“CHE LA MIA IMPRESA DI PRODOTTI PER LA PELLE POSSA DIVENTARE UN CASO DI STUDIO ALL'UNIVERSITA' È UN ONORE. IO, NATA DAL NIENTE, SONO RIUSCITA A COSTRUIRE QUALCOSA DI MIO” – GIULIA DE LELLIS, DA POMEZIA ALLA BOCCONI: “LA MIA AZIENDA L’HO FONDATA CON 500 MILA EURO, I MIEI RISPARMI. TUTTO E’ NATO DA UN ROSSETTO. CON QUALCHE POST GUADAGNO DI PIÙ CHE CON IL LAVORO DA COMMESSA A POMEZIA - CHIARA FERRAGNI? HO FATTO ANCHE IO ERRORI E HO CHIESTO SCUSA. DAGLI ERRORI SI IMPARA” – QUANDO LA DE LELLIS DISSE CHE NON AVEVA LETTO MAI UN LIBRO (POI CONFESSO’ CHE ERANO DUE)
Anna Gandolfi per il Corriere della Sera - Estratti
Il lavoro nato dal nulla otto anni fa. Un’azienda creata grazie proprio a quel lavoro digitale, nel frattempo cresciuto tanto da diventare uno dei più imitati e criticati: l’influencer. Per raccontare la storia del marchio di prodotti per la pelle creato nel 2023, Audrer, che poi si intreccia con la sua stessa storia, Giulia De Lellis è stata chiamata dalla Business school dell’università Bocconi.
Nata a Pomezia, adottata da Milano, De Lellis ha 28 anni ed è tra le prime beauty influencer italiane: il suo intervento, riservato agli studenti, è previsto la prossima settimana al Master in Fashion, experience&design management. Il dibattito web quando la notizia della «lezione» si è diffusa si è scatenato, ma lei precisa: «Parlerò semplicemente della mia azienda.
È totalmente autofinanziata: che possa diventare caso di studio alla Sda Bocconi è un onore. Io, nata dal niente, sono riuscita a costruire qualcosa di mio».
Quanto ha investito per creare il suo brand?
«Audrer è nata a maggio dell’anno scorso con 500 mila euro: i miei risparmi».
Una cifra importante per la sua età.
«Li ho messi da parte un po’ alla volta, non ho mai scialacquato. Anche perché conosco il valore del denaro. La mia famiglia è “normale”, papà gestore di un deposito giudiziario e mamma casalinga, io ho fatto l’Istituto professionale di arte e moda (a proposito: sì, la laurea mi manca, ma sono giovane e so che riuscirò a prenderla), facevo la commessa in un negozio di abiti a Pomezia con 1.200 euro al mese di stipendio. Quando sono arrivati i primi contratti grazie ai social quasi mi vergognavo: con un pacchetto di post potevo andare oltre quanto guadagnavo stando in negozio un mese».
Gli esordi nel digitale?
«Era il 2016 (notorietà appena conquistata con il programma tv Uomini e Donne), avevo fatto un post su un rossetto che poi è andato esaurito. Nella profumeria vicino a casa mi spiegarono: le ragazze chiedono quello che hai usato tu. Non ci potevo credere...».
Oggi lei a quanti dà lavoro?
«Dodici persone in tutto».
Si è detto che guadagna 16 mila euro con un post.
«Se, vabbé. Non ho mai venduto il singolo post, neanche agli inizi. Posso dire che rispetto agli esordi il valore che mi viene riconosciuto è decuplicato».
Chiara Ferragni è nella bufera per un «errore di comunicazione». Cosa dice?
«Se sei così in alto serve altrettanta attenzione per gestire la cosa. Chiara è una bravissima imprenditrice, un’ottima mamma: spero che tutto finisca per il meglio».
(...)
Mai pensato di mollare?
«Amo questo lavoro, mi ha aiutato anche emotivamente: il sisma di Amatrice ha travolto la mia famiglia (una zia è morta, ndr ). È stato lacerante per tutti noi. Postare contenuti leggeri mi ha fatto andare ava
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