"ER POLPETTA" PANATO E FRITTO - È STATO CONDANNATO A SEI ANNI MASSIMILIANO D'ALESSANDRO, CONOSCIUTO A ROMA COME "ER POLPETTA". L'UOMO È ACCUSATO DI MALTRATTAMENTI NEI CONFRONTI DELL'EX MOGLIE, CHE MINACCIAVA DICENDOLE: "APPENA MI DENUNCI IO VADO IN CARCERE, MA ALTRI TI AMMAZZANO" -D'ALESSANDRO HA UN PASSATO VIOLENTO COME ULTRAS DELLA ROMA: PARTECIPO' A NUMEROSI SCONTRI CONTRO LA POLIZIA, TRA CUI QUELLO CHE FINÌ CON L'ACCOLTELLAMENTO DEL VICEQUESTORE DI BRESCIA, GIOVANNI SELMIN, NEL 1994...
Estratto dell’articolo di Federica Pozzi per “Il Messaggero”
Una sentenza esemplare: sei anni di reclusione e la sospensione della responsabilità genitoriale per la durata della pena. È stata questa la condanna decisa dai giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma per Massimiliano D'Alessandro, conosciuto negli ambienti della Curva Sud dell'Olimpico - e nel mondo dello spaccio di borgata - con il soprannome di "er polpetta", accusato di maltrattamenti in famiglia nei confronti dell'ex moglie.
«Ho già avvertito altre persone, come mi denunci io vado in carcere ma altri ti ammazzano», diceva alla ex prima che quest'ultima lo denunciasse nell'autunno 2023. Della violenza D'Alessandro aveva fatto uno stile di vita anche nel passato quando, sugli spalti con i vecchi "Boys" e quelli di "Opposta fazione" si distinse per scontri e tafferugli culminati nell'accoltellamento del vicequestore di Brescia, Giovanni Selmin, in occasione della trasferta romanista del 20 novembre 1994. [...]
Il racconto della donna parla di anni di botte: le sbatteva la testa contro il muro, la colpiva alla schiena con le sedie. Tutto, o quasi, davanti ai figli minori della coppia. «Era una donna stanca che voleva cambiare vita ma non era libera di farlo», così l'ha definita in aula un'amica con la quale si confidava.
«Dopo che Massimiliano nel 2017 è stato arrestato lei voleva lasciarlo ma aveva paura delle ripercussioni perché lui la minacciava, poi nel 2020 è scappata da casa, era terrorizzata, aveva paura che lui o i suoi amici la trovassero», ha spiegato l'amica della vittima ai giudici.
D'Alessandro invece, ascoltato anche lui in aula, aveva parlato di "onore" per allontanare da sé le accuse: «Io vivo con dei codici d'onore che sono sbagliati ma li rispetto e non l'avrei mai picchiata, neanche mia figlia. Se avessi fatto queste cose di cui sono accusato sarei una carogna, non un detenuto». Invece, a quanto sostiene la persona offesa, a far scattare la denuncia è stato proprio il racconto della figlia dei due che, insieme al fratello, da agosto a maggio 2023 viveva con lui.
La bambina aveva raccontato alla mamma che il papà non la lasciava dormire, la svegliava in piena notte insultando la madre. È stato dopo aver sentito quei racconti che l'ex moglie di D'Alessandro ha deciso di superare la paura di essere uccisa e denunciarlo.