GLI UCRAINI FANNO CILECCA - SU DIECI COLPI DI MORTAIO SPARATI DALL’ESERCITO DI KIEV, SE NE PARTONO DUE È UN MIRACOLO. IL MINISTERO DELLA DIFESA SOSTIENE CHE LA COLPA "È DEL MALTEMPO, CHE BAGNA LE POLVERI" - I SOLDATI SONO INCAZZATI NERI, VISTO CHE I COLPI CHE NON PARTONO RISCHIANO DI ESPLODERE A POCHI METRI DAI FANTI: PER QUESTO LA DIFESA HA RICHIAMATO 100 MILA MUNIZIONI - L'OMBRA DELLA CORRUZIONE NELLE FORNITURE DI ARMI, CHE FA TRABALLARE IL MINISTRO DELLA DIFESA UCRAINO, RUSTEM UMEROV...
Estratto dell’articolo di Paolo Brera per "La Repubblica"
“Click”, cilecca. Su dieci colpi di mortaio ucraini, ultimamente quando ne partono due è un miracolo. Gli altri otto o nove sgusciano fuori dal cannone e «finiscono inesplosi a qualche metro di distanza», e se va male «restano incastrati nel mortaio e devi smontare tutto per estrarli». Se va malissimo, poi, «ti esplodono tra i piedi».
La Difesa ha dovuto diramare l’ordine di richiamo per centomila proiettili da 120 millimetri consegnati alle prime linee ma inutilizzabili. Anzi, «pericolosi» per chi li usa. Travolto da critiche e sospetti, il ministero della Difesa prima tace, poi abbozza: «Il silenzio non vuol dire che non stiamo indagando».
I media d’inchiesta ucraini assestano bordate, ricordando la lista infinita di scandali di corruzione sugli appalti militari della guerra. La Verkovna Rada sotto pressione nomina una commissione d’inchiesta, e il primo responso è funambolico: «Colpa del maltempo».
È lui che bagna le polveri. Imperversa così forte, questo tempaccio di bufera, che a traballare però è il ministro della Difesa, Rustem Umerov: «Deve dimettersi. Poi mi aspetto un’inchiesta penale e una condanna», accusa il deputato Alexey Goncharenko presentando una mozione per la destituzione.
A far esplodere il caso era stato il video di un artigliere esperto girato a un giornale ucraino. Da un po’ montava l’ira, nel gelo delle trincee, per quei proiettili avariati di produzione ucraina, figli di un maxi appalto da 25 miliardi di grivne che ora è sotto la lente dell’anti corruzione.
Il 6 novembre il direttore di Censor.net , il blogger militare Yuriy Butusov, raccontava che un enorme lotto di proiettili per mortaio difettosi made in Ukraine era arrivato al fronte, e mostrava il video dell’artigliere sconsolato tra le magagne di ogive e bossoli, propellenti, detonatori e “anelli di guida”; quelli che s’inceppano nel collo del mortaio e addio. Robaccia di infima qualità, arguisce, a partire da polveri bagnate. «Che facciamo: non si combatte, se piove?».
[...] La Commissione parlamentare prova a dare la colpa ai soldati, «errori di stoccaggio». Ma il 21 novembre la corrispondente militare della tv Tsn , Yuliya Kiriyenko, mostra in un video dell’esercito una rassegna di lanci loffi pronti per Paperissima: il colpo incastrato in canna, gli altri sputati a pochi metri dal cannone.
Il predecessore di Umerov, l’ex ministro Oleksiy Reznikov, scivolò sulle uova d’oro pagate 17 grivne a prezzi da bistrot; e sulle mimetiche per l’inverno, pagate come tute da sci a Cortina ma inadatte al freddo. Forse disattento, più che complice, ma pagò con la poltrona. Ora sono queste uova esplosive a inguaiare Umerov.
«Dovremo importare proiettili a prezzi carissimi perché i fornitori stranieri sanno che non abbiamo alternative, e la meravigliosa idea di sviluppare la produzione delle armi è completamente screditata dall’incompetenza e dalla corruzione dei funzionari», scrive il canale Telegram Revisor dell’Ufficio investigativo internazionale per la corruzione.
Lo scandalo intanto si allarga. Yuliya Kiriyenko scopre che lo stesso problema ce l’ha anche la fornitura di proiettili da 80 millimetri distribuita in centinaia di migliaia di pezzi, e pubblica il documento che ne vieta l’uso «per prevenire danni al personale».
Anche quelli sono stati prodotti da Ukroboronprom, diretta dal generale Oleg Gulyak che già nel 2016 finì nei guai per mala gestione dell’Accademia militare di Odessa. Il maxi contratto precede la sua nomina a Ukroboronprom, ma il controllo — scrivono Revisor e Butusov — «spettava a lui e ai vertici politici, cioè il ministro Umerov e l’ex ministro Oleksandr Kamyshyn», oggi consigliere di Zelensky.
«È un sabotaggio delle nostre forze armate», urlano inchiestisti e nazionalisti ucraini come Igor Moseichuk mentre ancora si inseguono le tracce dei 10 milioni di dollari spariti dall’appalto delle mimetiche di Reznikov: un suo parente e consigliere, Roman Balykin, è appena finito sotto accusa insieme a un ex deputato, Igor Franchuk. Secondo la Sbu, nel 2024 sono stati denunciati in 77 per corruzione nelle commissioni per la mobilitazione. [...]