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“ISRAELE AVREBBE DOVUTO TRASFORMARE IL 7 OTTOBRE NEL SUO 11 SETTEMBRE. COSÌ SAREBBE STATO PIÙ CAPITO” – ALDO GRASSO PARTE DALLO SPECIALE DA GERUSALEMME DI “IN MEZZ'ORA” DI MONICA MAGGIONI E SI LANCIA IN UN'ANALISI SULLA PERCEZIONE DEL CONFLITTO TRA HAMAS E ISRAELE: “A TEL AVIV AVREBBERO DOVUTO ELABORARE UN LUTTO MONDIALE PRIMA DI REAGIRE. ORA, NEI COMMENTI DIFFUSI, TUTTE LE COLPE RICADONO SU ISRAELE E NESSUNO S’INTERROGA PIÙ SUI MASSACRATORI, SUGLI STUPRATORI DEL 7 OTTOBRE...”

Estratto dell’articolo di Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”

 

MONICA MAGGIONI IN MEZZ ORA DA GERUSALEMME

In Mezz’ora, il programma di approfondimento condotto da Monica Maggioni su Rai 3, è andato in onda in diretta da Gerusalemme, abbandonando la «comfort zone» dello studio televisivo, con tutte le implicazioni linguistiche che la scelta comporta: meno chiacchiere e più racconto concreto dei fatti. Inoltre, c’erano anche molti servizi filmati dai territori occupati che hanno dato spessore al collegamento.

 

[…] lo speciale da Israele resta un esempio di buona informazione. Tra gli ospiti di Maggioni, c’erano Itai Anghel («Dopo il 7 ottobre è cambiato il rapporto con i palestinesi, ora è più difficile distinguere fra buoni e cattivi»), Menachem Gantz, Sami Al Ajrami, Lorenzo Cremonesi, il generale Noam Tibon e molti altri.

 

BENJAMIN NETANYAHU VISITA I SOLDATI ISRAELIANI NELLA STRISCIA DI GAZA

Nessuno ha risparmiato critiche al premier israeliano Benjamin Netanyahu, per come ha governato e per come sta gestendo la situazione di guerra, tuttavia è difficile capire perché ora, nei commenti diffusi, tutte le colpe debbano ricadere su Israele e nessuno s’interroghi più sui massacratori, sugli stupratori del 7 ottobre.

 

Reazione spropositata di un Paese che, come nel 1948 e nel 1967, è completamente circondato e lotta per la sua sopravvivenza? Bisogno immediato di liberare gli ostaggi?

 

ALDO GRASSO

[…] dalle parole degli interlocutori di Maggioni si è capito che c’è stato anche un problema di comunicazione: dopo l’attacco di Hamas che ha lasciato sul campo più di 1.200 morti e rapito più di 240 persone (i miliziani sono entrati in territorio israeliano e hanno scatenato la «caccia all’uomo», alle famiglie, a chiunque si trovassero di fronte), Israele avrebbe dovuto trasformare il pogrom del 7 ottobre nel suo 11 settembre, elaborare un lutto mondiale prima di reagire. Così, forse, sarebbe stato più capito.

 

SOLDATO ISRAELIANO NEL NORD DELLA STRISCIA DI GAZA

Sono tutte ipotesi, motivi di dibattito. La grande differenza è che se Israele uccide per errore tre ostaggi si viene a sapere e si istruiscono processi, mentre nulla sappiamo di Hamas: quanti soldi riceve, come li utilizza (in tunnel e razzi?), da chi è sostenuto, come tratta gli abitanti di Gaza.

MONICA MAGGIONI attacco hamas in israeleMONICA MAGGIONI IN MEZZ ORA

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