banche giorgia meloni antonio patuelli abi antonio tajani giorgetti

GOVERNO SBANCATO – GIORGIA MELONI AVEVA MESSO NEL MIRINO GLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE, UN “BOTTINO” DA 50 MILIARDI DI UTILI LORDI NEL 2024. MA ALLA FINE SI DOVRÀ ACCONTENTARE DI “UN CONTRIBUTO VOLONTARIO” DA PARTE DEGLI ISTITUTI DI CREDITO – DECISIVA LA MEDIAZIONE DEL PRESIDENTE DELL’ABI. QUEL VECCHIO VOLPONE DI ANTONIO PATUELLI HA TROVATO LA STRADA PER SALVAGUARDARE LE BANCHE MINORI E ALLO STESSO TEMPO PER GARANTIRE UN IMPATTO MINIMO SUL BILANCIO DEI COLOSSI, CHE APRIRANNO IL PORTAFOGLIO “PER LA PATRIA” MA SOLO UN PO’ – E I BERLUSCONI SE LA RIDONO...

DAGONOTA

giancarlo giorgetti Antonio Patuelli

Alla fine il governo e la banche hanno trovato un compromesso, sotto la guida del presidente dell’Abi, quel vecchio volpone di Antonio Patuelli: gli istituti offriranno un “contributo di solidarietà” in vista della manovra.

 

Da una parte Meloni ha un disperato bisogno di soldi per una manovra a cui mancano ancora 10 miliardi di coperture, ma ha accantonato l'opzione di una tassa sugli extraprofitti, per non dover andare alla guerra con Antonio Tajani, attento difensore degli interessi degli “azionisti di maggioranza” di Forza Italia, ovvero i Berlusconi (vedi Mediolanum).

 

antonio tajani e giorgia meloni al senato

Dall'altra le banche hanno capito che andare allo scontro frontale con l’esecutivo non sarebbe stata la scelta più saggia. Ecco quindi la mediazione di Patuelli: un aiuto su base volontaria, con un impatto minimo sul patrimonio e il bilancio delle banche, di cui però si faranno carico in gran parte i gruppi bancari maggiori. Gli istituti più piccoli, infatti, hanno fatto capire di non essere disposti a sacrificare i loro profitti “ridotti” in nome di una pax con la Ducetta.  

 

 

 

TENTAZIONE EXTRAPROFITTI: IL GOVERNO METTE NEL MIRINO I FORZIERI DELLE BANCHE

Estratto dell’articolo di Carlotta Scozzari per “Affari & Finanza - la Repubblica”

 

giorgetti patuelli

Vietato chiamarla “tassa sugli extraprofitti”. Anche quest’anno il governo di Giorgia Meloni intende battere cassa con le banche ma vuole evitare di mancare il bersaglio, come successo un anno fa. Meglio allora evocare un contributo di solidarietà o «una collaborazione concordata nell’interesse generale» (citazione: Federico Freni, sottosegretario all’Economia) o, ancora, «soluzioni utili ai conti pubblici» (Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia).

 

Nel recente incontro con i sindacati, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha parlato di «un contributo (da chiedere) a tutti quelli che se lo possono permettere, cercando insieme la strada migliore per raggiungere gli obiettivi».

pier silvio marina berlusconi

 

Al di là del nome del provvedimento e di come sarà concepito nella pratica, l’esecutivo, esattamente come un anno fa, è in cerca di risorse per finanziare la Legge di bilancio; e il pensiero è andato alle banche.

 

La marcia indietro del 2023

Già l’anno scorso era stata battuta questa strada ma poi, complice anche il polverone che si era sollevato, era stata fatta una mezza marcia indietro. Si era perciò stabilito che gli istituti potessero pagare l’imposta oppure mettere fieno in cascina, rafforzando il patrimonio per un ammontare pari a due volte e mezzo il dovuto. Tutti hanno seguito la seconda via, comprese Banca Mps, oggi per il 26,7% in mano al Tesoro, e Mcc, a controllo pubblico tramite Invitalia.

 

antonio tajani

Adesso il governo torna alla carica ma non vuole più commettere errori. Da qui il coinvolgimento dell’associazione del settore Abi, che si è detta disponibile ad «approfondire misure temporanee». Del resto, ancora il 2024 si rivelerà un anno da incorniciare per i profitti delle banche, buona parte dei quali sono già stati restituiti agli azionisti attraverso dividendi e riacquisti di azioni. Basti pensare che, per fine dicembre, il centro studi Uilca Orietta Guerra vede per il settore utili netti tra 38 e 40 miliardi, dopo i 32,2 del 2023.

