fabio panetta mario draghi eurobond

IL MIO NOME È BOND, EUROBOND – IL GOVERNATORE DELLA BANCA D'ITALIA, FABIO PANETTA, INVITA L’UE A EMETTERE DEBITO COMUNE EUROPEO PER FINANZIARE IL PIANO DRAGHI DA 800 MILIARDI L'ANNO, CON 200 MILIARDI DI EUROBOND L'ANNO: “PER RILANCIARE INDUSTRIA E PRODUTTIVITÀ SARANNO NECESSARIE INGENTI RISORSE” – IL MESSAGGIO PER RASSICURARE LA GERMANIA: “QUESTA PROPOSTA NON IMPLICA LA CREAZIONE DI UNA FISCAL UNION NÉ MECCANISMI DI TRASFERIMENTI SISTEMATICI TRA PAESI...”

Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per “la Stampa”

 

FABIO PANETTA

Gli eurobond come punto focale per il rilancio industriale dell'Ue. Con una priorità precisa: incrementare la produttività e colmare il divario tecnologico con gli Stati Uniti. Il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, indica il sentiero di ciò che occorre all'Europa per uscire dalle attuali sabbie mobili. Al centro l'innovazione, come ha spiegato intervenendo al XX Foro di dialogo Spagna-Italia a Barcellona. [...]

 

Essenziali, oltre al completamento del Mercato unico dei capitali, saranno le emissioni di obbligazioni comunitarie. «Se si decidesse di finanziare il 25% di un piano di investimenti da 800 miliardi all'anno per sei anni, il debito comune europeo raggiungerebbe il 6% del Pil della Ue nel 2030». Duecento miliardi l'anno, dunque, per garantire la ripartenza europea. Parole in linea con il Rapporto Draghi, che a più riprese è stato citato da Panetta.

 

EMMANUEL MACRON - MARIO DRAGHI

[...] Preoccupa la possibile guerra commerciale con gli Usa che il 20 gennaio vedranno il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Le contromisure strategiche si rendono necessarie. Il tempo è poco. Panetta parla di «un patto europeo per la produttività» partendo da un fatto. «All'origine della bassa produttività dell'economia europea vi è un'insufficiente capacità di innovare, a sua volta dovuta alla scarsa dinamicità del tessuto produttivo. Negli ultimi dieci anni gli investimenti in ricerca e sviluppo effettuati dalle aziende europee sono stati circa il 60% di quelli delle imprese statunitensi», fa notare. Lo sblocco delle risorse pubblico/private è, secondo l'inquilino di Palazzo Koch, necessario quanto prima.

 

eurobond

Il rafforzamento dell'Unione e l'uso di debito comune possono essere la chiave di volta. «Per garantire una crescita sostenibile e l'autonomia strategica dell'economia europea saranno necessarie ingenti risorse», concede. Lo scopo è garantire un pieno sfruttamento delle potenzialità dell'Ue perché, evidenzia, restare ai margini dell'innovazione, come nel caso dell'intelligenza artificiale, sarebbe «miope».

 

Tre le direttrici. La prima, sottolinea, «riguarda l'esigenza di realizzare i progetti strategici mediante iniziative a livello europeo». Dato il loro alto costo, «gli investimenti risulterebbero troppo onerosi per i singoli Stati membri, anche i più solidi finanziariamente». Da un punto di vista operativo, il debito comune dovrà avere un ruolo di prim'ordine. Specie perché secondo Panetta, oggi si osserva un marcato squilibrio.

 

fabio panetta christine lagarde giancarlo giorgetti g7 economia stresa

«L'Europa è da anni in una situazione anomala. Da un lato, alcuni Paesi presentano un alto debito pubblico – un problema rilevante per l'economia della Spagna e ancor più per quella dell'Italia». Dall'altro lato, tuttavia, «il debito comune europeo è esiguo».

 

A oggi buona parte si basa solo sui fondi del NextGenEU (alla base del Pnrr). Ma, come fatto notare da Panetta, «il programma terminerà nel 2026, e a partire dal 2028 la consistenza dei titoli comuni inizierà a diminuire, fino a diventare pressoché nulla nei successivi tre decenni». Vale a dire che dal 2028 al 2060 non ci saranno più iniziative analoghe.

 

FABIO PANETTA CHRISTINE LAGARDE

Gli eurobond, e in questo frangente Panetta entra ancora più nel dettaglio, sarebbero sostenibili. Un messaggio che può rassicurare i Paesi, come la Germania, che più hanno timore nella condivisione delle emissioni obbligazionarie. «È importante essere chiari: questa proposta non implica la creazione di una fiscal union né richiede un ministro delle finanze europeo o meccanismi di trasferimenti sistematici tra Paesi», dice.

 

Si tratta invece di "istituire un programma di spesa comune per finanziare investimenti indispensabili per tutti i cittadini europei, realizzando un "Productivity compact" a livello continentale». Insieme al patto per la produttività sarebbe necessario un potenziamento del Mercato unico dei capitali. [...]

fabio panetta christine lagarde giancarlo giorgetti g7 economia stresa

MARIO DRAGHIEUROBOND 2

 

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…