dazi auto elettriche cinesi cina unione europea meloni scholz macron ursula von der leyen

IL DRAGONE SPACCA L’UE – IL COMITATO DIFESA COMMERCIALE DELL’UNIONE EUROPEA HA APPROVATO A MAGGIORANZA L’IMPOSIZIONE DEI DAZI AGGIUNTIVI SUI VEICOLI ELETTRICI CINESI – HANNO VOTATO A FAVORE 10 PAESI, TRA CUI ITALIA E FRANCIA. 5 I CONTRARI, GUIDATI DALLA GERMANIA. 12 GLI ASTENUTI, TRA CUI LA SPAGNA – IL MINISTRO DELLE FINANZE TEDESCO, CHRISTIAN LINDNER, AVVERTE URSULA: “LA COMMISSIONE NON DOVREBBE INNESCARE UNA GUERRA COMMERCIALE CON PECHINO...”

I PAESI UE APPROVANO I DAZI SULLE AUTO ELETTRICHE CINESI

DAZI UE SULLE AUTO ELETTRICHE CINESI

(ANSA) - Via libera dei Paesi Ue all'introduzione dei dazi aggiuntivi definitivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi in risposta ai maxi sussidi sleali elargiti da Pechino. Lo si apprende da fonti europee a margine del voto a Bruxelles.

 

La votazione si è tenuta nel contesto del Comitato difesa commerciale (Tdi), composto per lo più da funzionari dei singoli governi e non dai Rappresentanti Permanenti. Tecnicamente il via libera si configura come una 'no opinion': la maggioranza qualificata per bocciare la proposta della Commissione sui dazi non è stata raggiunto e questo comporta che l'esecutivo Ue può approvare i dazi anti-Cina.

 

GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES

Sulla proposta della Commissione di introdurre i nuovi dazi dieci Paesi si sono espressi a favore, cinque hanno votato contro e dodici sono stati gli astenuti. Numeri che non hanno permesso di raggiungere quindi la maggioranza qualificata necessaria per stoppare il testo. La Commissione quindi potrà procedere quando riterrà opportuno.

 

ROMA A FAVORE DEI DAZI SU E-CAR CINESI, BERLINO CONTRARIA

(ANSA) - Sono stati dieci i Paesi Ue, tra cui anche l'Italia e la Francia, a votare a favore del via libera ai dazi aggiuntivi definitivi sulle auto elettriche cinesi. E' quanto apprende l'ANSA da fonti europee a seguito del voto dei Ventisette. Cinque invece i Paesi contrari, guidati dalla Germania. Dodici gli astenuti, tra cui la Spagna.

 

BERLINO, L'UE NON APRA UNA GUERRA COMMERCIALE CON LA CINA

olaf scholz e Christian Lindner

(ANSA) - "La Commissione europea di Ursula von der Leyen non dovrebbe innescare una guerra commerciale nonostante il voto a favore di possibili dazi punitivi contro la Cina. Abbiamo bisogno di una soluzione negoziata". Lo ha scritto su X il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, dopo il voto dei Paesi Ue a Bruxelles che apre la strada all'imposizione dei dazi contro le e-car cinesi.

 

Berlino, dopo un animato dibattito interno alla maggioranza semaforo di Olaf Scholz, ha votato contro seguendo la linea più dura indicata dallo stesso cancelliere socialdemocratico e dal ministro delle Finanze liberale. In minoranza la voce dei Verdi.

 

VOLKSWAGEN, 'I DAZI UE SULLE E-CAR CINESI SONO SBAGLIATI'

Volkswagen

(ANSA) - Il gigante tedesco delle auto Volkswagen ha bollato come "sbagliato" l'approccio dei Paesi Ue nel voto, osteggiato da Berlino, per imporre dazi aggiuntivi alle auto elettriche provenienti dalla Cina.

 

"Rimaniamo convinti della nostra posizione secondo cui le tariffe previste rappresentano l'approccio sbagliato e non migliorerebbero la competitività dell'industria automobilistica europea", ha affermato il gruppo di Wolfsburg in una nota, incoraggiando ulteriori negoziati con Pechino "per prevenire eventuali dazi compensativi e quindi una guerra commerciale".

Olaf Scholz e Christian Lindner

auto elettriche cinesi - dazi

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…