TESTA A TESTA CRISTIANO RONALDO-NEUER PER IL PALLONE D’ORO - IL PORTOGHESE DEL REAL È IL FAVORITO, L’OUTSIDER È IL NUMERO UNO DELLA GERMANIA CAMPIONE DEL MONDO CHE HA REINVENTATO IL RUOLO DI PORTIERE
Giulia Zonca per “la Stampa”
Il premio si è trasformato in sentenza. Oggi a Zurigo non si assegna il Pallone d’oro, si decide se il migliore del calcio può essere un nome diverso da quello sulla maglietta più venduta, diverso dall’idolo più seguito. A riprova che si tratta di una decisione della cassazione, irrevocabile fino al prossimo cambio di sistema, ci sono state vere e proprie arringhe. Esperti, calciatori, allenatori e movimenti on line intenti a promuovere una delle due teorie: Messi e Ronaldo oppure Neuer.
Sfida tra due mondi
Poco importa che le due stelle della Liga, capaci di monopolizzare il Ballon d’Or dal 2008 a oggi, siano sempre stati uno contro l’altro, stavolta sono dalla stessa parte, rappresentano la medesima idea: la strada del gol. Ronaldo è il favorito, Neuer l’outsider, Messi l’eterno presente.
Champions League e record infiniti contro un Mondiale vinto dalla Germania anche grazie a un portiere che ha rivoluzionato il ruolo. Talento ovunque, è ovvio, non c’è scandalo indipendentemente dalla scelta eppure oggi siamo a un bivio tra due scuole di pensiero opposte: chi si è fatto notare di più nel 2014 o chi si fa notare sempre, il singolo che esalta una squadra o quello che proprio la supera e, inevitabilmente, a volte la dimentica.
Numeri da brividi
Ronaldo ha segnato più di ogni altro nell’ultimo anno solare, 61 gol tutto compreso tra nazionale e Real Madrid. Ha spinto il club alla conquista di quattro trofei e il più prestigioso è un pezzo da collezione: la decima, la Champions della beatitudine. È costante, elegante, presente. Ha un cambio passo che con gli anni guadagna stile e non perde mai efficacia e la capacità di nascondere il pallone agli avversari e di farlo brillare davanti agli occhi del pubblico come se in tutto il campo, in tutto lo stadio, contassero solo i suoi piedi.
La verità è che Ronaldo è un marchio ben oltre la sigla CR7 così come lo è Messi che nella stagione considerata più grigia degli ultimi sei anni ha segnato solo 3 gol meno del portoghese, è diventato il miglior marcatore del campionato spagnolo e della Champions ed è arrivato in finale ai Mondiali. Finale dove si è preso una pausa. Ed è qui che si insinua il dubbio perché davanti alla facilità delle prodezze, all’abilità di incantare si piazza Manuel Neuer, l’unico che ha in mano il titolo più importante della stagione. E se lo è pure preso in un modo inedito.
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Da portiere libero, con un ruolo che non esisteva prima e che ha fatto la differenza soprattutto nelle partite di mezzo, quando la Germania doveva rifiatare e lui giocava per tre. Tra i pali, davanti alla porta e molto oltre, con i piedi e senza mai prendere rischi. Ha stupito, ha raggiunto il traguardo più complicato e appagante e il successo è coinciso con una personale apoteosi. Nel 2014 non c’era probabilmente niente di meglio da fare, però lui non si confronta con i risultati stagionali di altri fuoriclasse ma con la qualità perenne di due fenomeni destinati a sbriciolare record fino alla pensione.
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Verdetto che resta
Altri hanno provato a superare le star. Xavi e Iniesta con la Spagna tritatutto, Ribery nell’anno d’oro del Bayern. Troppa squadra si è detto, il Pallone d’oro premia la capacità di brillare in proprio. Ma stavolta i requisiti per il golpe ci sarebbero tutti. Meglio il Mondiale rapido ed esaltante o la monolitica Champions League? Un gol evitato pesa quanto uno segnato? Neuer vale quanto Ronaldo e Messi?
La giuria ha già votato, stasera si legge il verdetto: solo un portiere è stato Pallone d’oro, Lev Yashin nel 1963, mai qualcuno in questo ruolo ha vinto la classifica Fifa, mai, da quando il titolo è unificato, il portiere è andato così vicino al successo. Neuer può fare la storia, gli altri due però possono tenersela. A vita.