jacovitti cocco bill

60 ANNI DI COCCO BILL: JACOVITTI, BOLLATO COME ‘FASCISTA’ E DIMENTICATO DALLA CULTURA ITALIANA, PASSATO PER MERITI OGGETTIVI E SPLENDORE IMMAGINIFICO DAL CORRIERONE ALL’OBLÌO IN POCHI ANNI, OSTRACIZZATO DALLA SINISTRA - ‘HO DISEGNATO IL KAMASUTRA PERCHÉ L’ITALIA STAVA DIVENTANDO UNA SORTA DI SVEZIA SENZA EDUCAZIONE SESSUALE: UN’ORGIA DI GUARDONI AL CINEMA E IN EDICOLA’

 

VIDEO - IL KAMASUTRA DI JACOVITTI (ABBASSATE IL VOLUME)

 

 

Malcom Pagani per ‘Il Messaggero

 

kamasutra  jacovitti kamasutra jacovitti

Fascista. La minoranza rumorosa lo aveva bollato così nei tetri anni 70 e Benito Jacovitti che dal Ventennio aveva avuto in dote una sola eredità, il nome proprio, aveva provato a riderne in assoluta solitudine: «Eia, eia, Baccalà». La stagione dell’ironia era passata da un pezzo, quella dell’autoironia era percossa quotidianamente dal fideismo cieco della militanza e il figlio molisano di un ferroviere poi riscopertosi proiezionista, si era trovato improvvisamente ai titoli di coda e su un binario morto.

 

benito jacovittibenito jacovitti

Quand’era ragazzo e nelle redazioni fumose, le maratone di bravura sul terreno dell’umorismo vedevano tra i podisti Marchesi, Zavattini e Flaiano, sembrava che limiti e orizzonte creativo si spostassero ogni giorno un metro più in là. E Jacovitti, disegnatore di genio formatosi a Il Vittorioso, aveva piantato la propria bandiera sulla frontiera già evocata da John Ford. Cocco Bill, il suo personaggio più famoso, dava vita a risse memorabili nei saloon del selvaggio West e nonostante bevesse camomilla, a restar tranquillo o a provare pietà per i nemici proprio non riusciva.

 

benito  jacovittibenito jacovitti

Nato tra il tramonto di marzo e l’inizio di aprile del 1957, Cocco Bill avrebbe oggi sessant’anni. Sarebbe bello discuterne con Jacovitti (scomparso a poche ore di distanza da sua moglie, come neanche in un film di Haneke, nel 1997) e farsi raccontare direttamente dal suo padre putativo, genesi e sviluppo dell’intuizione di Enrico Mattei. Distraendosi infatti per un istante dal petrolio e dall’ambizione di restituire all’Italia un ruolo al tavolo dei grandi, Mattei si era chinato sui “piccoli”. Sui bambini.

 

cocco  bill jacovitticocco bill jacovitti

Aveva pensato a un inserto a colori da pubblicare su Il Giorno- Il Giorno dei ragazzi- albo adatto a un pubblico dalla fantasia larga e i pantaloni corti e di affidarne il timone e la realizzazione a un navigatore che alieno ai bozzetti e alle sceneggiature liberava l’estro mettendo sul foglio, con la sicurezza degli eletti, il disegno che i lettori avrebbero visto poi rifinito e stampato. Della convergenza tra il marchigiano di nascita Mattei e il marchigiano d’adozione Jacovitti, si sa poco.

 

Più nota, ma soffocata dal conformismo, dalla vigliaccheria e dall’egemonia intellettuale, la parabola calante di Jacovitti passato per meriti oggettivi e splendore immaginifico dal Corrierone all’oblìo in pochi, decisivi anni. Anni di piombo, anche tra le scrivanie dei giornali. Anni in cui le ironie di Jacovitti sul Movimento Studentesco non erano piaciute a capi, capetti e capibastone. Che non volesse uniformarsi alla vulgata unica, Jacovitti l’aveva messo in chiaro fin dall’esordio sul Corriere dei Piccoli.

cocco  bill jacovitti cocco bill jacovitti

 

C’è una maestra che insegue una mandria di piccoli lazzaroni con un lazo. I “Quattro piccoli contestatori” fuggono e Cocco Bill li irride: «Se la contestano a gambe» e ancora: «Quattro piccoli studenti in Movimento, un bel movimento studentesco». Dopo il Lucio Battisti in volo su “un bosco di braccia tese” e quindi immediatamente ascrivibile alla destra estrema (nonostante in Via Gradoli, nel covo delle Br, Polizia e Carabinieri avessero trovato l’intera discografia del cantautore di Poggio Bustone) ce n’era abbastanza per individuare un altro nemico immaginario, ma non supino e del tutto indisposto a chiedere perdono.

 

cocco bill jacovitticocco bill jacovitti

Uno che con il suo sigaro in bocca e le bretelle per tenere i pantaloni, non avrebbe mai indossato il vestito che gli altri, tutti gli altri, avevano scelto per lui. Non solo Jacovitti non si vergognava di fare campagna elettoral-fumettistica per la Democrazia Cristiana, ma ai suoi eroi faceva aggiungere: «Altro che dieci partiti in lizza, qui ce ne sono solo due: la libertà e la dittatura».

 

Quella del sedicente proletariato lo mise ai margini e all’epoca dell’eskimo in redazione, la ‘fatwa’ trovò esecutori zelanti pronti a ubbidire al diktat. Per Jacovitti l’aria si fece salata e gli spazi iniziarono a restringersi fino al successivo esilio. Cocco Bill non sparava a salve, ma gli altri avevano l’arsenale.

 

Nella solitudine: «La gente mi piace molto, ma una persona alla volta» Jacovitti si smarrì. «Mi sento come un clown, solo in mezzo alla pista, con tanta gente intorno. Ma lontana» diceva e nell’autoritratto: «Sono un buffone con il pennino» l’amarezza prevaleva sull’analisi impietosa.

kamasutra   jacovitti  kamasutra jacovitti

 

In principio Jac provò a reagire. Emigrò su Linus, ritornò al Corriere per un breve periodo e poi venne ingaggiato da Adelina Tattilo e lavorò su un Kamasutra a fumetti: «Perché l’Italia stava diventando una sorta di Svezia senza educazione sessuale: un’orgia di guardoni al cinema e in edicola».

 

Nel crepuscolo, Jacovitti  alternò malinconia a sollievo per la ritrovata libertà. Esondando sulle riviste “hard” di un’era prepornografica, in un Paese dominato ancora dai pretori sessuofobi, dai film tagliati dalla censura o bruciati in piazza alla stregua dei volumi del Fahrenheit di Bradbury- almeno non incontrò chi in malafede si chiedeva cosa e come votasse nell’urna un artista apolitico di Termoli.

 

kamasutra  jacovitti  kamasutra jacovitti kamasutra  jacovittikamasutra jacovittimercante in fiera jacovittimercante in fiera jacovittikamasutra jacovittikamasutra jacovittijacovitti   kamasultra 3jacovitti kamasultra 3jacovitti   kamasultra 10jacovitti kamasultra 10jacovitti   kamasultra 4jacovitti kamasultra 4jacovitti   kamasultra jacovitti kamasultra jacovitti   kamasultra 5jacovitti kamasultra 5jacovitti   kamasultra 6jacovitti kamasultra 6jacovitti   kamasultra 8jacovitti kamasultra 8jacovitti   kamasultra 9jacovitti kamasultra 9jacovitti   kamasultrajacovitti kamasultrabenito jacovitti benito jacovitti

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO