ANCHE IVAN DRAGO HA AVUTO TRAUMI INFANTILI: “HO FATTO L’ATTORE COME VENDETTA A MIO PADRE, CHE HA COMMESSO DEGLI ABUSI SU DI ME E SU MIA MADRE, DA QUANDO AVEVO 4 ANNI FINO AI 13” – LE CONFESSIONI DI DOLPH LUNDGREN, CELEBRE PER IL RUOLO DEL PUGILE RUSSO IN ROCKY IV: “QUANDO INCONTRAI STALLONE, MI DISSE CHE DOVEVO METTERE SU QUALCHE MUSCOLO. SIAMO GRANDI AMICI, PARLIAMO DELLE FERITE CHE ABBIAMO PATITO PER 40 ANNI NEI FILM D’AZIONE. PENSO DI AVERGLI CAUSATO UN COLPO AL CUORE DURANTE UN COMBATTIMENTO CHE LO COSTRINSE A…” - VIDEO STRACULT: "TI SPIEZZO IN DUE"
Estratto dell’articolo di Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”
Ci sono attori che per tutta la vita sono legati a un personaggio. Vale anche per Dolph Lundgren, 66 anni, muscoloso attore svedese naturalizzato USA. Porterà il suo nuovo film, The Wanted Man, al Filming Italy Sardegna Festival, la rassegna ideata e diretta da Tiziana Rocca in programma dal 20 al 23 al Forte Village di Cagliari. Ma lui, come antagonista sovietico nella saga di Rocky, è legato soprattutto a una battuta, entrata nel lessico quotidiano: «I’ll split you in two», che nel doppiaggio italiano è stata tradotta, stile Abatantuono di Eccezzziunale veramente, in «Ti spiezzo in due».
Le dispiace?
«No, affatto. Sono onorato che tante persone ancora ricordino quella frase che pronunciai trentanove anni fa. […]».
Cosa ricorda del suo primo incontro con Rocky-Stallone?
«Lo incontrai agli studi Paramount mentre facevo il provino. Portava i capelli lunghi ed era molto abbronzato. Io ero un nervoso ragazzo di 26 anni. Ero un campione di karate, lui mi disse che dovevo mettere su qualche muscolo. Ora siamo grandi amici, parliamo delle nostre figlie e delle ferite che abbiamo patito per 40 anni nei film d’azione. Penso di avergli causato un colpo al cuore durante un combattimento che lo costrinse a essere ricoverato in ospedale per una settimana».
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[…] Lei ha avuto il cancro e ha detto di non esserne stato influenzato troppo.
«No, al contrario, mi ha influenzato eccome, ma dipende cosa intendiamo sul significato di questa parola. L’ho combattuto per sette anni. Mi ha insegnato delle cose, soprattutto a ripensare e amare l’incredibile vita che avevo avuto fino allora, e ad amare di più il prossimo. Mi ha insegnato a essere riconoscente al talento dei medici, al mio fisico potente grazie al quale per certi versi ho potuto curarmi da solo e all’universo che mi ha portato energie positive. Ora provo ad essere gentile con tutti. Il cancro mi ha profondamente cambiato».
Parlando di un’esperienza meno dolorosa ma altrettanto sorprendente, è vero che i ladri…
Ride: «Su quell’episodio ognuno ha detto la sua, hanno scritto che i ladri sono fuggiti dopo aver visto con una torcia le mie foto sulla parete! Le cose sono andate in questi termini. Dopo il furto, i ladri hanno realizzato chi fosse la vittima. Alcuni giorni dopo sono tornati a casa mia, hanno suonato alla porta. Io non c’ero. C’era la mia precedente moglie. E quelli le hanno detto: siamo dei grandi fan di tuo marito e ti abbiamo riportato indietro parte della refurtiva. A quel punto mi sono rivolto a certi miei amici che sono degli ex combattenti, si sono messi sulle tracce dei malviventi ma non li hanno mai trovati. Nessuno si è fatto male e questa è la cosa più importante»
Il suo nuovo film?
«[…] ho interpretato e diretto un thriller d’azione intitolato Wanted Man che si vedrà al festival in Sardegna, di cui mi parlano un gran bene e dove non vedo l’ora di andare. Sono un attempato detective dai metodi obsoleti che viene spedito in Messico per recuperare una donna testimone dell’omicidio di due agenti della DEA, il dipartimento antidroga>.
Perché ha fatto l’attore?
«E’ stata una sorta di vendetta o reazione a mio padre, che fisicamente, da quando avevo 4 anni fino ai 13, ha commesso degli abusi su di me, ma li ha commessi anche su mia madre. Così nella tarda adolescenza ho deciso di diventare un fighter, un lottatore e ho avuto buoni riscontri nel karate. Mi volevo sentire forte in modo tale da potermi proteggere».
Un uomo di Lettere destinato dal suo fisico alle sparatorie.
«Ma non ho rimpianti. Ho sempre dato il meglio di me. Guardo avanti e non indietro. Ma se guardo al passato devo confessare il mio amore per Sergio Leone e Federico Fellini».
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