volodymyr zelensky himars

SE LO AMMETTE ANCHE ZELENSKY, SIGNIFICA CHE I LANCIARAZZI AMERICANI STANNO DAVVERO CAMBIANDO LE SORTI DELLA GUERRA – IL PRESIDENTE UCRAINO PER UNA VOLTA NON FA LA LAGNA CONTRO L’OCCIDENTE CHE NON GLI DÀ ABBASTANZA MUNIZIONI, E ANZI LODA LE NUOVE ARMI FORNITE DAGLI AMERICANI: “HANNO CONTRIBUITO ALLA RICONQUISTA DELLE LINEE DIFENSIVE” – MA PERCHÉ GLI USA NE HANNO FORNITI SOLO 12? IL SUPPORTO DI WASHINGTON È ESTESO MA “CONTROLLATO” PER EVITARE TENSIONI CON MOSCA…

1 - ZELENSKY, ARMI OCCIDENTALI STANNO FACENDO LA DIFFERENZA  

sistemi anti missile himars

(ANSA) - Le armi recentemente fornite dall'Occidente all'esercito ucraino stanno facendo una differenza notevole nel favorire i successi militari e le perdite inflitte all'invasore russo, secondo quanto dichiarato dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un discorso tenuto durante la notte. Secondo il 'commander in chief' di Kiev, a far girare, seppure lentamente, le sorti militari del conflitto sono stati soprattutto i sistemi missilistici avanzati americani Himars, precisi ed efficienti.

 

volodymyr zelensky a kharkiv 5

"Siamo riusciti a stabilizzare la situazione. Quest'ultima è complessa, intensa, ma sotto controllo. Un importante fattore che ha contribuito alla riconquista delle linee difensive e posizioni è stato l'arrivo puntuale dell'M142 Himars, che infligge chirurgicamente colpi ai posti di controllo e ai depositi di munizioni e carburante del nemico", ha aggiunto alle parole del presidente Valeriy Zaluzhniy, il comandante militare ucraino, citato dalla Cnn. La Cnn da parte sua ha identificato almeno 20 raid missilistici ucraini di successo dietro alle linee russe, nelle regioni di Donetsk, Ligansk, Mykolaiv e Kherson, tutti nel mese di luglio. Alcuni di questi, secondo la Cnn, hanno provocato potenti esplosioni.

 

lanciarazzi himars

2 - MISSILI A LUNGA GITTATA E OBIETTIVI POLITICI GRANDE DISTANZA TRA KIEV E L'OCCIDENTE

Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

Sul taccuino militare le analisi belliche accompagnano quelle più politiche: è questo il doppio binario della crisi in attesa che l'Armata dia concretezza alle disposizioni del Cremlino.

 

Nell'arco di 48 ore, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha ordinato per due volte di concentrare l'azione sui sistemi d'artiglieria a lunga gittata ucraini: è una conferma evidente di come gli Himars - appena 12 esemplari in dotazione a Kiev - e alcune armi analoghe stiano incidendo sulle operazioni.

ZELENSKY BIDEN

 

Non cambiano l'assetto strategico, però, come prevedibile, complicano la missione dell'Armata: distruggono siti importanti (depositi, snodi logistici); costringono gli invasori a spostare i centri per le munizioni lontano dalla linea ferroviaria e a ricorrere a trasferimenti con i camion, quindi maggiore sforzo e tempi più lunghi; accrescono l'insicurezza nelle retrovie.

 

Ripercussioni vi sarebbero anche sul fronte navale. Fonti da Odessa sostengono che numerose unità della Flotta del Mar Nero hanno lasciato la base russa di Sebastopoli per trasferirsi più a Oriente.

Una mossa legata alla minaccia dei missili ucraini, mezzi con un raggio d'azione più ampio.

Vladimir Putin con Sergei Shoigu

 

L'Ucraina ha appena 12 Himars, a questi si aggiungono alcuni lanciarazzi M270.

Davvero pochi. I collaboratori di Zelensky ne avevano chiesti 300, gli analisti hanno replicato che avrebbero potuto accontentarsi di una sessantina. Tutto ciò rientra nel tema delle forniture.

 

Washington è stata molto generosa, tuttavia non è chiaro perché non abbia garantito un numero maggiore di pezzi: riemerge quindi l'impressione di un supporto esteso quanto «controllato», giustificato da alcuni come un tentativo di non creare tensioni aggiuntive con il Cremlino.

lanciarazzi himars

 

Interessante che Kathy Warden, presidente della Northtrop Grumman, una delle società leader nel settore armamenti, abbia sollecitato indicazioni precise su scorte, necessità di produzione, su cosa sia prioritario mettere a disposizione. Richiami a non rallentare la solidarietà sono stati rivolti da Svezia e Finlandia, due Stati decisi a contrastare le mosse di Putin e per questo disposti a garantire un flusso continuo di materiale in favore di Kiev. L'Ue ha risposto indirettamente stanziando lunedì altri 500 milioni di euro. L'impressione è che vi sia il timore di un calo di «entusiasmo» da parte di alcuni partner atlantici nel supporto agli ucraini

VOLODYMYR ZELENSKY CON LA FELPA lanciarazzi himars 2LE DIMISSIONI DI MARIO DRAGHI BY OSHO volodymyr zelensky conferenza stampa nella metropolitana di kiev 1lanciarazzi himars 3volodymyr zelensky 2volodymyr zelensky 3 lanciarazzi himars

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…