BATTUTE E MEMORIE DELL’OTTANTENNE MICHELE GUARDÌ, IL GRANDE VECCHIO DELLA TV – “ANDREOTTI IN STUDIO STAVA PER SCIVOLARE E LA MIA COAUTRICE GIOVANNA FLORA LO SORRESSE. SCHERZO' CON LEI: "È UNA DEI POCHI CHE MI HA TOCCATO LA GOBBA” – LA GRATITUDINE PER BAUDO, GRILLO CHE SI PRESENTO’ AL PROVINO DICENDO: "COSA VOLEVATE DUSTIN HOFFMAN?", FRIZZI E CASTAGNA, LE LACRIME DI JANNACCI E LA LITE CON MAGALLI: “PER UNA BATTUTA DAREBBE QUALSIASI COSA. MA”
Antonella Baccaro per il Corriere della Sera - Estratti del 11 ottobre 2023
Michele Guardì, 80 anni compiuti, alle spalle tanti successi televisivi come autore e regista, l’appellativo di «grande vecchio della tv» non dispiace. Purché non si accompagni all’idea della pensione. «Alla pensione preferisco un grande albergo!». Scherza sornione, e accarezza con lo sguardo la collezione delle statuine di San Calogero sparse nella bella casa romana.
Devoto?
«Devotissimo. Ad Agrigento, la prima settimana di luglio, alla statua, portata in processione, la gente tira i panuzzi. Come faceva con il monaco Calogero, durante la peste, quando passava a chiedere cibo per i poveri e i malati».
(…)
E come arrivò a Milano?
«Con una Bmw che partiva solo in discesa, mia moglie Rita e una cassa di abiti...».
Si era sposato?
«Un colpo di fulmine. Lei era venuta giù da Genova, dai parenti: la notai subito al cabaret, in prima fila. Poi ci trovammo per caso in treno, scambiammo i numeri...».
...e così...
«Niente. Passò del tempo. Genova finì sotto l’alluvione. La chiamai. Lei era a spalare fango con altri giovani. La raggiunsi. Dopo nove mesi, 51 anni fa, eravamo sposati».
Con che aspettative arrivaste a Milano?
«Con un lavoro. L’attore Tuccio Musumeci aveva presentato me e Enzo a Pippo Baudo, che ci scelse come autori di una trasmissione abbinata alla Lotteria Italia: “Secondo voi”. Era il 1977. Sarò sempre grato a Baudo».
In quel programma c’era un Grillo agli esordi.
«Baudo lo pescò in un cabaret di Genova. Si presentò al provino con quell’accento lì: “Mi chiamo Grillo. Cosa volevate Dustin Hoffman?”».
Nell’80 lei sfonda con Palcoscenico, in coppia con il grande Antonello Falqui.
«Eravamo instancabili. Ogni inquadratura era studiata a tavolino. Ci mettevamo mesi a scrivere un programma di 10 puntate. Per registrare un balletto di 5 minuti si stava in studio un pomeriggio. Inconcepibile oggi».
Con Studio ’80 la tv pubblica apre a attrici bellissime dei B-movie, come Nadia Cassini, al fianco di un giovane Christian De Sica.
«Cassini doveva esserci più che fare qualcosa... De Sica già riempiva la scena».
In Giochiamo al Varietè (1980) colleziona comici entrati nella storia: da Troisi a Jannacci, da Bramieri a Proietti, da Barra a Montesano.
«L’idea era fare una gara tra regioni d’Italia. Il difficile era scrivere i testi per tutti...».
Com’era Jannacci?
«Generoso. Pianse una volta che mi misi al piano cantando una sua canzone. Mi regalò il suo orologio».
Bramieri?
«Umile. Si meravigliava di essere Bramieri».
Pino Caruso?
«Timido. Che per un comico...».
Ma come si scrive per far ridere?
«Io vado a istinto. Sono un grande spettatore: se una battuta fa ridere me, è buona».
Al Paradise, 1983. Per la prima volta un politico, Giulio Andreotti, è ospite di un varietà in tv.
enrica bonaccorti michele guardi foto di bacco
«Gli avevo scritto senza troppe speranze. Invece venne. Fu spiritoso, come sempre. Poi tornò a fare la rassegna stampa a I Fatti Vostri. In studio stava per scivolare e la mia insostituibile coautrice Giovanna Flora lo sorresse: “Lei è una dei pochi che mi ha toccato la gobba” scherzò».
Nel 1986 con altri autori inventa UnoMattina, il primo programma mattutino della Rai, ancora in onda.
«L’idea era dare un buon risveglio agli italiani parlando di vita quotidiana».
«Quando in cielo c’è ancora la luna/ Unomattina arriva sicura/ porta notizie in tempo reale/ con la famiglia le puoi commentare». La prima sigla la scrisse lei. La cronaca nera non dominava ancora la tv.
battibecco tra giancarlo magalli e michele guardi'
«In una delle prime puntate mi opposi a che si parlasse di un suicidio».
È il 1988 e lei, a Europa Europa, porta in prima serata un giovane Fabrizio Frizzi.
«L’aveva notato mia moglie,alla tv dei ragazzi: “Guardalo, è bravo”. Lo era davvero».
Sua moglie le segnala spesso i conduttori?
«Sì, è successo con Alberto Castagna: faceva il Tg con quello sguardo bricconcello».
È mai stata gelosa delle donne con cui lavorava?
«Mai. La nostra forza sta nel fatto che quando entro in casa, il lavoro resta fuori. La mia vita è qui, in questo posto che abbiamo pensato insieme».
Mai neppure una lite?
«Due tre volte abbiamo litigato. La prima fu quando le chiesi di cucinarmi due uova. Me le portò che erano crude. Le feci volare in giardino».
E lei?
«“Michele — mi disse —, questa volta te le rifaccio ma la prossima le prendi sulla testa. Sei un maleducato”. Ed era così. Mi ha educato lei».
Però fa grandi sfuriate.
«Ci provo con la dolcezza. Poi però...».
michele guardi con la moglie rita
Con Magalli ha litigato.
«È uno che dice in faccia ciò che pensa. Per una battuta darebbe qualsiasi cosa. Ma ora è tornato ai Fatti vostri con una rubrica».
In quella trasmissione, che esordì nel 1990, lei entra come voce fuori campo.
«Mi diede l’idea Frizzi: “È più facile se ci parliamo in diretta” disse».
Confessi: lei fa spettacolo.
«Mi presto a fare la spalla».
Fa mille cose insieme.
«Ho diretto anche tre trasmissioni contemporaneamente. Avevo un cuscino in macchina e mi ci appisolavo. Una volta non feci in tempo ad arrivare in studio e diressi da fuori, con stacchi alla cieca».
Che programmi ha ora?
«Il mio terzo romanzo: “La ciantona”, parola inventata da mamma per descrivere le voci che si sovrappongono. Parla di uno scrittore che lavora a due romanzi e i personaggi gli si mischiano sotto il naso».
(…)