 

Le ipotesi in campo

pier silvio e marina funerali silvio berlusconi.

Si sta cercando di capire come farne confluire una parte nelle casse statali senza che questo appaia, come un anno fa, un’imposizione dall’alto in contrasto col libero mercato. A un certo punto, non senza qualche turbolenza di Borsa per gli istituti quotati, è stato ipotizzato un prelievo di solidarietà pari all’1 o al 2% degli utili realizzati nei 12 o 24 mesi.

 

Stimando per i sei maggiori gruppi bancari profitti lordi per 50,1 miliardi nel 2024 dai 40,64 del 2023, l’ufficio analisi e ricerche Fabi ha calcolato un “balzello” di 1 miliardo per quest’anno e di 813 milioni per i 12 mesi precedenti, in caso di contributo al 2% degli utili prima delle imposte.

 

berlusconi mediolanum 11

Tuttavia, una simile mossa, per quanto “di solidarietà”, rischierebbe di essere percepita come una tassa. Si è così pensato, in alternativa, di prolungare nel tempo i benefici collegati ad alcuni crediti di imposta, in modo da aumentare la base imponibile del settore e quindi il gettito fiscale.

 

La verità è che al momento non si sa né quale forma assumerà il provvedimento, né se sarà allargato ad altri comparti come le assicurazioni e l’energia. «Vedo tanta confusione - osserva Susy Esposito, segretaria generale Fisac Cgil - nelle file della maggioranza. I contorni di questa operazione sono nebulosi ed è metro di misura delle politiche di questo governo».

 

azionisti banca mediolanum - la repubblica

In attesa che l’esecutivo trovi l’accordo con le banche, per il settore il vento sta cambiando. Negli ultimi anni la stretta monetaria della Bce ha consentito di fare incetta di ricavi tramite il differenziale di interesse tra raccolta e impieghi.

 

I conti degli istituti di credito

Un recente report dell’ufficio studi & ricerche Fisac Cgil sui primi sette istituti italiani evidenzia come nel primo semestre del 2024 il margine di interesse sia balzato a 20,7 miliardi da 11,9 dello stesso periodo del 2022.

 

Non solo. Come sottolinea Paolo Gualtieri, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari all’università Cattolica di Milano, «a fronte del rialzo del costo del denaro, non c’è stata una flessione dei mercati, perciò le banche hanno continuato a incamerare risorse dalle commissioni e dal trading. Inoltre, lo scenario macroeconomico non è peggiorato in modo tale da fare aumentare il costo del credito. Il quadro è quindi stato caratterizzato da una serie di combinazioni fortunate, così come in passato si era verificata una concomitanza di eventi negativi».

 

andrea orcel

Più peso alle commissioni

Ora che Francoforte ha avviato il ciclo di ribasso dei tassi di interesse, il settore è chiamato a spostare il peso sulle commissioni per preservare i ricavi. Banche come Intesa Sanpaolo, già ben diversificate nelle assicurazioni e nel risparmio gestito, dovrebbero essere avvantaggiate. Non a caso, per evitare di perdere posizioni, Unicredit ha appena deciso di portare al proprio interno il business delle polizze “vita”.

 

Nello stesso tempo, se il contributo di solidarietà o comunque lo si voglia chiamare dovesse essere calcolato sugli utili italiani, la banca guidata da Andrea Orcel potrebbe risultare più “protetta” per via del suo forte presidio all’estero (in Germania sta “scalando” Commerzbank).

 

VORTICE DI MAGGIORANZA - IL GIORNALONE - LA STAMPA

In generale, ragiona Gualtieri, «nell’immediato futuro si può prevedere che il costo della raccolta bancaria salga, anche se i tassi non scenderanno molto. Sui mercati non si sa quel che accadrà ma le incertezze non mancano, perciò è possibile che i risultati degli istituti di credito siano inferiori, anche sensibilmente, rispetto agli attuali».

 

Per questo motivo, introdurre un contributo di solidarietà «togliendo risorse al settore quando le cose vanno bene rischia di impoverirlo per quando le cose peggioreranno. E le cose andranno di sicuro peggio, avendo le banche un andamento ciclico. Poi va da sé che se i prelievi sono modesti l’obolo può anche essere sopportato». [...]

antonio patuelli e la moglie giulia foto di baccoantonio patuelli 10

LA PARTITA DEL CUORE NEL CENTRODESTRA - MEME BY SARX88 IL BACIO TRA GIORGIA MELONI E MARINA BERLUSCONIgiorgia meloni antonio tajani matteo salvini

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...