1- TUTTI IN PIEDI! MACCHE’ TUTTI SEDUTI, BANCHIERI E IMPRENDITORI COL DOPPIO INCARICO 2- ASPETTANDO IL 25 APRILE, GIORNO DELLA VERITA’ PER CHI COLLEZIONA POLTRONE, I POTERI MARCI SI COMPORTANO PEGGIO DELLA CASTA POLITICA CHE COMBATTONO CON I LORO GIORNALONI. ANZI SONO IN GUERRA CON MONTI CHE VUOLE SMONTARE UN SISTEMA D’INTRECCI DA “COSA NOSTRA” (IL CONFLITTO D’INTERESSI VALE SOLO PER IL CAV.?) 3- LAVI(TOLA) AGRA DELL’ING.ORSI CHE ANCORA NON HA CONVOCATO IL COMITATO ETICO DI FINMECCANICA (CASI DEI CONSIGLIERI BONFERRONI & GALLI). INTANTO LA CONSOB HA CHIESTO COME MAI FINMECCANICA NON ABBIA INTRAPRESO ANCORA UN’AZIONE DI RESPONSABILITÀ CIVILE NEI CONFRONTI DI MARINA GROSSI, EX AD DI SELEX 4- IL FIGARO DELLA SERA, ALDO GRASSO, FISCHIATO DAI LETTORI, “SPEZZA LE GAMBRE” ALLE KESSLER, MA A BALLARE IL DA-DA-UMPA FISCALE E’ LA COPPIA NAGEL&PAGLIARO (MEDIOBANCA) 5- L’ORCHESTRA DI EQUITALIA DIRETTA DAL MAESTRO ATTILIO BEFERA, AVREBBE ACC ERTATO UN’EVASIONE FISCALE DA PARTE DI MEDIOBANCA DI OLTRE 50 MILIONI DI EURO

DAGOREPORT

1. ABRAMO BAZOLI E I PII SEDIARI DEI POTERI MARCI
La malattia senile dell'attaccamento alla poltrona dei Poteri marci sembra inguaribile anche ai tempi austeri di Rigor Montis.
Una patologia contagiosa che, almeno a dare ascolto ai luminari della carta stampata, era soltanto nel Dna della classe politica.
Falso, ovviamente.
Già, non passa giorno che i crociati dell'Anticasta non sollecitino, con il ditino alzato, il politico di turno a fare "un passo indietro".
Ma se i loro editori impuri, la mente corre subito al Corrierone di Flebuccio de Bortoli, puntano i piedini di fronte alla sciagurata ipotesi di perdere una delle loro numerose poltrone, il quotidiano di via Solferino di passi indietro ne fa addirittura dieci.

LA GALASSIA DEL NORD E L'ECLISSE DI STELLA&RIZZO
E, aspettando il 25 aprile, giorno della verità per chi occupa doppi incarichi, i Gabibbo della virgola accigliata, Stella&Rizzo, si sono presi un periodo di sabatico.
Magari per tornare a sguainare le loro spade contro il poveraccio di sindaco di Vattalapesca, pescato in conflitto d'interessi.
Così, mentre si avvicina la scadenza, i Poteri marci sono in rivolta contro la norma del governo Monti che impone (era ora!) il divieto di permanenza in più consigli di amministrazione.

BANCHE&ASSICURAZIONI GOVERNATE COME "COSA NOSTRA"
Un intreccio d'interessi da "Cosa nostra". E troppo a lungo tollerato anche dai governi di centro sinistra guidati da Romano Prodi.
Finora soltanto Carlo Pesenti (Italcementi) si è dimesso da consigliere di Unicredit per conservare il posto (caldo) in Mediobanca.
Esempio seguito, per altre ragioni, da Francesco Gaetano Caltagirone (Cementir-Messaggero), che ha lasciato il Montepaschi di Siena per conservare il cadegrino alle Generali.

Nel frattempo ha sistemato un figlio a Unicredit, all'insaputa di Stella&Rizzo.
E gli altri Lor Signori accomodati sul sofà matrimoniale?
Niente, tutti attaccati alla loro poltrona duplex.
A cominciare dal professor della cotica cattolica, Abramo Bazoli, che oltre a presiedere il consiglio di sorveglianza di Banca Intesa siede anche nel board di Ubi banca, è presidente della finanziaria Mittel e - nel tempo libero - occupa un posto in prima fila nella governante della Rcs-Corriere della Sera.

2 - LA VITO(LA) DURA DELL'ING. ORSI (FINMECCANICA)
"Ci risiano", scrive Max Giannini de "la Repubblica" a proposito delle indagini sulla nuova Tangentopoli leghista che sfiorano Finmeccanica e Fincantieri.
"Non ci vuole un indovino per prevedere nuovi giorni difficili in piazza Montegrappa", rincara la dose sul quotidiano di largo Fochetti, Carlo Bonini, nel giorno del rientro in Italia del faccendiere Valter Lavitola.

Sotto la lente degli inquirenti ci sarebbe il ruolo svolto dall'ing. Giuseppe Orsi ai tempi in cui era alla guida dell'Augusta Westland (elicotteri) e tra i suoi sponsor politici poteva contare sul "cerchio magico" di Umberto Bossi.
Per adesso si tratta soltanto di sospetti pesanti sul neo amministratore di Finmeccanica.

