“IL CAMPO LARGO NON E’ MAI ESISTITO” - DE ANGELIS: “CONTE NON ACCETTA ALCUNA COLLABORAZIONE DI RENZI. QUESTI SONO STATI BUTTATI IN UNA DISCUSSIONE POLITICISTA SU NOMI, FORMULE E INTERPRETI, FINO AL PAROSSISMO: RENZI, CHE AVEVA FATTO CADERE IL CONTE 2, DIVENTA IL PRIMO SPONSOR DI ELLY SCHLEIN, LA QUALE, PUR AVENDO VINTO IL CONGRESSO SULL'ANTI-RENZISMO, LO LASCIA FARE PERCHÉ SOGNA PALAZZO CHIGI; COSÌ FACENDO, FA ESPLODERE LA MINA CONTE CON CUI VUOLE ALLEARSI. COME L'ANTIBERLUSCONISMO È STATO L'ELISIR DI LUNGA VITA DI BERLUSCONI, QUESTI ANNI SOLO "ANTI" SONO STATI L'ELISIR PER GIORGIA MELONI, LA FINE DELL'ILLUSIONE OTTICA SQUADERNA IL LIMITE DELLA STRATEGIA DI ELLY SCHLEIN”
Estratto dell’articolo di Alessandro De Angelis per “la Stampa”
Non ci voleva una Cassandra per prevedere che […] Giuseppe Conte non avrebbe mai accettato alcuna forma di collaborazione con Renzi. […] La verità è che […] Il "campo largo" non è mai esistito. Nato per paura del voto ai tempi del Papeete, come formula e mito unitario ha avuto la sua fortuna quando un governo morente fu tenuto su dalla pandemia.
Poi Renzi, che lo aveva fatto nascere, lo ha tirato giù, facendosi interprete del nuovo quadro internazionale segnato dalla sconfitta di Trump. E infatti con Draghi il paese torna in asse dopo la sbornia filo-russa (coi militari negli ospedali) e filo-cinese (con la Via della seta). Non è un caso che l'irrigidimento di Conte, oggi […] coincida con l'aria trumpiana che soffia nel mondo. Nel suo posizionamento c'è anche una scommessa sul futuro.
In mezzo, anni semplicemente buttati in una discussione politicista su nomi, formule e interpreti, fino al parossismo di queste settimane: Renzi, che aveva fatto cadere il Conte 2, diventa il primo sponsor di Elly Schlein, la quale, pur avendo vinto il congresso sull'anti-renzismo, lo lascia fare perché sogna palazzo Chigi; ma nel frattempo, così facendo, fa esplodere la mina Conte con cui vuole allearsi.
[…] come l'antiberlusconismo è stato l'elisir di lunga vita di Berlusconi, questi anni solo "anti" sono stati l'elisir per Giorgia Meloni, pur avendo il suo governo dei limiti evidenti. Il re dunque è nudo. E la fine dell'illusione ottica squaderna il limite stesso della strategia di Elly Schlein.
L'idea che le Europee avrebbero chiarito il "chi guida". E che, a quel punto, ci sarebbe stata una spinta inerziale all'unità, sin dalle regionali. Già, unità: come se stare uniti fosse un fine e non un mezzo per realizzare un progetto alternativo. Sta accadendo […] l'opposto, perché si è eluso il nodo di fondo che è proprio la costruzione di un progetto, largo, "per" l'Italia e non "contro". Da offrire innanzitutto al paese e su cui aggregare le altre forze in un quadro di compatibilità. Non "chi guida" ma "dove si va". E dalla direzione discendono i compagni di viaggio. E invece: tanta propaganda identitaria […]