“NOVE CASI SU DIECI DI COVID SONO ASINTOMATICI PER I VACCINATI” – DONATO GRECO, EPIDEMIOLOGO DEL CTS, RINTUZZA LE PAURE DI CHI PAVENTA UNA QUINTA MINI ONDATA: “NON C’È STATA FRETTA NELL’ABOLIRE LE RESTRIZIONI. GUARDIAMO ALLA MALATTIA SEVERA E NON AI POSITIVI E NON CI SI ASPETTA UN AUMENTO DEI RICOVERI. L'AVVENTO DI NUOVE VARIANTI CHE DANNO UN'INFEZIONE PAUCISINTOMATICA STA AGENDO COME QUARTA DOSE, RINFORZANDO LA RISPOSTA IMMUNITARIA E…”
Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”
Aumentano i casi «ma per il 90% sono asintomatici e ovunque la malattia severa è in sensibile calo. Non c'è stata sottovalutazione». Donato Greco, epidemiologo del Comitato tecnico-scientifico, rintuzza le paure di chi paventa una quinta mini ondata. Colpa probabilmente anche delle «sotto-varianti di Omicron che però per i vaccinati hanno l'effetto di una quarta dose. Danno un'infezione senza sintomi e rafforzano l'immunità».
Troppa fretta nell'abolire le restrizioni?
«No, buona parte dei Paesi occidentali ha basato le misure di contenimento sull'incidenza della malattia severa (ricoveri, terapia intensiva, decessi) e non sulla semplice positività al test: in tutta Europa la malattia severa è in continuo calo mentre vi è un lieve costante rialzo dei positivi, per oltre il 90% asintomatici. Anche in Italia la vaccinazione ha evitato e continua a evitare morti e ricoveri».
Crescita imprevista?
«Bisogna riconoscere che l'andamento è bizzarro, non c'era previsione di crescita dei positivi, mentre era atteso il calo dei malati con forme gravi come si osserva ancora. L'avvento di nuove varianti che sistematicamente rimpiazzano le precedenti favorisce nuove infezioni, ma non rallenta la diminuzione di malati gravi tra fragili e non vaccinati».
Colpa di comportamenti, riaperture o cosa?
«Il più recente rapporto dell'Istituto superiore di sanità mostra come oltre l'80% dei positivi al test è tra i "mai vaccinati": sono loro a sostenere non solo i ricoveri e i decessi, ma anche le nuove infezioni».
Vaccini traditori? A 4 mesi dalla dose l'immunità cala.
«Tuttavia le tre dosi di vaccini a mRna mantengono una elevatissima protezione verso la malattia severa (91,7% all'11 marzo), mentre riducono del 61% il rischio di infettarsi che quindi permane. Per questo deve essere mantenuto un minimo bagaglio di precauzioni, vedi mascherina e prudenza nei luoghi chiusi affollati».
È nota la percentuale di reinfezioni?
«Da cinque mesi è stabile la percentuale (3%) di persone completamente vaccinate che si reinfettano, con pochi sintomi o addirittura senza, ma possono contagiare. Resta inoltre una piccola quota di immunizzati che non risponde, proporzione piccola, ma numeri molto grandi quando buona parte della popolazione ha fatto la profilassi. È un paradosso vaccinale perfettamente applicabile al nostro Paese ove, pur avendo il 90% di copertura, restano alcuni milioni di persone suscettibili all'infezione anche se hanno ricevuto le dosi».
MARIO DRAGHI CON LA MASCHERINA
Aumenteranno i ricoveri?
«No, non ci si aspetta un consistente aumento di ricoveri, ma sappiamo che anche un'infezione lieve può mandare in ospedale soggetti fragili con altre patologie: quindi è possibile che nelle prossime settimane vedremo un maggior numero di ospedalizzati. I dati più recenti confermano che l'età mediana dei ricoverati per Covid è superiore ai 70 anni e quella dei deceduti è oltre gli 80: per la stragrande maggioranza persone con malattie gravi preesistenti. Oltre due terzi mai vaccinati».
Restrizioni da rimodulare?
«Le misure di mitigazione, oltre alla vaccinazione, si sono dimostrate moderatamente efficaci nel ridurre il contagio: il riadattamento di queste misure secondo l'evoluzione epidemiologica è sempre utile tenendo conto del loro rapporto costo beneficio. Purtroppo il permanente ed elevato numero di adulti mai vaccinati ha portato a risultati più modesti di quanto ci si aspettava».
Quarta dose per tutti imminente?
«Gli anticorpi nel tempo decadono, ma si mantiene molto elevata la protezione dalla malattia severa. Non ritengo necessaria la quarta dose, senza escludere la necessità di futuri richiami periodici adattati alle varianti del momento come avviene con l'influenza. Vediamola in modo positivo: l'avvento di nuove varianti che danno un'infezione asintomatica o paucisintomatica sta agendo come quarta dose che rinforza la risposta immunitaria sia nella quantità che nella durata».
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