“IL GIORNALISMO LIBERO NON È DOSSIERAGGIO” - IL DIRETTORE DI “DOMANI” EMILIANO FITTIPALDI È STATO CONVOCATO IN COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA PER RIFERIRE SUL CASO DELLA FUGA DI NOTIZIE PER CUI SONO INDAGATI, OLTRE AL FINANZIERE STRIANO E AL MAGISTRATO LAUDATI, ANCHE TRE GIORNALISTI DEL QUOTIDIANO DI DE BENEDETTI – “L’EDITORE NON SA CHI SIA STRIANO E LAUDATI, COSÌ COME NON LI CONOSCEVO IO” - COME DAGO DIXIT, STRIANO ERA AL SERVIZIO DI DUE PADRONI: FINANZA E MAGISTRATURA. PERCHE' LA MELONIANA CHIARA COLOSIMO NON HA ANCORA SENTITO IL BISOGNO DI INTERROGARE GIUSEPPE ZAFARANA, IL COMANDANTE GENERALE DELLE FIAMME GIALLE DAL 2019 AL 2023, DI CUI STRIANO ERA ALLE DIPENDENZE?
YOUSSEF HASSAN HOLGADO https://www.editorialedomani.it
emiliano fittipaldi foto di bacco
Il direttore di Domani, Emiliano Fittipaldi, è stato convocato oggi alle 14:30 a riferire in commissione parlamentare antimafia, presieduta dalla deputata di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo, sull’inchiesta di Perugia sulla presunta fuga di notizie che vede coinvolti il finanziere Pasquale Striano e il magistrato Antonio Laudati.
Fittipaldi è audito in commissione perché il procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, ha iscritto nel registro degli indagati anche tre giornalisti di Domani, Nello Trocchia, Giovanni Tizian e Stefano Vergine.
carlo de benedetti al festival della tv di dogliani 2023
«I miei colleghi hanno cercato delle notizie, rilevanti, le hanno verificate e le abbiamo pubblicate sul giornale. Non intendo cambiare l’organizzazione del lavoro fin tanto che pubblichiamo notizie vere e di interesse pubblico», ha detto il direttore di Domani in audizione in commissione parlamentare antimafia. Fittipaldi ha difeso il giornale dalle accuse di dossieraggio formulate da alcuni organi di stampa italiani, «che vuol dire creare dei dossier su delle persone ai fini di ricatto». Questo non è mai accaduto a Domani, dove le notizie non sono state tenute in un cassetto, ma sono state pubblicate in quanto vere e di rilevanza pubblica.
Durante l’audizione è stato tirato in ballo anche l’editore di Domani, Carlo De Benedetti, che ha fondato questo giornale nel 2020. Fittipaldi ha detto che «l’editore nulla sapeva di questa vicenda fino ad agosto scorso e non sa chi sia Striano e Laudati, così come non li conoscevo io. Lui è un editore libero e liberale e non ha mai condizionato il nostro lavoro». «Io lo conosco da 14 anni, non mi ha mai detto cosa scrivere, chi sentire, cosa fare. L’idea che il mio lavoro possa essere stato in qualche modo condizionato dalle scelte di un burattinaio è offensivo sia per De Benedetti sia per i giornalisti di Domani».
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Il direttore ha smontato l’idea che ci sia un meccanismo sistematico di diffusione di segreti. I documenti inviati sono carte giudiziarie anche datate e non coperte da segreto. «Abbiamo persone all’interno degli apparati, dentro la maggioranza, dentro le opposizioni, a cui normalmente i giornalisti di tutta Italia chiedono informazioni e verificano notizie. Un giornalista cosa deve fare? Verificarle e vedere se hanno un interesse pubblico, non facciamo gossip», ha detto il direttore.
emiliano fittipaldi foto di bacco
«Non so quale fosse l’interesse di Striano ad aver dato gli atti sui mafiosi o i criminali. Tutte le fonti hanno delle motivazioni quando danno delle informazioni, anche voi politici ce le avete quando date dei retroscena ai giornali», ha detto Fittipaldi rispondendo alla domanda su quale fosse il movente che spingeva Striano a diffondere documenti ai giornalisti.
«Solo in Italia uno rischia nove anni di carcere e viene interrogato dalla commissione antimafia perché siamo stati dipinti come una specie di centrale dei dossier. Ma se si trasforma il giornalismo libero come dossieraggio è molto complicato e non solo per Domani, ma per tutte le testate».
«Noi facciamo inchieste su chiunque», ha specificato Fittipaldi facendo riferimento ad articoli pubblicati negli anni su esponenti politici di centrodestra e centrosinistra. «Se verifichiamo notizie che abbiamo preso sul terreno, allora siamo accusati di istigare. Così è pericolosissimo».
Fittipaldi ha anche specificato che «ci sono errori nell'accusa, alcuni nomi, proveremo, è impossibile che siano stati chiesti da noi». E sul ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha fatto l’esposto in procura dopo un articolo pubblicato da Domani che poi ha portato all’inchiesta di Perugia il direttore ha detto: «Crosetto, che stimo, ha fatto un errore di opportunità, poi c'è l'obbligatorietà dell'azione penale, che ha individuato la fonte e costruito un terreno accusatorio che non riguarda o che riguarda solo in parte il Domani».
Secondo il direttore «il diritto è una cosa, l'opportunità è un'altra, se si dà una notizia vera, di rilevanza e poi si viene accusati di aver comprato queste informazioni....è un'intimidazione alla stampa libera. Al netto dell'inchiesta, rispetto alla quale nutro rispetto per Cantone e i suoi colleghi».
L’inchiesta perugina è iniziata dopo che Domani ha pubblicato nell’ottobre del 2022 un articolo sui conflitti di interessi del ministro della Difesa, Guido Crosetto, per via dei compensi milionari ricevuti da Leonardo e altre aziende dell’industria bellica fino a pochi giorni prima del suo insediamento del governo Meloni, in un dicastero che ha rapporti diretti con quelle aziende.
Dopo la pubblicazione dell’articolo, che conteneva notizie vere e documentate, il ministro non ha querelato ma ha cercato la fonte dei giornalisti tutelata dal segreto professionale. Si è arrivati così all’indagine della procura di Perugia che ha accusato il finanziere Striano di accesso abusivo a sistema informatico, in concorso con gli altri indagati (tra cui i tre giornalisti di Domani che sono accusati anche di rivelazione di segreto), che gli avrebbero richiesto informazioni.
emiliano fittipaldi foto di bacco (2)emiliano fittipaldi foto di bacco