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AVVISATE LUCA BARBARESCHI! – L’ATTORE, REGISTA E EX PARLAMENTARE SI È INCAZZATO CON NETFLIX E L’ANICA PER L’ADATTAMENTO DEL “GATTOPARDO”, RECITATO IN INGLESE. NON SA, O NON RICORDA, CHE ANCHE L’ORIGINALE DI LUCHINO VISCONTI ERA TUTTO DOPPIATO, E CHE GLI ATTORI PROTAGONISTI ERANO UN FRANCESE (ALAIN DELON) E UN AMERICANO (BURT LANCASTER) – L’ARTICOLO DEL “NEW YORK TIMES” NEL 1983, A VENT’ANNI DALL’USCITA DELLA PELLICOLA: “È UN RICORDO DI QUELL’EPOCA DEL CINEMA ITALIANO IN CUI LA BABELE ERA LA REGOLA” - VIDEO

 

DAGONEWS

luca barbareschi foto di bacco (1)

Avvisate Luca Barbareschi! L’attore, regista e ex parlamentare ieri si è infuriato con Netflix e l’Anica per l’adattamento del Gattopardo recitato in inglese: “Che vergogna! Il più grande pezzo di letteratura italiana ridotto a una barzelletta! È come se gli inglesi facessero fare ‘The Crown’ a Margherita Buy!”.

 

Non sa, o non ricorda, Barbareschi, che anche l’originale di Luchino Visconti era tutto doppiato, e che gli attori protagonisti erano un francese (Alain Delon), e un americano (Burt Lancaster).

 

Merita a tal proposito una citazione un articolo del critico del “New York Times”, Vincent Canby, scritto l’11 settembre 1983, per il ventennale dell’uscita della pellicola, quando il film tornò a New York nella versione “in lingua originale”, se così si può dire:

 

articolo del new york times sul gattopardo 1983

“Il Gattopardo è un ricordo di quell'epoca del cinema italiano in cui la Babele era la regola, quando attori di tre o quattro nazionalità diverse, che recitavano nella stessa scena, parlavano ciascuno la propria lingua, che poi sarebbe stata doppiata a seconda delle esigenze per le varie versioni del film distribuite nel mondo.

 

Poiché gli attori italiani presenti nel film erano più numerosi di quelli di qualsiasi altra nazionalità, probabilmente non è troppo azzardato definire la versione italiana come l'originale. Tuttavia, anche questa versione ha i suoi problemi linguistici.

 

La voce che pronuncia le battute in italiano del signor Lancaster ha ben poco in comune con quella che ci è diventata così familiare in quasi 40 anni di carriera cinematografica.

 

 

 

 

La voce italiana è rauca e roca, e assomiglia molto a quella di chi parla in inglese con accento italiano in uno spaghetti western. Ogni volta che il Principe Fabrizio apre la bocca, è uno shock, che non diminuisce molto con il procedere del film”.

 

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luca barbareschi

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