ZELENSKY, T’HANNO RIMASTO SOLO! – IL PRESIDENTE UCRAINO È ASSEDIATO: L’INCREDIBILE AMMISSIONE DEL COMANDANTE DELL’ESERCITO, VALERY ZALUZHNY, CHE HA CONSTATATO IL FLOP DELLA CONTROFFENSIVA DI KIEV, È SOLO LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO – GLI OPPOSITORI POLITICI LO DEFINISCONO UN “DITTATORE”, VISTO CHE NON VUOLE INDIRE LE ELEZIONI – LA SUA POPOLARITÀ È ANCORA ALTA, ALLORA PERCHÉ NON ANDARE ALLE URNE E FARSI LEGITTIMARE NUOVAMENTE DAL POPOLO?
Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “La Stampa”
volodymyr zelensky e andrea giambruno - vignetta by osho
[…] «La guerra ha raggiunto un punto di svolta preoccupante», scrive il popolare blog Counteroffensive, dando voce - circostanza inusuale - anche a chi propone uno stop ai combattimenti, e ammettendo che «la guerra non finirà in un futuro prossimo, la controffensiva non ribalterà il fronte e gli aiuti stranieri non saranno facili da ottenere».
Curiosamente, questo umore cupo non ha fondamento nelle evoluzioni sul terreno, da dove anzi arrivano notizie come la distruzione di un'ennesima nave russa in Crimea.
Quello che è cambiato è la percezione, e a ribaltarla sono stati due articoli su due grandi testate internazionali: la rivista Time, che ha descritto Volodymyr Zelensky come un illuso in rotta con i suoi generali e consiglieri, e l'Economist, che ha pubblicato un clamoroso scritto del comandante delle truppe ucraine Valery Zaluzhny sul rischio di uno "stallo" al fronte.
E se il primo, pieno di indiscrezioni di "fonti anonime vicine alla presidenza", si può ancora sospettare di essere una manovra dei denigratori di Zelensky, la cannonata di Zaluzhny è devastante. Il comandante di un esercito che annuncia a una rivista letta dall'élite globale che la guerra non sta andando affatto bene, è qualcosa di talmente inedito da aver fatto ipotizzare a qualcuno una manovra di depistaggio dei russi, o di pressione sugli americani.
Perché anche se è vero, non si dice in pubblico, meno che mai a un Paese che, dopo 600 giorni di guerra, si vede costretto a riprendere fiato dopo uno sprint eroico per affrontare una maratona.
Una spiegazione possibile è la caccia al responsabile della controffensiva estiva. […] Zaluzhny ammette spietatamente che nulla è andato come pianificato. Non indica i colpevoli, e soprattutto scagiona gli alleati occidentali, a quanto pare rimproverati amaramente dal presidente, insieme ai suoi militari. I generali che danno la colpa ai politici sono poi un classico di tutte le guerre.
volodymyr zelensky e vladimir putin 2
Ma quando il presidente licenzia - come peraltro previsto dal Time - il capo delle operazioni speciali Viktor Khorenko, e il generale deposto va in TV per lamentarsi di non essere stato nemmeno avvisato, e di aver ricevuto da Zaluzhny una telefonata in cui dice di essere stato scavalcato, sfiora la rivolta.
Che l'appello televisivo del presidente a «superare le divisioni» sembra più confermare che smentire. Non si tratta esattamente di uno scontro tra "guerrafondai" e "pacifisti": Zaluzhny propone semmai di cambiare il paradigma della guerra, e quello che non dice lui, lo dicono gli avversari politici di Zelensky.
Oleksiy Arestovich, l'ex consigliere della presidenza che vuole correre alle elezioni, denuncia il presidente come "dittatore" che impone ai militari le sue idee sulla guerra. Oleksiy Honcharenko, deputato del partito Solidarietà Europea dell'ex presidente Petro Poroshenko, dice al Financial Times che «Zaluzhny non ha detto nulla che non si sapesse», e che la reazione irritata di Zelensky è dovuta al fatto che «lo teme come avversario politico», e il suo collega di partito Volodymyr Aryev provoca un'ora di panico annunciando e poi smentendo l'imminente licenziamento del popolarissimo comandante dell'esercito.
Le accuse a Zelensky di aver gestito male la guerra e le relazioni con gli alleati arrivano da due fronti politici opposti, che per consolidata tradizione di Kyiv si coalizzano contro chi ha concentrato troppo potere. La leadership di Zelensky non rischia per ora nemmeno lontanamente una sconfitta nelle urne, e l'idea di una tregua con Putin viene respinta dalla maggioranza degli elettori.
Ma, dopo quasi due anni di sorprendente unanimità nazionale, lo scontro politico interno è riesploso con violenza, e non è un caso che il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha riaperto, due giorni fa, all'ipotesi delle elezioni presidenziali, […] […] che Zelensky giudicava impraticabili sotto le bombe russe. Ora […]deve proporre una nuova prospettiva che tenga conto del fardello che grava sulle spalle degli ucraini, e dei problemi degli Alleati: le elezioni potrebbero essere una occasione per uscirne rafforzato, come di aprire a uno scontro politico potenzialmente devastante in tempo di guerra.
Valerii Zaluzhnyi giorgia meloni volodymyr zelensky Valery Zaluzhny