LA FINE DI UN’EPOCA - IL GUARDIAN MEDIA GROUP HA APPROVATO LA VENDITA DEL DOMENICALE “THE OBSERVER” ALLA TORTOISE MEDIA, UNA START UP DIGITALE CHE SI OCCUPA PRINCIPALMENTE DI PODCAST, CREATA CINQUE ANNI FA DA UN EX GIORNALISTA E DA UN EX AMBASCIATORE – INUTILE LO STORICO SCIOPERO DEI GIORNALISTI, IL PRIMO DOPO OLTRE 50 ANNI, CONTRO LA CESSIONE: LA NUOVA PROPRIETÀ PREVEDE INVESTIMENTI PER 25 MILIONI DI STERLINE IN CINQUE ANNI, MA IL RINNOVAMENTO PASSERÀ ATTRAVERSO IL PAGAMENTO DEGLI ARTICOLI CHE…
(ANSA) - Il Guardian Media Group (Gmg) ha approvato la vendita del domenicale Observer alla Tortoise Media, una pubblicazione digitale creata 5 anni fa da un ex giornalista di primo piano della Bbc, James Harding, e da un ex ambasciatore statunitense nel Regno Unito, Matthew Barzun. Ne dà notizia Sky News. Nei giorni scorsi i giornalisti del Guardian e dell'Observer avevano organizzato uno storico sciopero, il primo in oltre 50 anni, contro la cessione da parte di Gmg.
lo sciopero contro la vendita del the observer 1
L'accordo sulla cessione dell'Observer, che si fregia del titolo di "più antico giornale domenicale del mondo" per i suoi 233 anni di storia, prevede che lo Scott Trust - incaricato di assicurare l'indipendenza editoriale e finanziaria del gruppo del Guardian - investa in Tortoise Media, diventandone un azionista chiave e prendendo posto nel consiglio di amministrazione sia a livello editoriale che commerciale.
Allo stesso tempo il nuovo editore dell'Observer si è impegnato a salvaguardare la libertà giornalistica e l'indipendenza della testata, onorandone i "valori liberal e gli standard". L'offerta approvata prevede un investimento da 25 milioni di sterline (30 milioni di euro) nei prossimi cinque anni nel "rinnovamento editoriale e commerciale". Rinnovamento che però passa dall'accesso a pagamento tramite paywall ai contenuti online dell'Observer, ora consultabili gratuitamente insieme a quelli del Guardian.
Si è quindi rivelato inutile lo sciopero di due giorni organizzato mercoledì e giovedì dal personale di Gmg secondo cui invece con la cessione viene proprio messa a rischio l'indipendenza del domenicale, punto di riferimento del giornalismo liberal e progressista in tandem col Guardian.
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