2023daviddonatello

I DAVID DEI GIUSTI - DOVEVA ESSERE UNA DURA BATTAGLIA TRA “LE OTTO MONTAGNE”, “LA STRANEZZA” ED “ESTERNO NOTTE” ED È È FINITA CON LA VITTORIA COME MIGLIOR FILM DEL PIÙ AMATO DAL PUBBLICO FRA I TRE, “LE OTTO MONTAGNE” MA DI FATTO È UN PARI CON QUATTRO PREMI DAVID A TESTA - E’ FINITA ANCHE CON LA SCONFITTA DELLE SCELTE ITALIANE DI ALBERTO BARBERA - FINITA LA PARTITA PER LA RAI ADESSO SI APRONO LE DANZE PER LA DIREZIONE DELLA BIENNALE NEL POST CICUTTO…AIUTO! - VIDEO

alessandro borghi luca marinelli le otto montagne

 Marco Giusti per Dagospia 

 

David di Donatello 2023. Doveva essere una dura battaglia tra tre film, “Le otto montagne” della coppia di registi belgi Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, “La stranezza” di Roberto Andò, “Esterno notte” di Marco Bellocchio, e fra tre poteri, Fremantle, Medusa+Rai, Rai, è finita con la vittoria come miglior film del più amato dal pubblico, fra i tre, “Le otto montagne”, con la sua forza Fremantle (e Vision), ma di fatto è un pari con quattro premi David a testa ben distribuiti, anche se non saremo tutti d’accordo sul miglior film. 

 

esterno notte 2

In una serata che doveva competere con Milan-Inter e “Chi l’ha visto?” sul caso Orlandi, mentre Carlo Conti, presentatore, mostrava un’abbronzatura da pieno agosto e qualche autore ha messo in bocca alla sobria Matilde Gioli addirittura una citazione alla Teleminkia da Bela Balasz che non sentivo più nominare dagli anni ’60 (a quando citazioni da Christian Metz e Gilles Deleuze?), “Le otto montagne” vince miglior film, fotografia, sceneggiatura non originale, degli stessi autori Van Groeningen e Vandermeersch, suono. 

la stranezza pirandello

Esterno notte” vince miglior regia, montaggio, Francesca Calvelli, trucco e miglior attore protagonista, Fabrizio Gifuni, “La stranezza” vince sceneggiatura, dei miei amici Massimo Gaudioso e Ugo Chiti, scenografia, costumi e produzione. Magari avrebbe potuto vincere anche per Ficarra e Picone come migliori attori, sarebbe stato un bel segnale di cambiamento, ma i comici popolari si sa hanno vita dura ai premi di cinema. E anche il Moro di Gifuni se lo meritava il David, e nessuno avrebbe protestato se avessero vinto Borghi e Marinelli ripetendo il successo di coppia di “Non essere cattivo”. 

marco bellocchio carlo conti matilde gioli david di donatello 2023

 

E’ finita, la serata dei David, anche con la sconfitta delle scelte italiane di Alberto Barbera a Venezia, ahimé, visto che due dei tre film vincitori, “Esterno notte” e “Le otto montagne”, che diventano tre coi due premi di “Nostalgia” di Mario Martone, miglior attore non protagonista, Franco Di Leva e David Giovani, stavano in concorso a Cannes, e “La stranezza” era stato rifiutato da Venezia finendo così al Festival di  Roma della nuova gestione (post-Monda) Malanga e Farinelli. 

emanuela fanelli david di donatello 2023

Ma nulla vincevano né “L’immensità” di Emanuele Crialese, malgrado l’arrivo a Roma di Penelope Cruz, le è stata preferita la Barbara Ronchi di “Settembre” di Giulia Steigerwalt, né “Il signore delle formiche” di Gianni Amelio, che non si è presentato alla serata. Anche se non capiamo, davvero, perché non sia sta considerato italiano “Bones and All” di Luca Guadagnino prodotto da Mieli e Guadagnino, The Apartment + Frenesy, snobbato però come miglior film straniero, tanto che ha dovuto cedere il passo al noioso “The Fabelmans” di Steven Spielberg, inutilmente premiato nell’indifferenza generale.

david di donatello 2023

 

 Venezia si può consolare, ma è davvero poco, con due premietti per “Siccità” di Paolo Virzì, uno per gli effetti speciali del Tevere a secco e uno per Emanuela Fanelli migliore attrice non protagonista, una beffa rispetto alla candidata più anziana, la siciliana Aurora Quattrocchi di “Nostalgia”. Ammetto che la Fanelli ha fatto un po’ di numeri simpatici in apertura di premiazione dopo lo stravagante intervento della sottosegretaria salviniana Lucia Borgonzoni vestita da star appena fonata da Robertino che ha così dichiarato il suo profondo interesse per il cinema. 

lucia borgonzoni carlo conti david di donatello 2023

 

E’ la nuova cultura della destra, lo sappiamo. Genny Sangiuliano non si sarebbe trovato proprio a suo agio in prima fila, almeno la Borgonzoni era decorativa. La ritroveremo, probabilmente anche a Cannes. E tutti sappiamo che finita la partita per la Rai adesso si aprono le danze per la direzione della Biennale nel post Cicutto. Aiuto! 

lucia borgonzoni david di donatello 2023

Se Marina Cicogna, premio alla carriera, vecchia e malata, accompagnata da Conti un po’ Andalù, era quella che meglio di tutti si esprimeva parlando di cinema e del lavoro di produttore, quella che metteva tutti d’accordo era Elodie praticamente in mutande (minime) che si è alzata dalla sedia, non con grande eleganza, ma con gli sguardi di tutti i maschi puntati su di lei, per ricevere il premio per la migliore canzone, “Proiettili”, nel film di Pippo Mezzapesa “Ti mangio il cuore”. 

