zaia tajani tosi de carlo meloni

MAGGIORANZA IN FRANTUMI: TAJANI SFIDA LA LEGA IN VENETO E LANCIA TOSI ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE – ANCHE FRATELLI D’ITALIA HA MESSO DA TEMPO NEL MIRINO IL VENETO, IL CARROCCIO (CHE SPERA ANCORA NEL TERZO MANDATO PER ZAIA) RINGHIA: “LA REGIONE E’ NOSTRA, FAREMO DI TUTTO PER TENERCELA”- SI LAVORA A UNA MEDIAZIONE: LA LEGA POTREBBE CEDERE IL VENETO AI MELONIANI IN CAMBIO DEL COMUNE DI VENEZIA, CON LUCA ZAIA CANDIDATO SINDACO. E FORZA ITALIA…

Enrico Ferro per “la Repubblica” - Estratti

 

MATTEO SALVINI LUCA ZAIA

Antonio Tajani sceglie la giornata conclusiva del maxi raduno degli scout Agesci per dire che alle prossime regionali Forza Italia proverà a prendersi il Veneto e che il candidato presidente è Flavio Tosi. Ed è il suggello di una campagna palesemente in contrasto con la Lega, che nessuno ormai cerca neanche più di nascondere. I fronti aperti sono numerosi e ciò che complica la situazione è che non si tratta di una partita a due. Tutt’altro.

 

Luca Zaia, governatore leghista dalle percentuali bulgare (76% all’ultima tornata elettorale), si avvia a concludere quello che al momento sembra essere il suo ultimo mandato. Tra un anno, massimo un anno e mezzo, saranno indette nuove elezioni per la presidenza di una delle regioni locomotiva d’Italia. La corsa per la successione si è già aperta, ma chi pensava che la partita fosse solamente tra Lega e Fratelli d’Italia è stato smentito dai fatti.

zaia tosi

 

È piombata infatti Forza Italia con Tosi come dirigente regionale, ingaggiato da Silvio Berlusconi circa un anno prima di morire. L’ex leghista, che nel curriculum vanta anche due mandati come sindaco di Verona e uno come assessore regionale alla Sanità, ha una serie di conti in sospeso con quelli che un tempo erano i suoi compagni di partito.

 

Primo tra tutti Luca Zaia, colui che lascia libera una casella così importante perché il limite dei mandati gli impedisce di proseguire. «Faremo di tutto per tenerci il Veneto», promette il giovane segretario regionale Alberto Stefani, uno dei possibili nomi spendibili per questa candidatura. Uno ma non l’unico. Anche il sindaco di Treviso Mario Conte è un nome spendibile, anche se non fa parte della “scuderia” di Matteo Salvini.

 

tosi tajani

All’orgoglio leghista si contrappongono le mire espansionistiche di FdI, che alle ultime europee in Veneto ha segnato addirittura un 37,6%, percentuale più alta d’Italia.

 

Nell’ottica di uno scacchiere nazionale, con la Lega già presente al vertice in Lombardia e Friuli Venezia Giulia e Forza Italia ben salda in Piemonte con Cirio, i Fratelli recriminano quote al Nord. «Più di un veneto su tre ha messo la croce sul nostro simbolo che rappresenta una comunità politica con molte personalità che hanno esperienza e capacità per vincere e ben governare la Regione », si affretta a dire Raffaele Speranzon, veneziano, senatore di FdI e soprattutto molto vicino a Giorgia Meloni.

 

meloni de carlo

Ma Tosi ribatte sicuro: «Il vicepremier Tajani sta facendo fare un salto di qualità al partito, la crescita è costante, siamo la seconda forza del centrodestra a livello nazionale: abbiamo il diritto di avanzare le nostre proposte».

 

Dunque con la Lega che non vuole mollare, Forza Italia che preme e Fratelli d’Italia che stavolta ci crede davvero, come trovare la quadra?

 

C’è chi ipotizza possa essere siglato un accordo che prevede lo scambio tra i partiti del centrodestra. La Lega potrebbe cedere la Regione Veneto a FdI in cambio del Comune di Venezia, con Luca Zaia candidato ad amministrare la città unica al mondo dopo Luigi Brugnaro. E Forza Italia, invece, potrebbe strappare un accordo analogo per prossime elezioni amministrative a Verona (per cui però mancano ancora tre anni), con Tosi candidato in pectore

LUCA ZAIA ELENA DONAZZAN

 

(...)

tosi tajaniMatteo Salvini e Luca Zaia luca zaia giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

salvini romeo

DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI FINE 2024 - EX FEDELISSIMO DEL “CAPITONE”, È STATO L’UNICO A ESPORSI CONTRO IL SEGRETARIO, E OTTENERE LA LEADERSHIP IN LOMBARDIA – DOPO LA SUA SFIDA VINTA, ANCHE FEDRIGA È USCITO ALLO SCOPERTO CANNONEGGIANDO CONTRO L’EVENTUALE RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE - CHE SUCCEDERÀ AL CONGRESSO? NIENTE: SALVINI HA IN MANO LA MAGGIORANZA DEI DELEGATI, E L’ASSEMBLEA AVRÀ CARATTERE PROGRAMMATICO. MA LA DISSIDENZA CRESCE…