meloni netanyahu unifil libano

L’EUROPA SI SPACCA SULLE ARMI A ISRAELE: FRANCIA, SPAGNA E IRLANDA CHIEDONO UN EMBARGO ALLE FORNITURE, MA LA REPUBBLICA CECA SI OPPONE. E L’ITALIA? LA MELONI È FREDDA ALL’IPOTESI, NONOSTANTE ROMA ABBIA IL CONTINGENTE PIÙ NUTRITO DELLA MISSIONE UNIFIL IN LIBANO: DAL 7 OTTOBRE SONO STATI BLOCCATI TUTTI I NUOVI CONTRATTI, MA NON È ESCLUSO CHE IN QUESTI MESI SIANO STATE CONSEGNATE ARMI – LO SCAZZO A BERLINO TRA I VERDI E SCHOLZ

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per www.lastampa.it

 

JOSEP BORRELL A TEHERAN

«Il Libano non deve diventare una seconda Gaza e per questo non dobbiamo abbandonarlo» avverte l’Alto Rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, al termine del Consiglio Affari Esteri dell’Unione europea.

 

Una riunione durante la quale «tutti i ministri hanno condannato in maniera unanime» gli attacchi di Israele ai militari della missione Onu Unifil e hanno ribadito la necessità di mantenere i caschi blu sul terreno, nonostante la richiesta di ritiro da parte di Tel Aviv.

 

JOSEP BORRELL SERGEI LAVROV 1

In occasione dell’incontro in Lussemburgo ha fatto capolino anche la questione dell’embargo sulle armi, ma su questo punto – ha ammesso Borrell – «gli Stati sono estremamente divisi: alcuni sono a favore, altri invece sono proprio nella situazione opposta e chiedono di consegnare più armi».

 

Estremamente significativa la divisione emersa all’interno del governo tedesco, dove i Verdi hanno bloccato per sette mesi la consegna di armi, fino a quando Israele ha garantito per iscritto che «non le userà per commettere genocidi».

 

emmanuel macron in qatar

A guidare il campo dei Paesi favorevoli all’embargo è la Francia, che insiste sulla linea dettata dal presidente Emmanuel Macron. Il ministro degli Esteri Jean-Noel Barrot ha provato a convincere i suoi colleghi spiegando che si tratterebbe di una decisione “coerente” con la richiesta di cessate il fuoco avanzata anche dall’Unione europea […]

 

Sul fronte diametralmente opposto, invece, la Repubblica Ceca con il ministro Jan Lipavsky che ha replicato al collega francese dicendo che «Israele ha il diritto all’autodifesa e questo include anche la consegna di armi». Secondo l’esponente del governo guidato dal primo ministro Petr Fiala, tra i più vicini a Tel Aviv, «spetta ai singoli Paesi decidere se e quali armi fornire ed è meglio che resti così».

GIORGIA MELONI - BENJAMIN NETANYAHU

 

A sostenere la proposta di Parigi ci sono, tra gli altri, anche il governo irlandese e quello spagnolo. […]

 

Anche l’Italia, ha ricordato ieri il ministro Antonio Tajani, «dal 7 ottobre dello scorso anno ha bloccato tutti i contratti che riguardano la vendita di armi ad Israele»: non sono stati firmati nuovi accordi, anche se non è escluso che in questi mesi siano state consegnate armi sulla base di accordi precedenti. Il governo Meloni, però, resta cauto sull’idea di un embargo europeo.

 

Il capo della Farnesina non era presente al vertice dei ministri Ue in Lussemburgo perché impegnato alla conferenza di Berlino sui Balcani occidentali. E alla riunione del Consiglio Affari Esteri mancava anche la sua collega tedesca, Annalena Baerbock, che avrebbe frenato l’invio di armi in Israele da parte del governo di Berlino.

 

GIORGIA MELONI - BENJAMIN NETANYAHU

Secondo la Bild, la Germania avrebbe di fatto sospeso le forniture da marzo proprio a causa del veto imposto dalla ministra degli Esteri e dal suo compagno di partito Robert Habeck, titolare dell’Economia.

 

La situazione si sarebbe sbloccata soltanto poche settimane fa quando il governo tedesco – su richiesta dei due ministri dei Verdi – avrebbe ottenuto da Israele rassicurazioni “per iscritto” sul fatto che le armi esportate dalla Germania non sarebbero state usate per commettere un genocidio.

 

I ministri Ue hanno inoltre espresso il loro sostegno alla missione Onu che si occupa dei rifugiati palestinesi (Unrwa) e che ora, secondo Borrell, è colpita da «da una minaccia potenzialmente letale» […]. L’Alto Rappresentante ha anche annunciato che il prossimo Consiglio Affari Esteri sarà chiamato a valutare il rispetto del diritto internazionale da parte di Israele […]. In caso contrario, l’Ue potrebbe prendere misure per sospendere gli accordi commerciali, come stanno chiedendo in particolare la Spagna e l’Irlanda.

JOSEP BORRELLMACRON NEGLI SPOGLIATOI DELLA FRANCIA DOPO LA FINALE PERSA IN QATAR BENJAMIN NETANYAHU E GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI

Ultimi Dagoreport

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

FLASH – COSA FARÀ LA CAMALEONTE MELONI QUANDO DONALD TRUMP, PER L’IMPOSIZIONE DEI DAZI, DECIDERÀ DI TRATTARE CON I SINGOLI PAESI E NON DIRETTAMENTE CON BRUXELLES? LA DUCETTA, AIUTATA DAL SUO AMICO ELON MUSK, GESTIRÀ GLI AFFARI FACCIA A FACCIA CON IL TYCOON, FACENDO INCAZZARE URSULA VON DER LEYEN E MACRON, O STARÀ DALLA PARTE DELL’UNIONE EUROPEA? STESSO DISCORSO PER L’UBIQUO ORBAN, CHE OGGI FA IL PIFFERAIO DI PUTIN E L’AMICO DI TRUMP: COSA FARÀ IL “VIKTATOR” UNGHERESE QUANDO LE DECISIONI AMERICANE CONFLIGGERANNO CON QUELLE DI MOSCA?

lapo e john elkann lavinia borromeo

FLASH! - INDAGATO, GRAZIE A UNA DENUNCIA DELLA MADRE MARGHERITA AGNELLI, INSIEME AI FRATELLI GINEVRA E JOHN  NELL'AMBITO DELL'EREDITA' DELLA NONNA MARELLA CARACCIOLO, LAPO ELKANN E' STATO COSTRETTO A RASSEGNARE LE DIMISSIONI DALLA PRESIDENZA DELLA FONDAZIONE BENEFICA DE "LA STAMPA", ''SPECCHIO DEI TEMPI'', PER LASCIARE LA POLTRONA ALLA COGNATA LAVINIA BORROMEO... – LA PRECISAZIONE DELL’UFFICIO STAMPA DI LAPO ELKANN: “LAVINIA HA ASSUNTO LA PRESIDENZA, MA LAPO RIMANE NEL CONSIGLIO DI ‘SPECCHIO’”