mapplethorpe

ROBERT MAPPLETHORPE: UN RADICALE SADOMASOCHISTA CHE TRASFORMÒ LA PORNOGRAFIA IN ARTE, MANTENENDOLA SEXY - VITA, OPERE E MALEFATTE RACCONTATE DA BOB COLACELLO, MITOLOGICO DIRETTORE DELLA RIVISTA DI ANDY WARHOL, “INTERVIEW” – DOPPIA MOSTRA A LOS ANGELES

Bob Colacello per “Vanity Fair

 

robert mapplethorperobert mapplethorpemapplethorpe e patty smith bn7lja7iuaartky mediummapplethorpe e patty smith bn7lja7iuaartky medium

Il “J. Paul Getty Museum” e il “Los Angeles County Museum of Art” (LACMA) presentano fino a luglio la retrospettiva “Robert Mapplethorpe: The Perfect Medium”, doppia mostra, senza precedenti, dell’opera controversa, nonché scandalosa, di un radicale sadomasochista.

 

thomas per mapplethorpethomas per mapplethorpe

Ieri la HBO ci ha aggiunto il documentario “Mapplethorpe: Look at the Pictures”, dove nemmeno le immagini più scioccanti sono state censurate, insomma come avrebbe voluto l’artista. Bisogna dire che i gusti e i confini americani sin sono espansi un bel po’ da allora. Il mondo dell’arte oggi lo beatifica.

calla lily di mapplethorpecalla lily di mapplethorpe

 

robert mapplethorpe 8robert mapplethorpe 8

Mapplethorpe aveva un’ambizione smisurata e sarebbe eccitato per il riconoscimento, ma anche indispettito per l’incongruità. Io lo incontrai a febbraio ‘71, al reading poetico della sua fidanzata Patti Smith, quando era un giovane artista morto di fame. Aveva un aspetto da angelo pre-raffaelita, ma non era per niente un angelo. Androgino e virile, bello ma tosto: difficile non guardare lui, invece che Patti.

robert mapplethorpe sorrideva raramente in fotorobert mapplethorpe sorrideva raramente in fotomapplethorpe voleva essere leggendamapplethorpe voleva essere leggenda

 

Io ero stato eletto da Andy Warhol direttore della rivista “Interview”, recensii il film in cui Robert si faceva fare un piercing al capezzolo dal suo fidanzato-modello David Croland, e ricevetti una telefonata per incontrarci. Cominciammo a passare pomeriggi insieme al Village. Da piccolo era stato chierichetto e diceva: «L’unico corpo che vedevo era quello di un uomo, Cristo, in croce e pieno di sangue. Poi si domandano perché siamo perversi». Leggeva Rimbaud, Cocteau, Genet, William Burroughs, Kierkegaard, convinto del legame fra erotico e spirituale.

 

Non poteva permettersi una macchina fotografica, si faceva prestare la Polaroid. Alla Factory, Candy Darling, la più borghese delle drag queen di Warhol, mi suggerì di non farmi coinvolgere emotivamente da Robert. Era uno psicopatico. Robert era attratto da Warhol ma, al suo fianco, temeva di perdere identità creativa.

 

il corpo secondo mapplethorpeil corpo secondo mapplethorpe

Nel 1972 portai Robert e Andy a vedere le prove di Rudolf Nureyev al Lincoln Center. Nel taxi non scambiarono una parola: ognuno temeva che l’altro gli rubasse le idee. In sala fecero un duello a botte di Polaroid per fotografare il ballerino in azione, ma Nureyev le strappò tutte perché non aveva dato il suo consenso.

 

Mapplethorpe affascinava le celebrità, soprattutto quelle bohemien, che curavano un’immagine bisessuale (all’epoca più in voga di quella omosessuale), ma attraeva anche l’aristocrazia inglese, i Tennant, i Guinness, i Lambton. Robert e Patti erano scannati ma spesso invitati nei salotti buoni: i ricconi mandavano un taxi a prenderli con una busta da venti dollari per pagarlo.

mapplethorpe autoritrattomapplethorpe autoritratto

 

Robert, nel tempo, sviluppò un interesse per la scena sadomaso, incontrava uomini che lo supplicavano di portarli in giro al guinzaglio. Quella estate si innamorò di Sam Wagstaff, bello, intelligente e ricco (infatti gli comprò un loft in cui vivere e lavorare). Robert cominciò a farsi di coca. Gli chiesi di mandarmi uno scatto per la rivista e arrivò una banana in bianco e nero con una catenella sadomaso, sua versione di quella fatta da Andy Warhol per i Velvet Underground.

 

il bacio scandaloso fra larry e bobbyil bacio scandaloso fra larry e bobby

A casa sua mi mostrava i suoi lavori e la sua doppia personalità: le foto delle celebrità, quelle di orchidee in primo piano e poi quelle che documentavano pratiche sessuali innominabili. Perché sceglieva il sesso estremo come soggetto? Mi rispose: «E’ la cosa più difficile da fare: trasformare la pornografia in arte, mantenendola sexy». 

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