THE COSBY SHOCK - “MI HA DROGATA E STUPRATA”: L’ATTRICE BARBARA BOWMAN SI UNISCE AD ALTRE 13 DONNE CHE ACCUSANO BILL COSBY, IDOLO DEI “ROBINSON”, DI ESSERE UN VIOLENTATORE

Benedetta Argentieri per “Corriere.it

 

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Poche settimane fa il comico americano Hannibal Buress lo aveva attaccato dal palco della sua città natale, Filadelfia. «Sei uno stupratore seriale», aveva detto davanti a decine di spettatori, uno dei quali lo ha ripreso in un video diventato virale sui social media. Bill Cosby, 77 anni è diventato famoso con I Robinson, è stato accusato da 13 donne di violenze sessuali e oggi deve affrontare nuove accuse.

 

LE ACCUSE DELL’ATTRICE BARBARA BOWMAN

«Mi ha drogata e stuprata, quell’uomo è un mostro», ha raccontato l’attrice Barbara Bowman, 47 anni, al Daily Mail. Al tempo delle violenze la donna aveva solo 17 anni e si era affidata a Cosby per la sua carriera di attrice. Ha deciso di raccontare i dettagli della sua storia per aiutare altre vittime, nonostante siano passati oltre 25 anni. «La mia speranza è che chiunque abbia subito abusi sessuali non sia intimidita e spinta a stare in silenzio perché è stata abusata da un uomo ricco, famoso e potente. Se posso aiutare anche solo una persona con le mie parole allora ho fatto il mio dovere».

 

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Bowman è nata e cresciuta a Denver, Colorado, e fin da bambina ha studiato per diventare attrice. A 13 anni faceva già parte dell’agenzia J.F. Images, nota nell’ambiente. Nel 1985 ha ottenuto un provino privato con Bill Cosby. «Quando mi ha vista mi ha chiesto di andare in bagno e bagnarmi i capelli. Poi ha voluto che facessi il provino ubriaca mentre lui mi prendeva il collo da dietro».

 

Cosby non si è spinto oltre in quell’occasione. In poco tempo l’attore sembrava voler passare sempre più tempo con Barbara. Le dava lezioni per migliorare la voce e la sua presenza scenica. Poi ha cominciato a pagarle i voli quando lui era in trasferta. «Diceva che faceva parte della sua valutazione e voleva capire se valeva la pena che lui mi aiutasse con la mia carriera». Per poi dirle: «Se vuoi avere successo come attrice devi abbassare le barriere, essere vulnerabile».

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«FIDATI COME SE FOSSI TUO PADRE»

A quel punto Barbara aveva capito che c’era qualcosa di sbagliato, soprattutto perché Cosby le continuava a ripetere: «Fidati come se fossi tuo padre», sapendo che la ragazza non l’aveva. In Nevada, nel 1986, Cosby l’ha fatta sdraiare sul divano e ha cominciata ad accarezzarla. «È stato così invadente, umiliante. Mi ha preso la mano e l’ha messa sul suo pene. Non potevo dirlo a mia madre e non lo potevo ammettere a me stessa. Ho persino provato a cancellarlo dalla mia mente. Mi sono convinta che era la prima volta e non ci sarebbe stata una seconda occasione».

 

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Si sbagliava. «Mi ha invitata a cena a casa sua a New York. C’era tutto il suo staff. Mi ha offerto un bicchiere di vino. Poi il buio». Barbara ha raccontato che non si ricorda nulla. Il primo ricordo dopo il vino è lei che vomita in bagno con Cosby che le tiene i capelli. Addosso mutande e una maglietta da uomo. «Sono sicura che mi abbia drogata e stuprata». Ma lei si è sentita obbligata a continuare a vederlo e ogni volta che prendeva un aereo sperava che quelle circostanze non si ripetessero. Intanto lei ha cominciato ad avere successo. Quindi a 19 anni si è trasferita a New York.

 

«L’AVVOCATO MI HA RISO IN FACCIA»

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L’ultima volta che ha visto Cosby è stata ad Atlantic City, quando l’attore avrebbe cercato di stuprarla, tenendola ferma nel letto. Ma lei ha urlato talmente tanto che alla fine si è fermato. Da quel momento Cosby, dice Bowman, ha cercato di fargliela pagare. L’ha fatta buttare fuori di casa e perdere il lavoro. Anni dopo Bowman ha cercato di andare da un avvocato, «mi ha riso in faccia».

 

Dal 2004 le vittime di Cosby hanno cominciato a parlare. Almeno 13 donne lo hanno accusato di violenze sessuali. Insieme gli hanno fatto una causa collettiva. Al contrario di altre donne, Barbara non ha preso soldi e non ha firmato contratti. Sono state le parole di Hannibal Buress a spingerla a parlare. «Nonostante le minacce dell’ambiente lui ha continuato a dire la verità. E per questo lo ringrazio».

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