beatrice rana

APRITE LE ORECCHIE ALLA NUOVA STAR DELLA MUSICA CLASSICA ITALIANA, BEATRICE RANA – "IL PIANOFORTE E’ LA MIA VOCE, ANZI MI PIACE PIU’ DELLA MIA VOCE" - LA 29ENNE PIANISTA SALENTINA, PUR ESALTATA DAL "NEW YORK TIMES'' E ACCLAMATA NELLE MIGLIORI SALE DEL PIANETA, NON DIMENTICA LE SUE RADICI E PRESENTA LA NUOVA STAGIONE DEL FESTIVAL DA LEI CREATO, “CLASSICHE FORME”, DAL 17 LUGLIO IN SALENTO, FORMATO DA GIOVANI PROMESSE E STELLE CONSACRATE - VIDEO

Leonetta Bentivoglio per “il Venerdì di Repubblica”

 

BEATRICE RANA

Buone notizie, ogni tanto: la 29enne leccese Beatrice Rana è oggi una pianista osannata ovunque. È come una fresca bandiera della cultura italiana nel mondo. Questa ragazza snella e intensamente bruna, che sorride con solarità magnetica, corre nel successo a una velocità formidabile. Arduo non divenire vanitosi o supponenti se si è applauditi fin dall'infanzia.

 

Figlia di due pianisti, Beatrice affrontava lo strumento con una speciale disinvoltura già a tre anni. Eppure, malgrado la sua storia, è sbocciata nell'età adulta come una donna equilibrata e generosa.

 

BEATRICE RANA CLASSICHE FORME

Intanto si moltiplicavano le conferme del suo talento d'eccezione. Poco prima dell'esame di maturità vinse il concorso pianistico di Montréal e nel 2013 ottenne il secondo posto nell'ottimo concorso nordamericano creato dal pianista Van Cliburn. Da allora l'astro nascente vola nei cieli delle star. Quando suona cattura le platee con la sua ineffabile compostezza. Sembra immune dall'ansia.

 

Controlla la tastiera con un piglio sovrano. È una regina che possiede il dono della calma. Filtra in una spontaneità apparente un patrimonio tecnico impressionante. Entra nei sentimenti della musica come se fosse libera da tutto.

 

Benché acclamata nelle migliori sale del pianeta, Rana non dimentica il suo luogo d'origine, «a cui mi sento legatissima», riferisce durante il nostro incontro. «Mi piace restare ancorata alle radici e restituire qualcosa alla mia terra».

BEATRICE RANA 45

 

Con quest' obiettivo, sei anni fa ha inventato a Lecce e nella zona circostante il festival Classiche Forme, che tra pochi giorni, dal 17 al 23 luglio, proporrà concerti in preziosi luoghi storici pugliesi e nella campagna del Salento (il programma è sul sito www.classicheforme.com).

 

Questa densa sfilata di musica cameristica si è sviluppata nel tempo in modo sempre più significativo: «Ormai gli spettatori giungono anche dall'estero per godere di una settimana di musica incorniciata da contesti informali», spiega lei. «Intanto il pubblico locale, anche quello giovanile, si è fatto partecipe e coinvolto». L'identità del festival, dove naturalmente suonerà pure Beatrice, è data dalla costituzione di gruppi di musica da camera formati da giovani promesse e stelle consacrate.

 

L'edizione 2022 s' intitola Contrasti, riferendosi sia al gioco di accostamenti tra solisti di fama e nomi nuovi, sia al fatto che il cartellone, insieme al repertorio più illustre, presenta pagine rare. Risuoneranno tra masserie, frantoi, giardini, campi di ulivi e antichi chiostri.

 

Beatrice Rana, possiamo definire Classiche Forme un matrimonio tra arte e natura?

«Vorrebbe esserlo. La bellezza del Salento, che derivi dall'arte umana o dagli straordinari paesaggi naturali, accoglie la beltà immateriale della nostra musica.

 

Nei dodici appuntamenti ho cercato di modellare impaginazioni non prevedibili, che rendano ogni evento un'esperienza unica per gli interpreti e il pubblico, disegnando mappe di percorsi eterogenei per tonalità, stili, forme e organici. L'intento è quello di suscitare ogni volta curiosità e coinvolgimento emotivo».

BEATRICE RANA 6

 

Pezzi sconosciuti vengono eseguiti accanto a brani di autori come Ciaikovskij e Shostakovich.

«È la filosofia "contrastata" che anima la rassegna. Amo prendere rischi.

Nella prima edizione, temendo che non venisse nessuno, programmai solo musiche famose.

 

Quel mio festival iniziale fu un azzardo e un banco di prova in un territorio non abituato a imprese del genere. Ora mi spingo anche in dimensioni musicali ignote o trascurate e vivo queste indagini come estensioni del mio essere pianista».

 

Si è sentita sempre profondamente salentina?

«Ho capito di esserlo quando sono stata invasa dalla nostalgia. Prima cercavo la fuga. Dopo aver studiato in Puglia, a Monopoli, con Benedetto Lupo, andai in Germania, nel Conservatorio di Hannover.

 

Furono quattro anni fondamentali. Però in quella fase mi resi conto fino a che punto mi mancava la mia regione con il suo clima, il suo cibo, il suo mare, i suoi colori Quando Lupo divenne docente nei corsi di perfezionamento a Santa Cecilia, fui ben felice di tornare in Italia per proseguire gli studi guidata da lui. Hannover era grigia, squadrata. A Roma trovai un'esplosione di sole e di cose stupende da vedere. Ho scelto di abitarci, prendendo casa nel quartiere Prati. E appena posso vado a rigenerarmi in Puglia».

BEATRICE RANA 88

 

Applica il suo talento organizzativo pure alla sua carriera?

«Ho 80 o 90 concerti fissati ogni anno, sempre con molto anticipo. So già gli impegni del prossimo triennio. La tabella di marcia dev' essere strutturata e rigorosa. Sono io a decidere i miei appuntamenti e mi consulto soltanto con poche persone: la mia famiglia, il mio maestro Benedetto Lupo, il mio compagno Massimo Spada, che è un pianista. Mi ero ripromessa: con un pianista mai! E invece».

 

Dove brilla in questo periodo Beatrice Rana, oltre che nel festival leccese?

 «Ho appena finito di registrare un disco dedicato a Bach e a giugno ho fatto una bella tourneé negli Stati Uniti, dove tra l'altro ho debuttato con la New York Philharmonic. In questo mese di luglio, a Baden-Baden, prima di andare a Lecce per Classiche Forme, suono pezzi sia di Robert Schumann che di sua moglie Clara.

 

beatrice rana massimo spada

Riproporrò un progetto sugli Schumann a Roma nell'arco della prossima stagione concertistica di Santa Cecilia, dove nel 2022-2023 sarò "artista in residenza" e collaborerò con i direttori Antonio Pappano e Jakub Hrua.

 

Mi sto immergendo nella lettura degli scritti di Clara, che confessava di temere di non essere accettata come compositrice in quanto donna. Fu un'autrice meravigliosa e merita un ampio riconoscimento».

beatrice rana massimo spadamassimo spada fidanzato di beatrice rana roberto d agostino beatrice rana foto di baccobeatrice rana foto di baccobeatrice ranabeatrice ranaBeatrice RanaBeatrice Rana Beatrice Rana Beatrice RanaBeatrice Rana Beatrice Rana Beatrice Rana Beatrice Rana Beatrice Rana Beatrice Rana Beatrice Rana Beatrice Rana Beatrice Rana beatrice rana massimo spada

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...