elden ring

DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - ELDEN RING È UN CAPOLAVORO SUO MALGRADO AMMANTATO DI TRISTEZZA, UN’OPERA D’ARTE DEL VIDEOGIOCO USCITA IN TERRIFICANTI TEMPI DI GUERRA DURANTE I QUALI ANCHE FUGGIRE IN UNA REALTÀ VIRTUALE RISULTA DOLOROSO. UN’AVVENTURA OSCURA E MONUMENTALE CHE TENTERÀ DI ASTRARVI E CONSOLARVI MENTRE CON LA MENTE TORNATE INEVITABILMENTE AGLI ORRORI CHE SI CONSUMANO OGGI… - VIDEO

 

Federico Ercole per Dagospia

 

elden ring

Raminghi virtuali per un mondo infranto in schegge di orrore e monumentale, afflitta bellezza, all’ombra della sconfitta o del trionfo, soccombenti o vittoriosi. Non il terrificante presente ma il viaggio nell’Interregno di Elden Ring,  un’impresa non solo ludica ma esistenziale che ci pone confini invalicabili in maniera apparente e al contempo ci suggerisce la fragilità del loro limite, educandoci a dissipare l’illusione del presunto impossibile con la perseveranza, la volontà, il coraggio e la fiducia in se stessi.

elden ring 2

 

Elden Ring richiede tempo in una maniera che è forse troppo totalizzante, non fosse il perdersi nel suo mondo così formativo e catartico, un videogioco che potrebbe essere l’unico per molti, il videogame per gli anni, rivelandosi persino crudele, con il suo peso artistico e giocoso, verso altre più che degne opere che hanno avuto la “sventura” di uscire durante lo stesso periodo di quest’ultima epopea di Hidetaka Miyazaki, come gli straordinari Horizon Forbidden West o Triangle Strategy. 

 

elden ring 3

Elden Ring tenta per sventurati oneri cronologici di consolarci, astraendoci e illuminandoci nelle sue immensità con la forza di un gioco di ruolo purissimo, dalla potenza immaginifica di quelli cartacei, riservando a chi lo esperisce emozioni non dissimili da quelle che propone un “master” di Dungeons & Dragons: stimolare una narrazione, invece di imporla, istaurando una dialettica con l’immaginazione del giocatore; indurre alla certezza di essere padroni del proprio fato in una magnifica illusione edificata per metterci alla prova. 

 

elden ring 5

C’è così tanto da scoprire in Elden Ring che risulta persino impossibile indagare tutti i suoi misteri, così che il fascino del suo mondo risiede anche nell’irrisolto, nel viaggio soggettivo e non nel raggiungimento di una fine, così che anche se molti non arriveranno mai alla conclusione del gioco avranno comunque vissuto una grande e lunga avventura, senza la frustrazione di non averlo completato.

 

elden ring 6

Non si tratta di un videogame per tutti, d’altronde nessuno lo è, ma quasi, perché consente al giocatore di trovarvi la sua occasione di divertimento e avventura sussurrandogli (in maniera ermetica senza dubbio, ed il gioco è anche decifrare il suo linguaggio) che ci sono tanti e diversi spazi per la realizzazione del proprio desiderio ludico, senza per forza essere dei virtuosi del controller o esegeti dell’opera integrale di Miyazaki e From Software. Elden Ring può quindi essere assai ostico e punitivo, ma al contempo è assai più generoso di altre opere dello stesso autore, una generosità discreta tuttavia, mai urlata con il sensazionalismo di un benefattore ipocrita, che va colta.

elden ring 7

 

SORGI SENZALUCE!

Scritta da George R. R. Martin, o solo abbozzata considerando quanto sia evidente la malinconica poetica miyazakiana derivata dai Dark Souls o Bloodborne, la trama di Elden Ring rimanda anche a suggestioni tolkieniane, trattando di anelli del potere e terre di mezzo (Interregno, in inglese, Land Between). C’è inoltre quel sentimento di orrore  così presente nel lato più oscuro del Signore degli Anelli e del Silmarillion, quello dei Nazgul, del Balrog o di Shelob, trasformato in visione così bene da quel maestro dell’horror che è Peter Jackson.

 

elden ring 8

Ovviamente non manca neppure l’estetica dell’orripilante estremo di derivazione lovecraftiana, corpi divini, animali o umani deformati da una malattia oltre la razionalizzazione. E c’è ancora Berserk del compianto Kentaro Miura, nella violenza espressa da corpi e armi.

