POTENTI, DOPO LE NUOVE RICHIESTE DEL PRESIDENTE UCRAINO. E L’ITALIA? SUL CAMPO SONO SPUNTATI CANNONI FH70, PROBABILMENTE SPEDITI DA ROMA – SUL CAMPO I RUSSI AVANZANO, E ZELENSKY, INSIEME AL SUO MINISTRO DEGLI ESTERI, KULEBA, HA ALZATO I TONI CONTRO LA NATO PER LA QUALITÀ DEI RIFORNIMENTI. L’OCCIDENTE CI VA CAUTO PER NON ACCRESCERE IL CONTRASTO CON PUTIN: C’È IL TIMORE CHE GLI UCRAINI INIZINO A BOMBARDARE OLTRE CONFINE, SCATENANDO UN’ESCALATION

ZELENSKY BIDEN

1 - UCRAINA: 'BIDEN SI PREPARA A INVIARE ARMI PIÙ POTENTI'

(ANSA) - L'amministrazione Biden si sta preparando a inviare all'Ucraina armi più potenti nell'ambito di un nuoco pacchetto la prossima settimana. Lo riferiscono fonti dell'amministrazione alla Cnn. Si tratterebbe in particolare di sistemi di missili a lungo raggio, Multiple Launch Rocket System o MLRS, che da tempo sta chiedendo Volodymyr Zelensky.

LA SITUAZIONE NEL DONBASS AL 27 MAGGIO 2022

 

Le armi, prodotte negli Stati Uniti, possono sparare una raffica di razzi per centinaia di chilometri, molto più lontano di qualsiasi altro sistema già presente in Ucraina, e secondo Kiev potrebbe essere il punto di svolta nella loro guerra contro la Russia.

 

Un altro sistema richiesto dall'Ucraina è il High Mobility Artillery Rocket System o HIMARS, più leggero dell'Mlrs ma in grado di sparare lo stesso tipo di munizioni. Finora Biden aveva evitato di inviare questi sistemi per timore che l'Ucraina potesse utilizzarli per attaccare all'interno del territorio russo con la conseguenza di una reazione da parte di Mosca, riferiscono le fonti.

 

cannone FH70

2 - ARMI, OBIETTIVI, PROPAGANDA: LA SETTIMANA NERA DEGLI UCRAINI

Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

La resistenza ucraina sta affrontando enormi difficoltà nell'est. Dopo aver respinto l'invasore a Nord e aver combattuto per quasi tre mesi nel Sud, nel Donbass sta subendo l'avanzata dell'Armata russa e sembra aver perso slancio anche dal punto di vista del morale. La Russia ha progressivamente ridotto i propri obiettivi, ha aggiustato in parte gli errori e ora attacca su un fronte ridotto, ampio appena 120 chilometri, che le ha permesso di concentrare le forze e accorciare la linea dei rifornimenti.

 

severodonetsk

L'Armata procede con piccoli accerchiamenti nelle regioni contese di Donetsk e Lugansk - della quale ha occupato il 95% del territorio - e punta Severodonetsk, la città più a est ancora sotto controllo ucraino: è bersagliata dall'artiglieria e accerchiata su tre lati, potrebbe subire un assedio come quello di Mariupol.

 

I russi avrebbero raggiunto anche una superiorità aerea nella regione, ammettono gli ucraini. «Ci sono segnali di un'escalation», ha detto la viceministra della Difesa Hanna Malyar, «ci aspetta un periodo estremamente difficile e lungo». Segnali negativi bilanciati da alcuni contrattacchi della resistenza, a conferma di un quadro sempre fluido.

 

volodimyr zelensky 3

Le armi

Il presidente Zelensky ha chiesto agli Usa nuovi apparati bellici, insiste per i lanciarazzi a lungo raggio, vuole droni più potenti. Le risposte sono state parziali. Die Welt ha scritto che la Nato non vorrebbe fornire suoi carri armati moderni e caccia, avalla in questa categoria solo il trasferimento di mezzi di seconda mano.

 

Gli ucraini si sono lamentati che alcuni dei «pezzi» arrivati sono malandati, per certi aspetti sono nelle stesse condizioni di quelli russi. A questo proposito, sono uscite notizie sugli anziani T-62 spediti da Mosca, forse destinati ai miliziani del Donbass, arnesi degli anni '60.

putin zelensky biden

 

La cautela occidentale nell'alzare la qualità dell'aiuto sarebbe legata al desiderio di non accrescere il contrasto con Putin: temono che Kiev inizi a bombardare oltre confine. Gli esperti replicano: certi sistemi sono fondamentali per ingaggiare le artiglierie dell'Armata. A tutto questo si aggiungono la necessità dell'addestramento, la logistica (i carichi da Ovest devono raggiungere la parte opposta del Paese, bersagliati dai russi), i tempi mai brevi.

 

Henry Kissinger e Vladimir Putin

Le vie delle armi sono infinite, magari passa materiale senza che si sappia e non sarebbe una sorpresa se gli alleati accontentassero gli ucraini: l'invasore incalza. Foto dal campo hanno rivelato intanto la presenza di cannoni FH70, probabilmente spediti dall'Italia. Gli obiettivi Le difficoltà ucraine si riflettono anche sugli obiettivi della resistenza. Zelensky ha respinto qualsiasi ipotesi di cessione territoriale in cambio della pace, come ha suggerito l'ex segretario di Stato Henry Kissinger.

 

La realtà del campo - e dei negoziati, da tempo sospesi - è però decisamente più complessa: da tre mesi il presidente ucraino sta cercando di trovare un equilibrio, di capire a cosa è disposto a rinunciare per arrivare alla pace. Se pubblicamente dice di voler riconquistare l'integrità territoriale del suo Paese, Crimea compresa, in privato affronta un dilemma morale: da un lato ci sono le atrocità di una guerra che più va avanti e più avvantaggia Mosca; dall'altro le concessioni che sarà costretto a fare per fermare i combattimenti.

 

La propaganda

MAPPA UCRAINA - DONBASS - CRIMEA

Anche la narrazione dei difensori si è inceppata. Nei primi tre mesi di guerra è stata sempre un passo avanti a quella russa, abile a gonfiare le perdite altrui - ora sarebbero quasi 30 mila, sostengono - e nascondere le proprie, capace di dettare ogni notte la linea del giorno successivo. Gli ostacoli, il bazar sulle armi e il dilemma sul futuro hanno rallentato la locomotiva della comunicazione: lo stesso Zelensky ha cambiato tono, ammette i colpi subiti, afferma che nell'est le forze ucraine «perdono 50-100 soldati ogni giorno». Questa guerra ci ha insegnato, però, che gli ucraini sono riusciti a riemergere nei momenti critici, più tenaci degli invasori.

navi russe in crimea cartina della crimeavolodymyr zelensky

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