GRASSO CHE COLA SU ‘CELEBRATION’: ‘SOTTO LA COVER, NIENTE. ASSANTE RISCHIA «L'EFFETTO MOLLICA», UN TRIONFO DI SUPERLATIVI: OGNI INTERPRETAZIONE RIUSCITISSIMA, OGNI ARTISTA BRAVISSIMO, OGNI CANZONE UN «CAPOLAVORISSIMO» - LUCA BEATRICE: ‘PURE MIA NONNA DI 97 ANNI CAMBIA CANALE. L’AMMIRAGLIA STA AFFONDANDO’
1 - «CELEBRATION», UNA SFILATA DI COVER CHE SI PERDE NEI SUPERLATIVI
Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
Sotto la cover niente. È questa l' impressione che rimane dopo aver seguito le prime due puntate di Celebration , il nuovo show musicale del sabato sera di Rai1, condotto da Neri Marcorè e Serena Rossi con la partecipazione di Ernesto Assante, giornalista e critico musicale.
NERI MARCORE E SERENA ROSSI IN CELEBRATION
L' idea di fondo, molto slabbrata, è convocare sul palco vari artisti (tutti nel Pantheon di Rai1, da Fausto Leali a Ermal Meta passando per Alex Britti e Paola Turci) per fargli interpretare grandi successi della musica pop italiana e internazionale, scelti di volta in volta in omaggio a un «tema». Il risultato è una sfilata di cover senza struttura: in pratica la serata speciale del Festival di Sanremo trasformata in un programma autonomo, senza averne propriamente la forza.
FAUSTO LEALI - BALLANDO CON LE STELLE
In realtà la sensazione è che Celebration sia nato, più che per glorificare i grandi successi della musica, proprio per celebrare una serie di virtuosismi, quello di Serena Rossi nel canto, quello di Neri Marcorè (che però sembra un po' a disagio, come se non avesse sposato il progetto al cento per cento) nell' interpretazione «autoriale» dei pezzi, quello di Assante nel mettere in luce i suoi buoni rapporti con gli artisti e la sua cultura musicale.
In realtà le sue «lezioni» di commento ai pezzi interpretati in studio e alla storia della musica devono essere parse un po' prolisse, perché nella seconda puntata sono state parecchio ridimensionate: d' altra parte Ernesto Assante fa un altro mestiere, non ha lo standing da prima serata.
Quando il critico civetta troppo con la materia che analizza, il rischio è che subentri presto «l' effetto Mollica», ovvero che, per stare dentro il contesto di un grande show di Rai1, tutto diventi un trionfo di superlativi: ogni interpretazione riuscitissima, ogni artista bravissimo, ogni canzone un «capolavorissimo». Ernesto Assante, tendenza Mollica, è l' ultima frontiera del critico prestato alla tv (pronto per Tv Talk ).
2 - «CELEBRATION» UFFA, COM' È VECCHIA LA TV CASERECCIA
Luca Beatrice per “il Giornale”
Non basta scegliere un attore bravo, versatile e talentuoso come Neri Marcorè, per tentare l' impresa disperata di salvare il vecchio varietà del sabato sera. Ci si può davvero inventare di tutto, ma questo genere di tv è morto e sepolto. Inutile tenere in vita un moribondo con la bombola d' ossigeno: altre cose vanno oggi, e non si tratta neppure di una questione generazionale. Essere avanti con l' età non significa necessariamente tenere l' atteggiamento da spettatori passivi e acritici. Chiedere a mia nonna, che di anni ne ha 97: ha cambiato canale.
Celebration, il nuovo show di una Raiuno sempre più in difficoltà, è partito male. Qualcuno ha persino parlato di flop: poco più di 2 milioni di share per la prima puntata (un modesto 11,7%) cui fa da contraltare la buona performance del concorrente Tú sí que vales su Canale 5, praticamente un doppiaggio. Un' umiliazione, in stile Lewis Hamilton.
Fin qui i dati. Ma perché Celebration, bignamino della musica leggera tra pop, rock, soul e canzoni d' amore spalmato in quattro puntate, non funziona? Primo problema, proprio la musica: si può pensare di attirare il telespettatore con esibizioni canore degne delle più generiche cover band? Il nostro panorama non sarà al momento esaltante, ma da lì a supporre che Alexia, Noemi, Fabrizio Moro, trascinandosi dietro Francesco Gabbani e Alex Britti, rappresentino validi motivi per rimanere davanti alla tv, si pecca di presunzione o di incapacità. E che pensare di Claudia Gerini nell' imitazione di Madonna? Tenerezza o imbarazzo?
La faccia sconsolata di Ernesto Assante, il critico musicale di Repubblica, è lo specchio tragicomico di Celebration: ci prova a dire qualcosa di intelligente, ad alzare il tiro riposizionando la canzone nella storia. Tentativo nobile ma vano. Lo show si trascina stancamente per oltre due ore e non lo si sopporta oltre i 15 minuti di intervallo tra il primo e il secondo tempo della partita di serie A.
E la conduttrice-soubrette Serena Rossi, dallo scollo generoso e dalla gestualità insopportabile? Dicono sappia ballare e cantare, eppure preferisce puntare sul lato popolaresco e vernacolare. Fa pensare che se la porti a cena fuori ti monopolizza la serata con la sua modalità generosa al punto che non vedi l' ora di riportarla a casa.
Bocciata.
La tv della leggerezza casereccia ha fatto il suo tempo e davvero i responsabili del palinsesto di Raiuno dovrebbero fare attente e umili riflessioni. Non funziona Fabio Fazio ora che non ha più la nicchia della terza rete a proteggerlo; sulla nuova Domenica In ha già detto tutto Fabrizio Del Noce con le sue dichiarazioni al vetriolo. Insistere sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Urge cambiare strada perché l' affondamento dell' ammiraglia è ormai prossimo.