 

elden ring 9

Si può cogliere Martin in una cura più letteraria riposta nei dialoghi  ma potrebbe trattarsi di un’ispirazione derivata dai suoi scritti più che di un intervento diretto dell’autore de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, che ha soprattutto immaginato la cornice.

elden ring 10

 

In questo mondo scivolato nel caos dopo la distruzione dell’anello, retto da semidei impazziti, chi gioca è un Senzaluce, un personaggio sbiadito e bandito dall’esistenza proprio a causa dell’antica malevolenza dell’oggetto ancestrale, ma resuscitato dopo l’infrangimento di questo per ripristinarlo e ottenere il potere di dominio definitivo.

elden ring 12

 

Cominciare questo viaggio smisurato può destare quasi un senso di panico, di terrore per un presunto vuoto suscitato da un’iniziale ignoranza, un insieme di spazi crudeli che invece si rivela con la conoscenza pieno di possibilità avventurose, soprattutto opzionali, ma fondamentali per renderci più forti  e sicuri affinché possiamo procedere nella narrazione principale. Elden Ring palpita di occasioni, vive nell’opzione, nel convincerci che non c’è nulla di superfluo e alcune delle sue imprese più appassionanti sono proprio in ciò che appare secondario, ininfluente.

 

elden ring 13

Non sarà facile avviare le innumerevoli sottotrame di Elden Ring, non saranno indicate sulla mappa, tuttavia il divertimento nasce proprio dal rintracciare e ricucire queste vicende, esplorando, immaginando e, siatene certi, sarete ricompensati, non solo da una bella storia ma da oggetti potenti e utili oltre che dalla rivelazione di luoghi per i quali avreste rischiato di non viaggiare.

 

elden ring 14

Molteplici sono i modi di affrontare Elden Ring, potete scegliere di fare potenti incanti, di brandire spade, asce, lance o persino fruste, usare archi o balestre, di essere astuti, prudenti o irruenti: troverete in ogni caso la vostra strada, assecondandola migliorando le statistiche del vostro personaggio che si riferiscono al modo di lottare che prediligete e che infine lo trasformeranno in un mostro di potenza.

 

elden ring 15

Il fatto che Elden Ring sia definibile come “open world”, quindi uno spazio aperto navigabile con relativa libertà, non esclude la presenza di luoghi dall’esplorazione meno istintiva ma comunque complessa considerata la geniale profondità della loro mappatura, posti che ci riportano a Dark Souls e Bloddborne con il loro “level design” e per la tensione che alimentano. Viaggiando per questi “dungeon” più convenzionali e non per questo meno sorprendenti, titanici o più contenuti che siano, si realizza il miracolo compiuto da From Software nel rendere organico l’Interregno e diversificata la ritmica ludica.

 

elden ring 16

Malgrado  i panorami che sgomentano, le creature orripilanti o maestose, le piogge e i venti che alimentano un sentore di vita sfiancata in un mondo di non morte, Elden Ring non è un prodigio tecnico come può esserlo lo sbalorditivo e comunque bellissimo Horizon 2, sospeso com’è tra nuova e vecchia generazione di hardware, ma non importa, è un’opera d’arte che dimostra come non sia la tecnologia a determinare la qualità di un videogame come non sono la pulizia di linee e colori o il realismo che determinano la bellezza e il valore di un lavoro pittorico, ma la visione di un autore. Un capolavoro può sempre  essere tale anche se filmato in 8 millimetri o con una vecchia telecamera compact-vhs invece che con i 4K delle più recenti fotocamere.  

elden ring 17

 

UN CAPOLAVORO IN TEMPI D’ORRORE

Non è facile giocare in tempi così brutti e bestiali, come questi che tutti stiamo trascorrendo in maniera più o meno traumatica, temendo le stesse apocalissi vissute in tanti videogame; persino un capolavoro come Elden Ring risulta adombrato dal presente, mentre speriamo di leggere una buona notizia risolutiva ma troviamo altri orrori, presagi di Game Over assai più agghiaccianti e definitivi. Può risultare persino egoistico, giocare, e talvolta non generare alcuna gioia. 

 

elden ring 18

Ancora più che durante le fasi iniziali della diffusione di Covid, videogiocare è una fuga. Ma se nei tempi d’isolamento del lockdown il videogame fu persino utile e consolatorio, oggi ci dimostra invece la nostra fragilità, il nostro essere burattini, inconsapevoli marionette mosse nel teatro crudele dell’incerto, non così diversi dai personaggi che controlliamo nei giochi, ma mossi da giocatori spietati e disumani.

elden ring 20

 

Elden Ring è un capolavoro in tempi d’orrore e sarebbe stato ancora più bello se nei momenti tremendi di oscuro pessimismo (non voglio scrivere realismo), quando tremiamo al pensiero di una possibile guerra mondiale e nucleare,  maledicendo  impotenti nell’insonnia della paura la scellerata e incurabile violenza che sta piagando il mondo,  non giungessimo a considerarlo un possibile canto del cigno dell’umanità tutta, un favoloso ma ultimo sogno. Non c’è gioco quando al mondo non si gioca, ma si uccide.

elden ringelden ring 1margitelden ring 21elden ring 22elden ringelden ring 4elden ring 19

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….