 

A Stefano Bollani, che ha invece vinto per la migliore musica de “Il pataffio” di Francesco Lagi, è sfuggito uno sguardo di disappunto per la vittoria di Elodie. O magari l’ho visto io. Ma ci stava. Del resto lo ha detto anche Elodie che si è sorpresa del premio perché perde sempre. “Settembre” di Giulia Steigerwalt ha vinto sia come opera prima sia come miglior attrice protagonista lanciando così Barbara Ronchi fra le nuove star italiane, alla faccia di Penelope Cruz che si poteva risparmiare il viaggio. 

 

felix van groeningen charlotte vandermeersch david di donatello 2023

In una serata, non so bene perché, ma decisamente meno fredda del solito, abbiamo visto piangere di commozione Matteo Rovere, produttore e marito della Steigerwalt, per il premio alla moglie e il saluto alle loro tre figlie. Ma non solo lui. Piangeva anche la moglie di Franco Di Leva, l’attore non protagonista premiato per “Nostalgia” di Mario Martone, l’unico che abbia ricordato lo scudetto del Napoli e la potenza di Favino, quest’anno nemmeno considerato nella cinquina del miglior attore.

 

 Invece di piangere, dormiva Michele Placido sulla sua poltrona, non troppo in forma, premiato col David Giovani per “L’ombra di Caravaggio”, che ha ricordato che debba tutto o quasi come regista a Marco Bellocchio. A sua volta Bellocchio ha ringraziato tutti quelli che possono pensare di dover esser ringraziati. Era ovvio che avrebbe vinto il premio alla regia. Non c’era proprio storia quest’anno. Nessuno ha questa forza artigianale che ha Bellocchio nel girare i suoi film. 

carlo conti marina cicogna david di donatello 2023

 

Ricordo ancora le presenze come premiati alla carriera di Enrico Vanzina, che ha ovviamente ricordato il fratello Carlo e il padre Steno, e dell’incantevole Isabella Rossellini, che ha la superiorità naturale di chi nasce come figlia di Ingrid Bergman e di Rossellini e ha vissuto con registi come Martin Scorsese e David Lynch. Avrei voluto sentirla parlare di più, e di cinema, e era del tutto inutile farla premiare da Matt Dillon. Ma Conti l’ha trattato un po’ come fossimo a I migliori anni della nostra vita.      

barbara ronchi david di donatello 2023fabrizio GIFUNI david di donatello 2023isabella rossellini matt dillon david di donatello 2023

luca marinelli le otto montagne esterno notte 5esterno notte 1esterno notte 3esterno notte 4la stranezza servillotoni servillo ficarra e picone la stranezza 1toni servillo ficarra e picone la stranezza 2luca marinelli le otto montagne

Ultimi Dagoreport

francesco lollobrigida

DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE GUERRE NON CI SAREBBERO STATE DI FRONTE A CENE BEN ORGANIZZATE?”. E TRA UNA CAZZATA E UNA GAFFE, FERMAVA PURE I TRENI - DOPO DUE ANNI DI LOLLISMO SENZA LIMITISMO, QUESTA ESTATE, UNA VOLTA SEGATO DALLA MOGLIE, LA SORELLA D’ITALIA ARIANNA MELONI, È SCOMPARSA LA NOSTRA RUBRICA PREFERITA: “LA SAI L'ULTIMA DI LOLLOBRIGIDA?”. ZAC!, IL SILENZIO È SCESO COME GHIGLIOTTINA SUL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA (PER MANCANZA DI PROVE). DALLA “BANDA DEI QUATTRO” DI PALAZZO CHIGI (LE DUE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI), ERA PARTITO L’ORDINE DI CUCIRGLI L’EFFERVESCENTE BOCCUCCIA (STESSO TRATTAMENTO ALL’ALTRA “PECORA NERA”, ANDREA GIAMBRUNO). A QUESTO PUNTO, NON ESSENDO ANCORA NATO UN MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL REIETTO, L’EX STALLONE DI SUBIACO SI E’ MESSO IN TESTA DI FORMARE UN… - VIDEO, TUTTE LE GAFFES!

giorgia meloni marina berlusconi paolo barelli sigfrido ranucci antonio tajani

DAGOREPORT - DOPO LE VIOLENTE POLEMICHE PER LA PUNTATA SU BERLUSCONI-DELL’UTRI-MAFIA, DOMENICA PROSSIMA LA CAVALIERA MARINA POTREBBE PERSINO INVIARE UNA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO A RANUCCI - '’REPORT’’ SCODELLERÀ UN SERVIZIO AL VETRIOLO SU PAOLO BARELLI, FEDELISSIMO SCUDIERO DI ANTONIO TAJANI, DEL QUALE DIVENTERÀ PRESTO CONSUOCERO - CON TAJANI RIDOTTO A CAVALIER SERVENTE DELLA DUCETTA, L'IMPERO BERLUSCONIANO HA BISOGNO DI UN PARTITO CON UNA NUOVA E CARISMATICA LEADERSHIP. MA MARINA E PIER SILVIO HANNO TEMPI LENTISSIMI PRIMA DI TRASFORMARE LE PAROLE IN FATTI. NON SONO RIUSCITI NEMMENO A OTTENERE DA TAJANI LA MESSA IN FUORIGIOCO DI BARELLI E GASPARRI - ORA VEDIAMO SE “REPORT” RIUSCIRÀ A DARE UNA SPINTARELLA AL CAMBIO DI GUARDIA DENTRO FORZA ITALIA…

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO