AUTO-SCAZZI ESIBIZIONISTI: NOI IN PRIMO PIANO, IL RESTO FA DA SFONDO - DILAGA IL “SELFIE-STICK”, BASTONE PER FOTOGRAFARSI SENZA SCOCCIARE I PASSANTI. PORNOSTAR, PAPI, CALCIATORI, CAPI DI STATO. ALTRO CHE “CHARLIE”: SIAMO TUTTI IL CULONE DI KIM KARDASHIAN
Daniela Ranieri per “il Fatto Quotidiano”
Al Pincio dove passeggiavano il marziano di Flaiano e le ragazze inglesi molto emancipate di Henry James ora pascolano turisti armati di un bastone retrattile, tipo manico di scopa o treppiede. È l’Allungabile Self Portrait Selfie, un’asta tutta vero-finto alluminio-plastica anodizzata dotata di una pinza all’estremità per metterci lo smartphone e scattarsi, da maggior distanza che non tenendo il telefono con la mano propria, un esemplare tra miliardi dell’autoritratto nell’epoca della sua inarrestabilità digitale: il selfie.
Pornostar, Papi, calciatori, capi di Stato e di governo: tutti postano selfie su Twitter, Facebook, Instagram, che vengono rilanciati dai giornali e commentati nei talk show e rivisti in tv e ricommentati sui social e nei casi più gravi adoperati per dichiarazioni o analisi politiche di un certo spessore.
Renzi che per selfarsi fa aspettare il presidente del Parlamento europeo (“Martin vieni anche tu!”); Renzi che inizia il semestre con la nota metafora (“Se l’Europa oggi si scattasse un selfie”); Renzi che invece di stringere la mano ai colleghi gli dà il “cinque” e si mette in posa per un selfie, sono tutte istantanee di un’inedita condotta pubblica del politico che moltiplica il suo “qui e ora” come fosse un discorso, e ridà un’aura di esclusività alla foto che l’aveva persa rispetto al dipinto, seppure un’aura solubile, destinata a svanire in altri innumerevoli “qui e ora” digitali e distratti.
Il racconto politico o storytelling usa la stessa tecnica e ha lo stesso stile delle nostre trame quotidiane. L’individuo comune schiacciato dagli eventi del 900 o in cerca dei 15 minuti di celebrità oggi può vendicarsi dell’aver fatto da sfondo alla Storia, rendendo i famosi sfondo della propria micro-narrazione. Renzi si sente il divo dei selfie altrui, e invece è l’equivalente di una pianta nei ritratti dei nostri bisnonni.
Sulla scalinata di piazza di Spagna immigrati bengalesi e cingalesi senza più rose, ombrelli e accendini del racket, riforniscono di selfie-stick europei civilissimi, biondi, che devono crederli un’invenzione italiana come l’aria di Napoli e la manina gratta-schiena. Invece pure a Roma dove il selfie è “serfi” si sa che lo scopettone viene dal sud-est asiatico, Giappone forse, da dove ragazzini impalliditi dalla luce dei Mac hanno diffuso il prodigioso aggeggio. Che non è gadget ma dispositivo per fare selfie professionali e includere più persone nell’inquadratura, e più che protesi del braccio è sostituto del passante o del cameriere a cui chiedevamo se gentilmente poteva farci una foto.
Al posto di quel vocabolario d’altro secolo e dell’autoscatto analogico, i bastoni più costosi hanno il wi-fi o il bluetooth, che “parlano” con la fotocamera per dirle quando scattare. E fioriscono ragguagli che sono quasi leggende, già, di arresti in Corea del Sud e di intelligence attivate in zone calde, dove si favoleggia di sabotaggi via bluetooth di telecamere di controllo statali e radar aerei; e poi di sequestri in Italia per bloccare le pertiche non conformi, con cronache tra Scerbanenco e Blade Runner: “La Polizia Municipale di Venezia ha scoperto i luoghi di approvvigionamento dei bastoni telescopici per l’autoscatto che hanno sostituito le palline antistress e autodeformanti”.
franca giansoldati si fa un selfie con papa francesco
La prosa commissariale pare quella dell’Ingegner Gadda: “Gli stessi telecomandi per l’autoscatto posti in vendita dagli abusivi del Bangladesh, funzionanti in tecnologia bluetooth, apparivano privi di qualsiasi indicazione”. Ma li vendono pure i fotografi specializzati di Prati, le librerie e i negozi Tiger, catena danese di tutto made in China e Taiwan.
E si scatta con l’asta in periferia tra effluvi Dolce & Gabbana, e però anche in centrissimo davanti alle vetrine fané dell’Hotel d’Inghilterra, tra profumi artigianali e costose scatole di caramelle. Disposizione geometrica dei corpi, inquadrature dall’alto tipo Leni Riefenstahl, labbra protese da pantera per le femmine, e per i maschi sorrisi deresponsabilizzati da famoso, e posa da rapper.
Comunque allo stadio Olimpico, insieme a accendini, coltelli, pistole, la polizia ne ha vietato l’ingresso. “Non è per menare”, hanno protestato i tifosi, “è per farci i selfie”, come se fosse meno grave. La colpa è pure del selfie di Totti sul prato dello stadio, rilanciato in rete da fotomontaggi che l’hanno catapultato nei contesti più stranianti – la stazione orbitale, le Termopili di 300, tra i tori di Pamplona e, materiato in statuina, pure nel Subbuteo – tutti ugualmente plausibili come sanzione dell’esistente immateriale e post-pop.
FUNERALI DI NELSON MANDELA IL SELFIE TRA BARACK OBAMA DAVID CAMERON E HELLE THORNING SCHMIDT
L’intercambiabilità del fondale stravolge la logica dei soggetti: non sai se siano giusti o invertiti Ali Agca in piazza San Pietro e Papa Francesco in aereo, Mauro Icardi in sala parto e Obama che flirta a un funerale.
L’importante è condividere un’emozione, dicono i fan; attenzione al narcisismo, ribattono gli scettici. Fatto sta che il selfie con relativo bastone si impone come strumento post-politico di presenza e adesione, né di destra né di sinistra, rivoluzionario senza ideologia, altro che la “sembianza di partecipazione” della Sontag, obsoleta qualità della fotografia normale. Così siamo tutti Totti e il Papa e il sederone di Kim Kardashian, ripreso con bastone retrovisore belfie “per autoscatti del lato B”, tutti impegnati a guardarci apparire due volte: inquadrati e ritratti, allegri e faceti in un lampo al silicio trasversale e interclassista, e ci si chiede come mai l’Is non l’abbia ancora incluso tra gli strumenti del marketing del terrore.
FUNERALI DI NELSON MANDELA BARACK OBAMA E HELLE THORNING E MICHELLE
Moltiplicavamo il vissuto per rivederlo e riviverlo nelle opacità alcaline della Polaroid, nelle sincopi del Super8 e per mezzo dell’eccitante, vagamente minacciosa invenzione dell’autoscatto; oggi i nostri device ci aiutano a erodere l’esperienza in presa diretta, a distrarci da essa, e il mondo preferiamo tenerlo a distanza di bastone e vederlo au reverse dallo schermo dell’iPhone, con noi in primo piano e tutto quello che c’è da vedere alle nostre spalle.
fiorello selfie a roma inter con bonolisIL SELFIE AL BAGNO DEI VIP-10selfie tessile della rileyRAZZI EMILIANO SELFIEputin selfie obamaRENZI SELFIEselfie matteo renzi twitter poi cancellato 2selfie pardo vicedomini scanzi ferrero barra zengaanna tatangelo selfie alle sei del mattino#damnilookgood selfie burqa 9isis con bastone per il selfie