PRESSIONE DELLA CONSOB SUL COLLEGIO SINDACALE
Mentre il ministero dell'Economia affidato al vice di Monti, Vittorio Grilli, sta monitorando il "caso" Orsi-Finmeccanica, è scesa in campo a piedi uniti la Consob, convocando nei suoi uffici il collegio sindacale di Finmeccanica.
E la difesa del presidente del collegio, Luigi Gaspari, alla fine non ha convinto i commissari dell'Authority sulle società di Borsa.

Una situazione davvero parossale quella in cui si trovano a operare i sindaci delle società. Soprattutto a causa dell'attuale normativa vigente, che spesso impedisce ai controllori di conoscere i documenti contabili dell'azienda su cui dovrebbero vigilare.

RESPONABILITA' CIVILE CONTRO LA GROSSI (SELEX)?
Una recente sentenza della Cassazione ha stabilito poi che l'azione penale può scattare soltanto dopo "l'acquisita consapevolezza dell'evento dannoso". E non dal momento i cui gli amministratori rifiutano di "adempiere la divulgazione delle informazioni sociali".

Le messe a punto del collegio sindacale di Finmeccanica alla fine non hanno soddisfatto la Consob. Che, tra l'altro, ha chiesto come mai Finmeccanica non abbia intrapreso ancora un'azione di responsabilità civile nei confronti di Pierfrancesco Guarguaglini e della sua signora, Marina Grossi, ex amministratrice di Selex.

BONFERRONI&GALLI E IL COMITATO ETICO (NEGATO)
Intanto, in vista dell'assemblea di maggio il presidente Orsi non ha ancora convocato il "comitato etico" per discutere le posizioni dei consiglieri Dario Galli e Franco Bonferroni, lambiti dalle inchieste giudiziarie.
Una "mancanza" che ha fatto storcere il naso ai consiglieri indipendenti di Finmeccanica è irritato l'azionista di maggioranza. Cioè l'ex ministero del Tesoro.

3- SHAMPOO ACIDO DEL COIFFEUR GRASSO ALLE KESSLER
Parafrasando il geniale Fortebraccio della vecchia e comunista Unità, il lunedì chiudono i barbieri e sul "Corriere della Sera" apre bottega, l'ideologo del tubo (catodico), Aldo Grasso.

Che invece di fare barba e capelli ai signori della Lega che inguattano i soldi in Tanzania in barba alla legge e al fisco, tira per i capelli le mitiche gemelle Kessler.
Tanto da far rimpiangere ai lettori del quotidiano di via Solferino (e gli internauti del web incazzati con lui) le amene leggerezze sociologiche dell'altro professor caduto dalla cattedra del Corriere, l'amoroso Francesco Alberoni.

Dopo aver spezzato le reni ad Augusto Minzolini, il bulimico Aldo Grasso (quasi mille articoli l'anno ben pagati da il Corriere in bolletta) dà una bella lavata di capelli alle gemelline del da-da-umpa.

L'ITALIA AL TUBO (CATODICO) DELL'EREDE DI ALBERONI
Sì, proprio le Kessler chiamate a deliziarci (ancora) nel programma della Bignardi "Le invasioni barbariche", le soavi e splendide Alice ed Ellen hanno spiegato di aver scelto di vivere in Germania perché in Italia c'è troppa burocrazia e la pressione fiscale è altissima.
Non è quanto scrive tutti i giorni anche il Corrrierone?
Dov'è, allora, lo scandalo sollevato dalle "ingrate" Kessler che tanto ha fatto indignare il critico di Sale Langhe?

Sarà, come sostiene Aldo Grasso, che con "due mezze italiane sia impossibile farne una", ma nemmeno con la "doppia morale alle vongole" si fa un'unica etica (fiscale).

4- DA-DA-UMPA (FISCALE) ANCHE PER NAGEL&PAGLAIRO
Mentre Aldo Grasso, il tosatore della barberia di via Solferino, era impegnato a "spezzare le gambe" (orrore il solo pensarlo!) alle gemelle Kessler, a ballare il da-da-umpa fiscale stavolta è la mitica coppia di banchieri Nagel&Pagliaro.

L'orchestra di Equitalia diretta dal maestro Attilio Befera, avrebbe accertato un'evasione fiscale da parte di Mediobanca di oltre 50 milioni di euro.
Che per gamba, osserverebbe Grasso, fanno 25 milioni per Alberto Nagel e altrettanti per Renato Pagliaro.
Contestazioni dell'erario che l'istituto di piazzetta Cuccia ovviamente respinge.

Fino a minacciare di prendere la residenza in Germania.
Aspettiamo lunedì prossimo per conoscere sulla questione il pensiero del Figaro della Sera.

 

 

GIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTIALESSANDRO CALTAGIRONE MONICA NOVELLI - copyright PizziFRANCESCO CALTAGIRONE ALESSANDRO BARBANO STELLA CISNETTO RIZZO VALTER LAVITOLA E - ALLA SUA SINISTRA - KAREN DE GRACIABERLUSCONI MARTINELLLI E LAVITOLASERGIO DE GREGORIO CON GIUSEPPE ORSIGUARGUA, MARINA GROSSI FRANCO BonferroniDARIO GALLIGEMELLE KESSLER kesslergrasso dandini Alberto Nagel e Renato Pagliaro

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…