LONDRA DELLE MIE BRAME - LA “TECH CITY” CONTRO LA COSTRUZIONE DELLE SETTE TORRI CHE DEVASTANO IL PANORAMA VITTORIANO E OFFRONO SOLO APPARTAMENTI PER I RICCONI - MA PER IL SINDACO JOHNSON SONO “SLANCIATE ED ELEGANTI”
Rowan Moore per “The Guardian”
Il sindaco di Londra Boris Johnson in metro
“Localismo” non è una bella parola ma è un ideale su cui è difficile dissentire: i residenti e gli esercizi della zona dovrebbero avere il diritto di parola su ciò che accade alla comunità e sulle decisioni di sviluppo. E’ uno dei pochi residui della “Grande Società” immaginata da David Cameron. Lui e il suo partito amano anche la ”Tech City”, la zona a est di Londra diventata un rumoroso alveare di imprese elettroniche.
I residenti e gli esercizi si oppongono a uno sviluppo che non fa che danneggiarli e propongono una alternativa fattibile, ma l’autorità locale conversa piuttosto con i costruttori e con gli sviluppatori del posto. Il sindaco Tory Boris Johnson si è dichiarato a sostegno del progetto che prevede la costruzione di sette torri a “Bishopsgate Goodsyard”.
Darà il suo permesso, non gli importa del parere delle autorità locali e del paziente dialogo che si è tenuto finora fra le parti. La zona è vastissima, una delle poche edificabili rimaste nel centro, ha una vecchia infrastruttura ferroviaria, attraversa Brick Lane (la strada degli hipster) e dovrà ospitare le torri con appartamenti di lusso. Il viadotto in mattoni sarà convertito in zona per lo shopping, con tanto di parco ideato da top architetti locali.
Gli abitanti della “Tech City” sono contrari alle torri perché certo non offrono il tipo di spazio necessario alle aziende medio-piccole e inoltre il progetto guasterebbe l’effetto “a grappolo”, cioè tanti esercizi posizionati in prossimità. Altri si oppongono perché le torri cambieranno il panorama vittoriano, finora ben conservato, e perché il design dell’opera è sgraziato.
Inoltre le altissime torri porteranno molta ombra, creando danni al quartiere Boundary, noto per le sue case luminose. Il prezzo altissimo per gli appartamenti delle torri attirerà investitori stranieri e non risolverà la crisi abitativa londinese. Insomma, il progetto non renderà vitale la zona, al contrario, la renderà sterile. Lo schema non ha niente del “localismo”.
Ma per il sindaco Johnson, è un progetto “slanciato ed elegante”. Lo continuerà ad avallare, anche se ha proposto qualche aggiustamento: bisogna accorciare le torri e rendere il prezzo degli alloggi più accessibile. Si tratta però sempre di somme a sette cifre, impossibili per gli abitanti locali a basso reddito.
area londinese per il progetto sette torri
Un’alternativa esisterebbe e l’ha proposta l’architetto Gensler, che ha un piano per sviluppare la zona in modo vantaggioso e senza sperticate falangi di cemento. Il sindaco non lo ha preso in considerazione. Johnson continua a parlare dell’importanza dell’investimento, ma non sembra curarsi di specificare chi ne beneficerà.
Foto scattata dallUnit di supporto aerea