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SCUSI, DOV’È LA MOSTRA? AL CIMITERO! - IL CAMPO SANTO TEUTONICO DIVENTA UNA GALLERIA D’ARTE - IN VATICANO SI PUO’ FAR CONVIVERE LA CREATIVITÀ CONTEMPORANEA CON LA MEMORIA DEI DEFUNTI

Gianfranco Ferroni per “formiche.net

 

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La Chiesa dimostra sempre di guardare avanti. Anche quando il Papa non è in Vaticano, come in una calda domenica di fine estate, con il pontefice a Tirana, in Albania. Entrando dalla porta del Sant’Uffizio, pochi eletti sono stati accolti, ieri mattina, nel Campo Santo Teutonico, dove è stata allestita una mostra d’arte.

 

Tra le tombe e le iscrizioni dedicate ai tedeschi che hanno onorato il cattolicesimo, ecco i quadri di Florian Köhler, classe 1984, formatosi a Vienna dove ha conseguito sia il diploma all’Accademia di Belle Arti che la laurea in storia dell’arte. Finalista nella sezione pittura del concorso “Diesel-New-Art“, i suoi progetti sono basati (è proprio il caso di dirlo) sull’arte del camminare confezionando veri e propri reportages artistici.

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Ecco così, in un cimitero, il racconto artistico di 1250 km, 54 giorni, 240 schizzi, ovvero un viaggio a piedi da Innsbruck a Roma.

 

Ciò che in un laico comune italiano avrebbe fatto gridare allo scandalo, ovvero inserire un percorso di opere d’arte tra le memorie dei defunti, sovrapponendo i quadri agli antichi marmi, in Vaticano è stato possibile: far convivere la creatività contemporanea con la storia, portare una testimonianza artistica in un luogo tradizionalmente silenzioso e mesto, brindare a un’inaugurazione (mattutina) con prosecco e pizzette tra nomi altisonanti di nobili germanici del tempo che fu e schiere di suore tedesche sepolte da tempo. Con l’artista orgogliosissimo di un esperimento, logicamente irrealizzabile e che invece ha ottenuto il “placet” per l’esposizione.

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C’è da dire che Florian, con il progetto intitolato “Strada facendo”, esplora un approccio alternativo e innovativo alla pittura come medium artistico, uscendo dall’atelier e si confronta con le fatiche fisiche e psichiche del viaggio a piedi, sui sentieri dei pellegrini, a metà fra pellegrinaggio e passeggiata romantica, pratica religiosa e attività sportiva.

 

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Abbattendo le barriere regionali e culturali, esplorando non solo il pellegrinaggio, ma anche il viaggio artistico nell’era moderna. Un’esperienza che permette di apprezzare l’elemento culturale che unisce le varie regioni e di vivere il pellegrinaggio sia come pratica religiosa, che come originaria forma di autorealizzazione.

 

Una doppia mostra, prima a Roma e poi a Innsbruck, con l’artista che presenta una scelta di opere che partono da 240 fra schizzi e bozzetti eseguiti in viaggio e sviluppati in seguito durante il soggiorno a Roma. Tematiche ed evoluzione dei lavori vengono dettati dal cammino e riflettono le particolarità transregionali e interculturali del viaggio. Il cammino diventa così il fattore determinante del ciclo artistico che si presenta in questo modo come testimonianza di una corrente autonoma della pittura moderna.

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A tal proposito l’artista stesso dice che “cammino e pellegrinaggio sono ricchi di sfaccettature. Ciò che più mi attrae è la loro contrapposizione alla regolare quotidianità e quella spensieratezza con cui ci permettono di attraversare il mondo. Durante il cammino le nostre percezioni cambiano, le cose ricevono valori diversi, la frenesia lascia il passo a una calma confortevole che ci dona nuove prospettive e che ci permette, specialmente nei paesi stranieri, di vedere paesaggi, usi e costumi con occhio diverso. Questi i valori che desidero trasmettere con la mia arte per ampliare l’orizzonte dell’uomo moderno rinchiuso nella società contemporanea”.

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Le opere saranno in mostra presso il Campo Santo Teutonico fino al 23 settembre, quando verranno portate a Innsbruck.

 

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