MATTARELLA DENUNCIA I TROLL RUSSI PER MANDARE UN PIZZINO A SALVINI E CONTE – LE PAROLE DEL CAPO DELLO STATO DALLA MOLDAVIA SULLA “TEMPESTA DI FAKE NEWS OSTILI” SONO UN MESSAGGIO AI PARTITI ITALIANI CHE AMMICCANO A PUTIN – IL QUIRINALE CONOSCE BENE LA QUESTIONE PERCHÉ NEL MAGGIO 2018, DOPO LA RICHIESTA DI IMPEACHMENT DEL M5S SUL CASO SAVONA, SU TWITTER SI SCATENÒ UN ATTACCO AL COLLE DA 400 PROFILI TWITTER RICONDUCIBILI A MOSCA – MARZIO BREDA: “MATTARELLA NON AVEVA MAI USATO TONI COSI’ DURI ED ESPLICITI ”
1 - FAKE NEWS, L’ALLARME DI MATTARELLA: DALLA RUSSIA TEMPESTA INACCETTABILE
Estratto dell’articolo di Mariolina Iossa per il “Corriere della Sera”
sergio mattarella e maia sandu in moldavia
«Una tempesta di fake news ostili» proviene dalla Russia, dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita in Moldavia su invito della presidente Maia Sandu. Nel Paese, che confina con l’Ucraina, in ottobre si terranno nuove elezioni, e un referendum per inserire in Costituzione l’adesione all’Europa.
L’europeista presidente Sandu lancia l’allarme per l’«intrusione» russa in Moldavia attraverso il web, e il nostro capo dello Stato lo raccoglie e rilancia: «Anche in Italia vi sono costantemente tentativi di influenza disinformativa da parte russa che si intensificano particolarmente nei momenti elettorali, attraverso alcuni siti permanenti, che lo fanno con maggiore cautela, ma con evidenza». […]
La «diffusa tempesta di disinformazione, di fake news, di falsità, volte tutte a screditare e destabilizzare anche nel nostro Paese» — continua il presidente italiano — è una forma di «ostilità inaccettabile per le democrazie europee».
[…]
L’altro passaggio politico ineluttabile, secondo il presidente, nel quale dovranno impegnarsi i vertici europei che «saranno formati nelle prossime settimane e nei prossimi mesi» dopo le elezioni europee, è il completamento della «dimensione finanziaria» dell’Unione, e la nascita «finalmente» di «una politica estera e di difesa comune, che è sollecitata oggi dall’aggressività della Federazione russa, ma che è sempre stata una esigenza forte».
«A pochi chilometri da qui — ha ricordato Mattarella — infuria una guerra di aggressione scatenata contro l’Ucraina dalla Federazione russa»; l’Italia, con l’Ue, garantisce piena assistenza all’Ucraina, «senza cedimenti e fino a quando sarà necessario», sempre con l’obiettivo di raggiungere la pace, ma «una pace giusta che rispetti i principi della Carta delle Nazioni unite e che non sia frutto delle armi e della prepotenza».
2 - LA SPINTA DEL PRESIDENTE AD ALZARE UN ARGINE QUEGLI ATTACCHI AL COLLE NEL MAGGIO DI SEI ANNI FA
Estratto dell’articolo di Marzio Breda per il “Corriere della Sera”
sergio mattarella maia sandu chisinau
Sì, è un’arma non ortodossa, pericolosa e che è ormai difficile sottovalutare. Così riflette Sergio Mattarella, mentre la collega europeista Maia Sandu gli spiega come la Russia stia tentando di interferire sulla sua Moldavia, manipolando l’opinione pubblica anche a colpi di fake news. «È una guerra ibrida», gli dice […]
Sui rischi, il nostro presidente concorda. Ha avuto esperienza di qualcosa del genere nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2018, quando in pochi minuti su Twitter si registrò un’intensissima e sospetta attività che aveva come obiettivo il Quirinale. Ricordate? Fu un attacco simultaneo partito da 400 nuovi profili, creati ad hoc e riconducibili a un’unica origine, dai quali si moltiplicarono migliaia di messaggi per intimare al capo dello Stato di dimettersi.
VLADIMIR PUTIN E GIUSEPPE CONTE
Era parso un atto di propaganda e, insieme, di intossicazione politica, dopo una chiamata alle urne conclusa con un esito quasi paralizzante. Una mossa studiata come supporto alla richiesta di impeachment formulata quel giorno dai 5 Stelle (e poi ritirata in fretta) per il rifiuto del Colle a nominare Paolo Savona ministro dell’Economia.
Allora gli inquirenti ipotizzarono una possibile cabina di regia a Mosca e dintorni, dove sarebbe attiva la cosiddetta «fabbrica dei troll», espressione usata per definire i falsi utenti che manovrano l’informazione.
Il monitoraggio della Rete e le indagini della polizia postale non approdarono a nulla. E l’inchiesta è stata archiviata. Qualcuno ci ha ironizzato sopra e magari tornerà a farlo. Tuttavia oggi non c’è nessuno che neghi l’esistenza di troll filorussi in Italia e in Europa.
Mattarella dimostra di conoscere bene la questione: ne ha accennato molte volte, ma mai con i duri ed espliciti toni d’allarme che ha usato ieri. «Vi sono costantemente, intensificati in momenti elettorali, su alcuni siti web che nascono e scompaiono velocemente, tentativi di influenza disinformativa da parte russa... Diffuse tempeste di disinformazione, fake news, falsità per screditare e destabilizzare anche nel nostro Paese. Sono forme di ostilità inaccettabili per le democrazie europee, per cui serviranno regole di comportamento decise a livello internazionale».
sergio mattarella maia sandu chisinau 2
«Ostilità» al momento concentrate in particolare su una Moldavia in bilico, che si trova a poche centinaia di chilometri dall’Ucraina aggredita da Mosca e anch’essa nelle mire di Putin. Ecco perché, dopo la denuncia delle ingerenze e dell’insinuante propaganda sul web, Mattarella aggiunge un appello all’Europa appena uscita dal voto e alle prese con il risiko della futura governance.
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Va da sé che il problema numero uno è quello di far cessare la guerra in Ucraina, a proposito della quale è intuitivo come la pensa il presidente. Posto che gli armistizi e la pace sono sempre la quiete dopo la tempesta, la sua riflessione si concentra su due processi: 1) la Russia si proietta oltre le frontiere per avere zone cuscinetto contro quella che considera «l’aggressività della Nato»; 2) c’è contemporaneamente l’offensiva della Cina per egemonizzare il «deep South».
Nei suoi recenti interventi (a partire da quello all’Onu), Mattarella argina questo secondo scenario opponendo la collaborazione con l’Europa e il G7. Allo stesso tempo (vedi quanto ha detto a Borgo Egnazia) spiega a Mosca che l’aggressività non può esser tollerata, perché c’è un prima e un dopo l’invasione dell’Ucraina (e Gaza). È la stessa linea di Giorgia Meloni e del suo partito.
maia sandu sergio mattarella a chisinau PAOLO SAVONA GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINImaia sandu sergio mattarella a chisinau