“DALLA CRISI FRANCESE EMERGE UNA NUOVA SINTONIA FRA UNA SINISTRA TUTT’ALTRO CHE RIFORMISTA (MELENCHON) E UNA DESTRA CHE PUNTA ALLA DESTABILIZZAZIONE (LE PEN)” – STEFANO FOLLI: “IL MASSIMALISMO STILE MÉLENCHON NON È TROPPO LONTANO DELLA SINISTRA ROSSO-BRUNA TEDESCA DI SAHRA WAGENKNECHT, FILO RUSSA IN POLITICA ESTERA E DISPOSTA AD ABBRACCIARE TEMI DI DESTRA A FAVORE DELLE CLASSI IMPOVERITE. E IN ITALIA? GLI AMMIRATORI DI MÉLENCHON MANCANO: DA CONTE ALL’ALLEANZA VERDI-SINISTRA. E A DESTRA LE PEN È IN OTTIMI RAPPORTI CON SALVINI” – E DUNQUE? VUOI VEDERE CHE TUTTO COSPIRA PER UN RITORNO DI FIAMMA TRA CONTE E SALVINI?
Estratto dell’articolo di Stefano Folli per “la Repubblica”
MARINE LE PEN JEAN LUC MELENCHON
In quale modo la crisi della Quinta Repubblica francese si riflette - se si riflette - sugli assetti della cosiddetta Seconda Repubblica italiana? In apparenza non c’è alcun nesso. Diverso l’equilibrio costituzionale, diversi i protagonisti. Semmai le difficoltà di Parigi alimentano la soddisfazione, a malapena trattenuta, degli avversari del modello semi-presidenziale. Vedete, dicono a mezza bocca, voi che guardavate alla Francia: ora stanno peggio di noi, debito alle stelle e istituzioni imballate.
[…] è opportuno osservare con attenzione cosa succede all’Eliseo e dintorni. Qualcosa che riguarda soprattutto gli attori dello psicodramma. Intanto Mélenchon, il capo della France Insoumise, leader della sinistra massimalista, si è collocato al centro della scena. […] Molti osservatori, dopo il voto estivo, davano per certo che l’anziano demagogo sarebbe stato messo fuori dai giochi in favore di una sorta di centro-sinistra inedito, composto dai “volenterosi” della sinistra e della destra moderata. Ma non è andata così.
JEAN LUC MELENCHON - MARINE LE PEN
Mélenchon non si è fatto scaricare e oggi ha calato sul tavolo le sue carte con tutta la spregiudicatezza manovriera che gli è riconosciuta. […] Se dunque guardiamo alla sinistra europea, vediamo che il massimalismo stile Mélenchon non è troppo lontano della sinistra rosso-bruna tedesca di Sahra Wagenknecht, filo russa in politica estera e disposta ad abbracciare temi, diciamo così, di destra pur di evitare che i lavoratori e le classi impoverite dalla congiuntura si affidino senz’altro agli estremisti di AfD.
Di fatto si tratta di una nuova sintonia fra una sinistra tutt’altro che riformista e una destra che punta alla destabilizzazione. Quello che a Parigi sta facendo Marine Le Pen, messa sotto pressione dalla magistratura transalpina. C’è insomma una nuova mappa politica che si va precisando e si estende dalle nazioni fino a poco tempo fa egemoni in Europa ai paesi fino a ieri vassalli e oggi a rischio d’instabilità.
E l’Italia? Gli ammiratori di Mélenchon, espliciti o più spesso impliciti, non mancano: da Conte all’alleanza Verdi-sinistra, fino a un certo sindacalismo. Un successo del francese spingerebbe i fautori della sinistra radicale ad accentuare i toni demagogici, a scapito della famosa sinistra riformista […] E a destra Le Pen è in ottimi rapporti con Salvini, molto meno con Giorgia Meloni. Non c’è dubbio che il capo della Lega sarebbe il primo sostenitore della francese se si arrivasse a una contesa elettorale per la presidenza.
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