AHI! TECH - APPLE APRE ANCHE ALLA RUSSIA MA CHIUDE A CHI NON ACCETTA IRADIO
A cura di Andrea Andrei per Dagospia
(Twitter: @andreaandrei_ )
1 - APPLE APRE ANCHE ALLA RUSSIA MA CHIUDE A CHI NON ACCETTA IRADIO
Da "9to5mac.com" (http://bit.ly/1cl0ILq) e "Digital Music News.com" (http://bit.ly/1ciVShL)
Nonostante le tensioni che in questi giorni stanno creando un'atmosfera da ritorno alla guerra fredda e che vedono contrapporsi con particolare energia Stati Uniti e Russia per la vicenda della talpa Snowden, rifugiatasi proprio a Mosca, Apple annuncia oggi di aver aperto il proprio store online anche nella patria di Putin.
Si tratta della prima attività commerciale avviata in Russia dall'azienda di Cupertino, che lì non ha ancora nemmeno un negozio fisico ma che ultimamente si è mostrata molto ben disposta ad ampliare il proprio business anche nel Paese da sempre nemico degli Usa (nel 2010 l'allora primo ministro russo Medvedev visitò anche la sede della Mela).
C'è da scommetterci che il governo di Obama non starà facendo i salti di gioia dopo aver ricevuto questa notizia. à infatti come se le autorità americane siano sempre più isolate, soprattutto dopo che i giganti della tecnologia, pur di mettersi al riparo dalle potenzialmente disastrose conseguenze dello scandalo delle intercettazioni di massa, abbiano formato un fronte comune in difesa della trasparenza.
Intanto però da Cupertino arriva una notizia che con il principio di lealtà e di libertà del cliente c'entra davvero poco. Pare che infatti Apple stia valutando un modo per "costringere" i propri utenti a utilizzare il suo nuovo servizio di musica streaming, iRadio, che partirà da settembre. Per convogliare clienti verso quello che potrebbe rivelarsi un flop, visti gli scarsi risultati ottenuti in materia di collaborazioni con le case discografiche, l'azienda di Tim Cook vorrebbe permettere l'utilizzo di iTunes Store solo agli utenti che accettano iRadio.
A confermare queste voci ci sarebbe anche il distributore indipendente inglese AWAL. Ma per ora, appunto, si tratta solo di voci. Certo che se i rumor dovessero trasformarsi in notizia sarebbe difficile per Apple parlare ancora di "libertà di scelta".
2 - FRA I DUE LITIGANTI IL TERZO GODE: TUTTO ESAURITO NEGLI USA, IN CANADA E IN GRAN BRETAGNA PER LA CONSOLE LOW COST "OUYA"
Da "Mashable.com"
http://on.mash.to/14UUe5o e http://on.mash.to/19yjfEL
Mentre Microsoft e Sony si azzuffano in una furiosa sfida per aggiudicarsi il titolo di migliore (o meglio, più attraente) console di nuova generazione, senza suscitare particolare risonanza mediatica è arrivata nei negozi quella che potrebbe davvero rappresentare una rivoluzione nel mondo videoludico.
La nuova console, in vendita da ieri negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna, si chiama OUYA, è un piccolo cubo nero che sta in una mano e costa solo 99 dollari. Si tratta di un progetto lanciato circa un anno fa su Kickstarter, la piattaforma che permette alle startup di cercare finanziamenti. E se OUYA ci mise solo otto ore per trovare un milione di dollari, una ragione evidentemente c'è.
Ed è probabilmente nella sua filosofia, quella del low-cost. Se le console costano tanto, i giochi costano tanto, in un circolo vizioso che finisce soltanto per penalizzare i giocatori. Ma in un mondo in cui lo streaming e la gratuità sono alla base di tutto, ci voleva appunto lei, OUYA, una piccola scatoletta nera che però ha abbastanza spazio per una presa HDMI, un processore Nvidia Tegra 3 e per uno dei sistemi operativi più diffusi al mondo: Android 4.1. Ovviamente non mancano connessione wi-fi, bluetooth e gamepad wireless, anche questo dalla linea molto minimale.
La console è andata letteralmente a ruba, facendo registrare il tutto esaurito sui principali store online, fra cui Amazon, Gamestop e Best Buy, e sono in molti ad attenderne l'uscita anche qui in Italia.
Forse i due litiganti a cui abbiamo accennato prima farebbero bene a tener conto del fatto che il vento, forse, sta cambiando. Per non dover poi essere costretti ad assistere alla dimostrazione pratica del proverbio che vuole che sia il terzo, alla fine, a godere.
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