BOSSO FAVOLOSO - “PORTARE BACH PRIMO IN CLASSIFICA È UNA SODDISFAZIONE ENORME PER ME” - RISPETTO AL PASSATO LA COSA CHE E’ CAMBIATA DI PIU’ È QUELLA CHE M’INTERESSA MENO: LA NOTORIETÀ - LA MUSICA CLASSICA? CON UN SORRISO IN PIU’ ARRIVA MEGLIO”
Estratto dell’articolo di Fabrizio Vespa per “la Stampa”
Il 10 febbraio 2016 è un giorno che entrerà nella storia della tv italiana. Alle 22,40, un po’ come accadde la notte dello sbarco sulla Luna, milioni di telespettatori sono rimasti incollati agli schermi. Non per guardare il primo passo di Neil Armstrong ma per il Festival di Sanremo. Dove effettivamente qualcosa di alieno è atterrato: Ezio Bosso.
Pianista, compositore, direttore d’orchestra internazionale, è lui l’uomo caduto sulla Terra (dei cachi). Non c’è stato quasi bisogno di dire chi fosse. Nei 13 minuti in cui è apparso sugli schermi, il pubblico del Festival è cresciuto di due milioni di persone.
Incontriamo il protagonista di questo terremoto dell’audience quando ha appena terminato il suo studio aperto, quello che chiama Zusammen Musizieren (far musica insieme), a Palazzo Barolo, importante dimora barocca di Torino.
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In apparenza, a parte i segni della fatica, il musicista che pochi mesi fa ha pubblicato il primo album della sua lunga attività, The 12th Room, non sembra cambiato. «Nella realtà, la cosa che è cambiata di più rispetto al passato è quella che m’interessa meno e cioè la notorietà. Però sono felice che tante persone si siano riconosciute in me. Mi considero un uomo del popolo, i miei colleghi musicisti hanno sempre avuto molto amore per me e adesso sono più liberi di obbligare gli alti ranghi a invitarmi.
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E NEL FUTURO? «VIVERE»
Adesso che sembra sia possibile cambiare le carte in tavola, che cosa riserva il futuro? «Innanzitutto, vivere – dice sorridendo Bosso -. E pensare onestamente che è bellissimo vedere John Cage primo in classifica e Bach primo in classifica. È una soddisfazione enorme per me, perché non sono che un traduttore, sono la testa d’ariete. Bucata».
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Il 27 febbraio Ezio Bosso suona alla Lavanderia a Vapore di Collegno (Torino), già sold-out da tempo, accompagnato da una coreografia creata appositamente da Daniele Ninarello e in collaborazione con Piemonte dal Vivo.
Poi, dal 7 e 8 aprile (all’Auditorium di Cagliari) riprende il tour di The 12th Room, che va a Roma (12), Rimini (14), Verona (16), Firenze (19 e 20), Mestre (22), Trieste (24), Torino (Auditorium Agnelli, 27), Schio (29) e molte altre date fino al 26 maggio, con chiusura al Carlo Felice di Genova.