GRASSO CHE COLA SU MASSINI! – IL CRITICO DEL “CORRIERE” SI CUCINA QUEL TROMBONE DI STEFANO MASSINI E IL SUO NUOVO PROGRAMMA SU RAI 3, “RISERVA INDIANA”: “PARLA DI UN ‘URGENZA DI UN’EDUCAZIONE SENTIMENTALE E CIVILE”, UNA FRASE A EFFETTO CHE SE VIENE RIPETUTA SFIORA IL RIDICOLO. MASSINI È OVUNQUE: DA UOMO DI TEATRO, È DIVENTATO PERSONAGGIO TELEVISIVO E I SUOI AFFASCINANTI RACCONTI FINISCONO PER ESSERE NON PIÙ FAVOLE MORALI MA FAVOLE MORALISTICHE…”
Estratto dell’articolo Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
stefano massini - riserva indiana
«L’idea di “Riserva Indiana” nasce dall’urgenza di un’educazione sentimentale e civile. E gli strumenti che possono aiutare in questa audace missione sono musica e parole». Così nel comunicato stampa di presentazione del nuovo programma di Stefano Massini. «Urgenza di un’educazione sentimentale e civile» è una di quelle frasi a effetto che alla prima lettura colpisce ma se viene ripetuta sfiora il ridicolo. La salvezza da una trasmissione televisiva? Quasi sempre, le buone intenzioni esonerano dal talento.
Stefano Massini è uno straordinario affabulatore mosso da passione civile, motivo per cui mi permetto di esprimere qualche perplessità sul programma (la salvezza da una critica? Non facciamo ridere). Innanzitutto, la collocazione. La colpa non è di Massini ma di Rai3, sia ben chiaro.
Questo è il classico programma da seconda serata, peccato non esista più. Prima di spegnere le luci si ha un’altra predisposizione d’animo nei confronti di chi parla di umanità, di sentimenti facendoci sentire qualche bella canzone. «Riserva Indiana» è un titolo presuntuoso e sbagliato […]
stefano massini - riserva indiana
Presuntuoso perché è un’espressione usata da chi vorrebbe rinchiudersi in una zona recintata dall’intelligenza, dalla qualità, dalla diversità, dall’emarginazione. Ma nelle riserve indiane si stava molto male, come racconta «Il grande sentiero» ( Cheyenne Autumn , 1964), un capolavoro diretto da John Ford.
Stefano Massini è ovunque: dopo il successo internazionale di «Lehman Trilogy» (la storia delle tante generazioni dei Lehman, un viaggio tra ebraismo e gli affari di una celebre azienda familiare), da uomo di teatro, nel senso più nobile del termine, è diventato personaggio televisivo e i suoi affascinanti racconti […] finiscono per essere non più favole morali ma favole moralistiche.
STEFANO MASSINI AL CONCERTONE DEL PRIMO MAGGIO
Per ora, lo salva il fatto che è ancora a disagio con le telecamere, non è ancora padrone della scena televisiva. Non ricordo più chi dicesse che il teatro ha il vantaggio di impedire che l’autore tratti temi troppo televisivi.
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